Intervistato Alfio Grimaldi candidato Sindaco di Sinistra Ecologia Libertà Lentini

La Città di Lentini si avvia alle elezioni che indicheranno il Sindaco e il quadro politico di riferimento per i prossimi cinque anni. Sono elezioni “difficili” poiché è difficile la situazione in cui versa Lentini. Una comunità particolarmente colpita da una crisi devastante. Crisi nata da cause interne ed altre più generali. Come uscirne? Lo abbiamo chiesto al Dr. Grimaldi candidato del Sel Lentini al massimo scranno di Palazzo Scamacca, sede del Comune di Lentini.

di Segreteria SEL Lentini - sabato 2 aprile 2011 - 3309 letture

Alio Grimaldi

La prima domanda è piuttosto prevedibile.

- Perché hai deciso di candidarti a Sindaco di Lentini?

“In verità ho accettato la proposta che mi è giunta prima dai giovani di Libertà Eguale e poi da SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ per due motivi essenziali: il primo è costituito dalla piena adesione ai temi di una nuova municipalità, liberata dalla politica degli affari e riconsegnata al bisogno comune di trasparenza, solidarietà e diffusa partecipazione; il secondo è che sono certo della piena collaborazione dei giovani militanti di SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ e di quanti mi appoggiano, nell’attuazione del comune programma di riqualificazione della politica cittadina.”

-  A Lentini negli ultimi anni la Sinistra, o Centro-Sinistra, non ha dato il buon esempio. Sia in termini etici che dal punto di vista amministrativo. A me pare un dato preoccupante...

“Lo è certamente. Il dato inconfutabile è che la politica cittadina sia di sinistra che di destra, nell’incapacità di autonomia politico-culturale, si è piegata ai valori ed ai voleri dei gruppi di affari che vedono nelle realtà territoriali nuovi spazi ed ampi margini per profittare privatamente: dalle cementificazioni alla gestione dell’acqua, dalla gestione dei rifiuti alle nuove forme di energia, dalla concentrazione della proprietà agricola all’invasione delle catene commerciali che distruggono il piccolo commercio e ciò che intorno a questo si sviluppava. È esattamente contro questa sudditanza che SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ, ad esempio, si muove per ridare alla comunità la sua autonomia nelle scelte di politica economica.”

- Un altro dato preoccupante è che la Sinistra si presenterà profondamente divisa. Possibile che non ci si possa levare di torno questa naturale tendenza al dividersi propria delle forze appartenenti alla Sinistra?

“Personalmente non credo che esista qualcosa definibile come “La sinistra”, così come non credo che esista “La destra” o “IL centro”. Esistono invece forze che si muovono su contenuti comunitari, che per intenderci diciamo “di sinistra”, e forze che si muovono su contenuti spiccatamente mercantili e privatistici. Le forze che si muovono su contenuti di questa sinistra ossia contenuti comunitari, troveranno sempre e comunque punti di condivisione e motivi di unione.”

- Sembra che il Sinistra Ecologia Libertà abbia deciso di andare da solo. Ne devo arguire che gli incontri effettuati negli ultimi giorni non abbiano sortito l’auspicato effetto di trovare compagni di viaggio affidabili...

“SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ non andrà in solitaria. Ripeto SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ si muove con quelle forze politiche e sociali che mettono al centro dell’azione politica la fondazione di un nuovo Municipio, del municipio della comunità. Chiunque si muova in quest’ottica sarà nostro alleato, siano essi partiti, associazioni, organizzazioni o singoli cittadini.”

- Definire Lentini una Città in crisi significa rasentare la scoperta della classica acqua calda. Dove e quando abbiamo perso il bandolo della matassa della nostra storia?

