L’Orestiade di Eschilo al Teatro Greco di Siracusa
Stagione INDA 2008 - L’Orestiade di Eschilo nella traduzione di Pier Paolo Pasolini.
Al via la XLIV edizione delle Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa. Con L’Orestiade di Eschilo nella traduzione dal greco di Pier Paolo Pasolini è messa in scena la trilogia – l’unica che possediamo del mondo classico – con la quale il tragediografo vinse il primo premio nel 458 a. C.
Il soggetto non è originale. Non lo inventa Eschilo. Ma lo rinnova, lo interpreta. Agamennone, Coefore e Eumenidi sono un interessante sviluppo del destino individuale e di quello universale, un esplicito conflitto fra vendetta e giustizia, un intreccio dei rapporti parentali, degli amori, degli odi, degli orrori. Amore e morte sono i due opposti che si incontrano (o meglio che si scontrano), si alternano. E l’uno è sopraffatto dall’altra. L’assoluzione è la conclusione alla quale si giunge con l’istituzione del tribunale. E la conseguente nascita della democrazia.
La traduzione di Pasolini - richiesta da Vittorio Gassman che nel 1960 la commissionò per il suo spettacolo proprio al teatro greco di Siracusa - risulta efficace, originale, moderna.
Lo scrittore di Casarsa nella grecità (che lo attira in modo quasi ossessivo) non vede solo la contrapposizione tra contemporaneità e classicità ma riscopre le valenze primitive e anticlassiche su cui proietta la disillusione e le incertezze del presente.
E che sia un testo attuale è certo.
La regia dello spettacolo è affidata a Pietro Carriglio che ha curato la scena e disegnato i costumi (belli). E’ una direzione che funziona. E’ uno spettacolo che merita di essere visto.
La lunga anteprima della trilogia è andata in scena il 7 maggio. Ha concluso un ospite d’eccezione: Pietro Grasso procuratore nazionale antimafia, che ha letto un brano del saggio “Eschilo e Atene” di George Thomson, sulla nascita della democrazia.
Le musiche, eseguite dal vivo (quattro sassofoni, un violoncello, percussioni e fisarmonica) dal Palermo Art Ensemble Sestetto, sono di Matteo D’Amico che ha inserito anche dei cori in siciliano.
La trama di Agamennone: Dopo la caduta di Troia, Agamennone (Giulio Brogi) vincitore torna ad Argo con la figlia del re Priamo, la prigioniera Cassandra (Ilaria Genatiempo). Clitennestra (Galatea Ranzi), adultera moglie di Agamennone, attende il marito. La storia non ha seguito se non con la morte di Agamennone per mano di Clitennestra. Anche Cassandra muore. Il suo vaticinio lo aveva predetto, così come ha predetto che in un futuro non molto lontano anche Clitennestra e il suo amante Egisto moriranno per mano di Oreste. Ma per il momento Clitennestra regna.
Il coro in Agamennone ha un ruolo marginale. Molto è lasciato alla recitazione dei personaggi principali. Ritorna (ancora convincente) Galatea Ranzi al Teatro Greco (era già stata protagonista in Antigone) mentre al suo debutto è Ilaria Genatiempo che ha dovuto fare i conti con un destino avverso che le ha causato il cattivo funzionamento del microfono.
Da giorno 8 Agamennone si alternerà a Coefore e Eumenidi fino al 22 giugno.
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