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Il piano Regolatore Generale fuori dagli schemi politici-affaristici

di pino ciampolillo - mercoledì 11 ottobre 2006 - 1834 letture

UN "NOSTRO" AFFARE

Sono trascorsi diversi anni da quando un Amministratore del nostro Paese, allora in carica, dall’alto della Sua saggezza contadina ebbe ad affermare “… come mai, quando in quest’aula comunale si discute di Piano Regolatore Generale, si vede sempre tanta gente…” La frase lasciata a metà non lasciava intravedere la composizione sociale di detta “gente”.

Come è ormai acclarato il Piano Regolatore Generale, ha fatto le fortune di politici ed affaristi di ogni risma (la cronaca giudiziaria, per esempio arriva a parlare addirittura di una sorta di “ministro ai lavori pubblici”). Le lotte sociali per l’affermazione e il diritto di partecipazione alla tutela e alla salvaguardia del territorio, hanno avuto un ruolo determinante nella formulazione di leggi e provvedimenti legati alla gestione urbanistica del territorio. Il Piano Regolatore Generale ripartisce, riqualifica il territorio e rende qualitativamente vivibile il nostro Paese. Riqualificare non vuol dire solo migliorare l’ambiente urbano, né solo attuare politiche sociali fornendo servizi quantitativamente e qualitativamente necessari, vuol dire riconoscere i Cittadini abitanti come protagonisti portatori di capacità progettuali, dar loro la possibilità di accedere sul piano decisionale. Significa insomma rinunciare a versioni, burocratiche, amministrative o tecniche per puntare su un’azione partecipata per ridare il senso di cittadinanza e ottimi motivi per sentire il Paese il proprio Paese.

Ciò che qui si propone è un’inversione di tendenza di quella che è ormai prassi consolidata. Ciò che si richiede è un diverso approccio e, fondamentalmente, una convinzione culturale niente affatto scontata, tenuto conto che il più delle volte gli atti amministrativi importanti si costruiscono nei U.T.C. e solo successivamente passano al vaglio dei cittadini. Da parte degli amministratori, vi deve essere una sorta di “INVESTIMENTO POLITICO” nella “PARTECIPAZIONE”, come parte integrante di un programma amministrativo. Se si riesce a Coinvolgere i cittadini nel processo di sviluppo della comunità affinché acquistino una maggiore consapevolezza dei loro problemi e dei loro bisogni impiegando le loro capacità per il miglioramento delle condizioni di vita e acquistando fiducia in ciò che si ottiene dall’azione unitaria finalizzata al raggiungimento degli obiettivi comuni. La Partecipazione non può limitarsi al semplice chiedere o informare di decisioni già prese a monte. La partecipazione non è una decisione spontanea che arriva da una “illuminazione”, ma è il faticoso frutto di un lavoro quotidiano, continuo ed intenso che non può non coinvolgere tutta la macchina amministrativa.

Questo è l’invito! Il momento dell’elaborazione del Piano Regolatore Generale è un’occasione che non possiamo perdere, per sviluppare economicamente e socialmente la nostra comunità

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Pino Ciampolillo


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