“Diciamo che dal punto di vista civico Lentini, semplicemente, non è più una città. È un insieme di abbandoni sociali, economici, architettonici, culturali, un insieme di abdicazioni all’interesse privato. A Lentini cresce la povertà, l’insieme delle povertà, mentre pochi si arricchiscono in modo spudorato stabilendo e diffondendo le nuove norme morali, quelle dell’egoismo mercantile, che rompe ogni solidarietà, che se ne infischia dei beni comuni. A mio modo di vedere non si è perso alcun “bandolo della matassa”, quello che chiamiamo stato di crisi è proprio il portato di quella matassa, il suo sviluppo naturale. È proprio nello storico modello di sviluppo che si annidano le origini di questa crisi, è la “matassa” che va cambiata, la direzione complessiva.”

- In che modo stai impostando il tuo progetto per la Città? Hai già individuato i suoi assi portanti?

“Un progetto di reale cambiamento non può che venire dalla condivisione e dalla partecipazione il più estesa possibile attorno ai temi che abbiamo sintetizzato nella nostra carta degli intenti. Gli assi portanti sono quattro: 1. Cultura dell’abitare, che rimanda ad un ripensamento collettivo del PRG; 2. Cura della comunità, che vuol dire ripensare, ad esempio, alla solidarietà sociale, ai diritti di cittadinanza; 3. Spesa pubblica ossia riconsegnare il Bilancio di previsione cittadino ai suoi abitanti; 4. Patrimonio comune, che rimanda alla precisa volontà di riqualificare e socializzare ciò che è il patrimonio comune: dai beni culturali a quelli ambientali, che significherà tra l’altro valutare le possibilità di produzioni sociali su terre comuni. E quelli che pensano siano solo slogan, aria fritta, come i soliti “programmi elettorali”, si sbagliano di grosso. Su questi punti SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ si batterà con o senza il Sindaco e senza alcuna mediazione.”

- Come fare a rimettere in funzione le normali dinamiche democratiche allorquando in ampi strati della popolazione leontina regna sovrana l’indifferenza?

“Come detto la crisi e l’indifferenza sono prodotti di dinamiche sociali ben determinate. Creare istituti cittadini di partecipazione alle scelte che riguardano tutti gli abitanti è il primo dei nostri obbiettivi. Si tratta solamente di essere onesti, estremamente concreti e determinati.”

- Il territorio - nelle sue differenti forme ed espressioni - è in stato di totale abbandono. Cosa fare per renderlo strumento principale di un plausibile progetto di sviluppo.

“Occorre intendersi sul significato del termine sviluppo. Sino ad oggi ha significato pensare il territorio come “risorsa” da sfruttare nei termini del mercato. Oggi ci rendiamo conto che proprio questa interpretazione ha invece sfiancato il territorio, ha distrutto la campagna e la città e i suoi stessi cittadini e con un tasso di disoccupazione giovanile impressionante, toglie ogni speranza di futuro. Pensare il territorio non più come “risorsa” mercantile, ma come espressione di nuovi possibili rapporti improntati alla sostenibilità, ad elementi di economia solidale, al restauro e valorizzazione della ruralità e dei beni culturali, costituisce l’unica via ad uno sviluppo congeniale.”

- La cultura, un tempo vanto della nostra Città, sembra un’entità ascrivibile a pochissime persone. L’immaterialità può generare effetti materiali benefici?

“La cultura,le culture, hanno effetti benefici, materiali, quando sono il prodotto di esperienze comunitarie che hanno per oggetto la comunità. Così è per la cultura politica, per quella economica, architettonica, letteraria, del paesaggio. Riprendere e valorizzare questa cultura come bene comune fa parte del nostro programma e del nostro stile di vita.”

- In pochi anni sia Carlentini che Lentini hanno perso 4.000 cittadini che si sono cancellati dalle liste anagrafiche. Una spia allarmante per un territorio in fase di avanzato impoverimento. Come invertire tale tendenza?

