"L’Islam minaccia l’identità italiana"? ... forse sì

Ma qual è la nostra "identità"? Esiste? E’ giusto il possessivo "nostra"? Parliamone, a partire da un articolo di Enrico Galoppini.

di titty - giovedì 13 ottobre 2005 - 3669 letture

(Traendo spunto dall’articolo "L’Islam minaccia l’identità italiana"? Per favore, siamo seri (e onesti)! di Enrico Galoppini, in cui si afferma che il punto cruciale sono soprattutto i politici, che hanno contribuito da 60 anni a diffondere in Italia una pseudo-cultura fatta di materialismo, individualismo, arrivismo, disimpegno e consumismo, incoraggiata soprattutto da una tv-spazzatura)

Assolutamente d’accordo! in tutto!

Però non dobbiamo neanche continuare a sottovalutare (come finora è stato fatto con incredibile passività e abulia!) un ulteriore problema cruciale: l’integrazione islamica nella civiltà europea.

In altre parole: evitiamo che il colpo di grazia alla nostra civiltà (ormai agonizzante dopo il massacro subito dai Media, dal capitalismo e dagli USA) venga inferto proprio da alcuni degli immigrati musulmani.

Mi spiego meglio: normalmente tutti (ma proprio tutti: cinesi, ebrei, africani, est-europei, ecc.) gli immigrati del mondo, arrivando a vivere nella nazione ospitante, hanno sempre rispettato la sacrosanta regola base del buon vivere civile: paese che vai ...

Invece nel caso dell’immigrazione musulmana (e lo si desume da molti dei fatti accaduti in Italia e in Europa, soprattutto in Francia) il proverbio sembra spesso cambiato in ’Paese cha vai, usanza che porti’!

Per me non c’è alcuna remora nell’integrare gli immigrati musulmani nella nostra civiltà (la diversità arricchisce!), purchè si tratti di autentica integrazione e non di lassista concessione nel crearsi un loro stato nello stato, con tanto di regole interne in palese contrasto con quelle della nostra Costituzione!

A quei musulmani che non intendono rispettare le regole della nostra Costituzione sarebbe il caso di spiegare che l’Italia forse non è il luogo più adatto per loro e sarebbe quindi meglio che emigrassero di nuovo, verso stati dove nessuna delle loro regole su cui non vogliono assolutamente transigere ne infrange la Costituzione.

Nessun paese arabo consentirebbe mai ad un gruppo di immigrati di diversa religione di costituire una qualsiasi forma di aggregazione che, con le sue regole interne, violasse una sola delle leggi Coraniche. Caso mai accade l’inverso: gli immigrati molto spesso devono mettere nel cassetto tutto il loro retaggio socio-culturale-religioso e devono (sic!) adeguarsi a tutte le regole, anche le più piccole, vigenti nello Stato arabo ospitante. Non parliamo poi, sempre nei paesi arabi, dell’acquisizione del diritto di voto da parte degli immigrati non musulmani: neanche col binocolo possono sognarselo!

Fortunatamente noi europei siamo più tolleranti (e ne vado fiero!) e quindi riguardo gli immigrati ragioniamo in termini di INTEGRAZIONE, non di IMPOSIZIONE.

Però, se non fissiamo rapidamente tutta una serie di regole e leggi che garantiscano una corretta integrazione degli immigrati musulmani, a brevissimo (la loro prolificità è impressionante e nettamente superiore alla nostra) rischieremo di essere sopraffatti da alcune delle loro regole, palesemente in contrasto con la Costituzione e la civiltà italiana ed europea.

E allora? Cosa fare?

1) diffidare dei politici attuali: è ben noto l’agonizzante livello di decadenza politica attuale. Il fondo potrebbe esser toccato allorquando, a differenza di ogni altra nazione civile, alcuni politici ’furbi’ arriveranno a prostituirsi con gli immigrati, regalando loro la cittadinanza senza aver minimamente fissato alcuna seria regola di integrazione, pur di attingere ad un fantastico bacino di voti. Utopia catastrofista? No. Il disegno di legge è già pronto!!

2) sensibilizzare correttamente gli italiani sull’esistenza reale del problema: come al solito i Media si dilungano per giorni sulla radiocronaca dell’arrivo di una barchetta con 100 immigrati, mentre nessuno è mai stato informato sul fatto che gli immigrati già presenti in Italia sono centinaia di migliaia; interi quartieri di molte grandi città sono ormai nelle loro mani.

3) evitare assolutamente di istigare alla guerra razziale; non si deve aizzare il popolo alla ’caccia all’infedele’. In Europa fortunatamente non siamo più nella preistoria.

4) stimolare l’deazione di intelligenti soluzioni di integrazione, incitando lo stesso popolo a proporle, anzichè aspettare che le proponga qualche politico subdolamente pronto a plasmarle ai suoi interessi!!

Ciò premesso, rimbocchiamoci le maniche!!

Tutti, ma proprio tutti!!

Smettiamola di delegare abulicamente certe questioni a chi è sopra di noi!

Se vogliamo tutelare i nostri diritti vitali (cittadinanza, libertà di vivere secondo le regole stabilite dalla NOSTRA Costituzione, ecc.) dobbiamo agire in prima persona, ideando e adottando soluzioni ovviamente consone ad una vera democrazia.

Chiuderei questo intervento focalizzandomi sulla vera causa di tutti i problemi di immigrazione: totale mancanza di un impegno a livello di singoli e di politici sul fronte di un serio aiuto alle economie del Terzo Mondo!

Se tutti questi poveracci stanno abbandonando le loro nazioni alla disperata ricerca di condizioni di vita sostenibili un motivo ci sarà. Anzi due:
- i paesi ’occidentali’, con il loro modello di economia consumista, stanno egoisticamente esasperando il divario fra paesi ricchi e paesi poveri, condannando questi ultimi all’inesorabile affondamento delle loro già agonizzanti economie.
- al di là di poche operazioni spesso di facciata, nessuno, fra noi singoli o fra i politici, ha voglia di scendere in campo in prima persona per sostenere seriamente le economie e lo sviluppo dei paesi del terzo Mondo.

Finchè non ci rimboccheremo le maniche su questi aspetti (e non mi rivolgo tanto ai politici, quanto ad ognuno di noi!) saremo sempre costretti ad annaspare nella lotta contro l’effetto del problema (l’immigrazione), proprio per non averne risolto, per negligenza e apatia, la sua causa (mancanza di sostegno allo sviluppo dei paesi poveri).

Titty


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"L’Islam minaccia l’identità italiana"? ... forse sì
15 maggio 2008, di : Antonio |||||| Sito Web: http://storiadiierioggidomani.blogs...

concordo, ma non bisogna partire prevenuti.