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L’Onda

In tempo di crisi, con il tasso di disoccupazione in continua crescita, il pericolo di una ”sterzata fascista” è sempre incombente, piccoli gruppi con ideologie quantomeno discutibili ottengono sempre un maggior consenso popolare

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 9 settembre 2009 - 4438 letture

L’Onda è un film tedesco del 2008. Tratto da un romanzo, a sua volta inspirato ad una storia vera accaduta in California nel 1967, il film è ambientato in una cittadina della Germania, racconta la storia del professor Rainer Wenger e degli alunni di un corso che lui tiene presso un liceo tedesco.

L’insegnante avrebbe voluto occuparsi del seminario sull’anarchia, tuttavia si dedica anima e corpo al corso affidatogli, l’argomento trattato è l’Autocrazia. Coinvolge gli studenti in un esperimento didattico, convincendoli a seguire durante le sue lezioni delle regole che giorno dopo giorno diventano sempre più rigide. Se qualche studente decide di abbandonare subito il corso, perché spaventato dalla pericolosità di tale gioco, altri si affrettano a riempire gli ultimi posti disponibili. Il tutto si svolge in una settimana. Il professore convince i ragazzi ad indossare tutti quanti gli stessi capi di abbigliamento, la loro uniforme sarà Jeans e camicia bianca. Al gruppo verrà presto affidato un nome, l’Onda, seguiranno immediatamente la creazione di un logo e del saluto “ufficiale”.

Coloro che sono più introversi riescono finalmente ad emergere, si sentono meno emarginati, non sono più “invisibili”. Presto però il professor perderà il controllo della situazione, il progetto gli sfugge di mano. Fuori dalla scuola i ragazzi inizieranno a compiere degli atti di vandalismo, filmandosi col telefonini e firmandosi con il simbolo de L’onda in un ostentato viral marketing. Arriveranno anche a scontrarsi con gli anarchici. Nella scuola degli studenti iniziano a denunciare la pericolosità de L’onda, scoppiano le prime risse, ma nessuno ha voglia di abbandonare il progetto, neanche il professore, compromettendo cosi il rapporto con la sua compagna e collega. Quando decide di sciogliere il gruppo, uno degli studenti, Tim, non riesce ad accettare la decisione ed estrae una pistola.

Due dei film europei più belli degli ultimi anni sono entrambi ambientati in delle scuola, La Classe di e L’Onda Anche se il primo è più famoso, grazie alla Palma d’oro ottenuta a Cannes, L’Onda è una di quelle pellicole la cui visione non può lasciare indifferenti. Non solo per il finale, che ricorda un po’ il video (censurato) dei Pearl Jam, Jeremy. L’intento del professore è quello di dimostrare che anche nella Germania dei nostri giorni è possibile instaurare una “regime autocratico”, alla base della dittatura ci sono sempre Povertà, Disoccupazione e ingiustizia sociale. Per lui i suoi alunni sono “i falliti della globalizzazione”, sempre alla ricerca di un gruppo di cui essere membro, la continua ricerca del senso di appartenenza. I ragazzi dell’Onda iniziano ad avere il controllo su tutto. Sono loro a decidere chi può o meno assistere agli incontri sportivi, chi deve prendere parte alle recite scolastiche etc… Sarà proprio Tim, uno dei più introversi della scuola, il classico sfigato, il “coglioncello” *, a cambiare radicalmente dopo l’ingresso nel gruppo, crede profondamente in questo progetto,non si sente più isolato , ha finalmente un interesse e soprattutto un pensiero comune con i suoi compagni, e darà libero sfogo alla sua rabbia, divenendo man mano incontrollabile.

La pellicola non è il classico film sui teenager, quelli descritti da Dennis Gansel non sono i bulli che solitamente vengono mostrati dai vari TG, ma neanche i patetici Nazisti dell’Illinois. Non è l’uniforme a fare paura, la scelta della camicia bianca non è casuale, ne tantomeno il ridicolo saluto de l’Onda, ma è la facilità con cui i ragazzi convergono ad un pensiero unico. Inquieta la totale assenza dei genitori di quasi tutti i ragazzi coinvolti nel progetto. Nessuno si accorge di nulla, gli adulti sembrano totalmente assenti, anche all’interno della scuola.

Non serve andare troppo lontano per trovare dei collegamenti alla società di oggi. In tempo di crisi, con il tasso di disoccupazione in continua crescita, il pericolo di una ”sterzata fascista” è sempre incombente, piccoli gruppi con ideologie quantomeno discutibili ottengono sempre un maggior consenso popolare, in Germania cosi come in Italia, nel XX secolo cosi come oggi. Quello in atto è un allarmante decadimento culturale, un imbarbarimento generale le cui conseguenze saranno pagate a breve. Non basta dire che il peggio è passato, che si intravede già l’uscita del tunnel. C’è sempre un onda pronta a travolgerci.

* Ricordo chiaramente quando stuzzicavano il ragazzo Sembrava un inoffensivo coglioncello Ma scatenammo un leone... JeremyPearl Jam


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