“Le persone vanno via per assenza di lavoro/reddito, vanno via per assenza di situazioni abitative e ambientali congeniali, vanno via perché a Lentini, come in molti altri centri, si è persa complessivamente la dimensione dell’abitare. Certo, la crisi economica è generale, ma parte delle colpe sono da addebitarsi anche i Comuni, che non si fanno carico o non sanno farsi carico dei problemi della comunità. Farsene carico significa da esempio sostenere i redditi, sviluppare economie alternative, fare scelte di programmazione economica legate alle peculiarità del territorio, che è, nonostante tutto, prevalentemente agricolo, pensare realisticamente alle cosiddette filiere corte, impegnarsi in progetti di recupero del territorio ad economie di solidarietà, svincolarsi dalle spese che soddisfano solamente i soliti affaristi. È un falso storico dire che i Comuni non hanno strumenti per fronteggiare la crisi. È solamente questione di volontà e chiarezza politica.”

- Lentini è al centro di importanti infrastrutture di collegamento e trasporto. Nessuno - a Lentini - sembra essersi accorto di questo. Cecità della politica?

“Non mi sembra stiano effettivamente così le cose. Si pensi ad esempio alla ferrovia ed alla stazione ferroviaria e si chieda ai lavoratori pendolari e agli studenti universitari cosa ne pensino. C’è, in verità, un generale abbandono di certi servizi comuni e, anche su questo il nostro Comune è latitante, assente, disinteressato. Lentini non è affatto al centro di importanti infrastrutture, viceversa il suo territorio è attraversato e ferito da certe infrastrutture. La nuova velocità e facilità con cui è possibile essere raggiunti o raggiungere Catania o Siracusa non ha alcun senso per il nostro territorio se non si ripensa complessivamente alle qualità territoriali da restaurare e da costruire.”

- La Mafia nel circondario c’è, ma, come tanto altro, si è rimosso il problema. Hai in mente dei provvedimenti per allentare questo abbraccio mortale?

“Forse bisognerebbe chiedersi e con estrema urgenza cos’è che crea criminalità nel nostro territorio. Rispondere a questa elementare domanda, sarebbe già un passo avanti e fornirebbe gli strumenti per operare positivamente alla prevenzione del crimine. L’abbandono sociale è criminogeno, le sperequazioni sociali sono criminogene, le ideologie del “profitto a tutti i costi” sono criminogene, gli interessi privati sugli affari pubblici sono criminogeni. Allora il problema reale, impellente, il problema di tutti e prima fra tutti del Comune è muoversi contro ciò che è criminogeno. Gli appelli alla legalità sono del tutto risibili quando si concorre nei fatti a mantenere i motivi dell’illegalità.”

- Il Prg dorme sonni tranquilli nei cassetti dell’ufficio tecnico. Forse perché il partito del cemento armato non si è ancora messo d’accordo? Tu come imposteresti un Prg realmente utile alla Città e non alla cricca?

“Il PRG è già stato violentato cento volte e soffre di insonnia per le continue assurde modifiche che vengono apportate su invito di questo o quel gruppo di “benefattori”. Gli unici a non avere parola in capitolo sono proprio i cittadini. Occorrerà allora porre le basi per una estesa partecipazione degli abitanti ai piani che riguardano il loro territorio. Alcuni ritengono sia una cosa impossibile e che solo ai tecnici è data la possibilità di pensare a regolamentare il territorio. Per me è vero il contrario: solo dagli abitanti può venire fuori una immagine del territorio legata ai bisogni reali della comunità.”

- Possiamo avere ancora un briciolo di speranza? Come possiamo costruire un futuro da un presente più giusto e solidale?

“Certo che possiamo e dobbiamo avere speranza. E votare SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ è già un piccolo passo per la costruzione di quel giusto e di quel solidale che attualmente sono stati resi latitanti dal nostro territorio.”

Speriamo che la speranza non si incavoli e decida di abbandonarci. L’unica soluzione per evitare l’avverarsi di scenari più critici è che i cittadini ritornino a fare i cittadini.

Fonte: INFORMASICILIA

Intervista a cura di,

Dr. Emanuele Gentile

Giornalista Pubblicista / Freelance

Sinistra Ecologia Libertà Lentini

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