Intervista di Wolinski alla moglie di Maometto

In esclusiva per i lettori di Girodivite, l’intervista che il giornalista e vignettista Georges Wolinski è riuscito a spedirci...

di Sergej - mercoledì 7 gennaio 2015 - 2462 letture

Care lettrici e cari lettori di Girodivite, vogliamo onorare i redattori di Charlie Hebdo uccisi da coloro che non tollerano la democrazia nel mondo, pubblicando - a nostro rischio e pericolo - questo ultimo intervento che ci è giunto per vie traverse. Si tratta di una intervista che ci è giunta in posta elettronica proprio in queste ore con "preghiera di pubblicazione". Ci perdoni Wolinski per il nostro atto, in queste ore e con il dolore che noi tutti abbiamo nel cuore. Che gli dèi ci assistano.


Intervista a Aisha, moglie di Maometto

di Georges Wolinski

(vi prego di inserire un titolo redazionale più consono, ma di non omettere la firma. Dopotutto, questo articolo m’è costato un bel po’ per poterlo scrivere - [seguono imprecazioni in francese che qui omettiamo])

Appena giunto da queste parti mi sono subito dato da fare. Il posto è tranquillo e confortevole, non piove né fa freddo, anzi debbo dire che c’è una temperatura primaverile. Alcuni caseggiati sparsi, non isolati ma neppure appiccicati troppo gli uni agli altri. Certo, c’è questa cosa che il terreno su cui si cammina è nuvoloso - non si tocca terra ma una superficie ovattata, un po’ troppo soffice per i miei gusti, ma ci si fà presto l’abitudine.

Chiedo a una signora, che individuo in una di queste casette, attraverso una finestra che dà sulla strada. La signora armeggia in cucina inveendo contro le padelle dai manici troppo corti e contro gli spigoli della cucina a suo dire troppo spigolosi. La signora al mio saluto mi guardà stupita, ma mi indica gentilmente la direzione verso cui debbo andare. La casa che mi è stata indicata non si distingue dalle altre che sorgono su questo versante della collina - o almeno quello che si potrebbe definire una collina ovvero un accumulo di nuvola più alto rispetto al resto della nuvola. Busso alla porta. Una voce femminile mi dice di entrare. Ci incontriamo in un ampio salone, pieno di cuscini e un caminetto. Mi assicuro che sia proprio lei la persona che cerco.

- Sì, io sono Aisha -, dice lei. Mi fa sedere su uno dei cuscini e mi mette sotto il naso subito una tazzina di té nero che odora di gelsomino.

- Lei è la moglie di Maometto, il profeta... - inizio io.

- Sì, sono io... Mmm... sta registrando? -

- Bé sì, vorrei farle una intervista e... - La donna scrollale spalle. Ok, ha accettato di essere registrata. L’intervista può procedere.

- Sono la moglie di Maometto come lo chiamate voi, Muhammad... quanto al profeta...

- Non è un profeta?

- Sa, io sono la moglie... diciamo che per una moglie il proprio marito è solo il proprio marito. Quello che combina fuori casa il marito...

- In effetti più che a suo marito io ero interessato proprio a lei.

- Beh ne sono lieta. C’è questa cosa che noi mogli viviamo all’ombra di questi uomini famosi, e nessuno se ne interessa. Tutti finiscono di parlare di loro, mentre noi... Non che poi alla fin fine ci importi ma...

- Lei parla al plurale. Ha altri rapporti con altre mogli di uomini famosi da queste parti?

- In effetti qui siamo una piccola comunità. Ci si vede, ci si scambia piccoli favori. Chessò il sale o lo zucchero quando a una manca, qualche ricetta di cucina. Ci si aiuta tra di noi... Questo fatto che siamo le mogli di profeti...

- Ma oltre a lei...?

- Beh, c’è la mia amica Maddalena, sa l’amichetta di Gesù, quello che ha avuto tanto seguito in Occidente... E poi c’è la moglie di Buddha che qui noi tutti chiamiamo la Signora Buddha. Sa, per via della stazza. Non che sia proprio una cicciona... diciamo che un po’ di dieta le farebbe bene...

- Non pensavo proprio che voi mogli di uomini di quel tipo, diciamo, potesse vedervi e conoscervi... uomini che vantavano di essere inviati dal Dio...

- Sì, inviati...

- Non mi sembra molto convinta.

- Le ripeto, noi mogli abbiamo sempre visto le cose da un altro punto di vista, dall’interno se si può dire. Dei nostri uomini abbiamo conosciuto gli aspetti più intimi, non pubblici...

- E Muhammad suo marito, com’era nell’intimità?

- Sa, quando Muhammad decise di sposarmi io ero una bambina si può dire...

- Lei è stata la moglie più giovane del profeta dell’Islam. A quanto se ne sa lui aveva già cinquant’anni...

- E già. E a cinquant’anni un uomo è, come dire, un po’ rigido... ha le sue abitudini, la sua routine domestica... I ricordi delle mogli passate...

- Dicono che il ricordo della sua prima moglie, Khadija, fosse molto forte in Muhammad...

- E me lo ricordo ancora: "Khadija di qua, Khadija di là... come faceva Khadija il letto, come puliva bene Khadija il vaso da notte...". Eccome se me lo ricordo! A cinquant’anni gli uomini sono come dei bambini, glielo dico io!

- Muhammad doveva molto alla sua prima moglie...

- Altroché. Se non avesse sposato Khadija, che era più grande di lui, lui avrebbe fatto la fame. Era lei quella che teneva i cordoni della borsa in casa. Pur di tenersi quel marito giovane con cui vantarsi con le amiche accettava anche le sue scappatelle. Quando lui diceva che doveva andare a vedere l’arcangelo Gabriele, come lo chiamate voi, Jabrid... Altro che Gabriele andava a vedere! Ma se credeva che con me potesse continuare a giocare al damerino, e alla sua età per di più...!

- E questa differenza d’età le pesava...

- E a chi non sarebbe pesato!

- C’è stata quella storia di quando lei si perse nel deserto...

- Ancora con quella storia! Non ne posso più! Quella fu una ennesima porcata di suo cugino, Ali. Fu lui a far ripartire la carovana, sapeva benissimo che io ero scesa dal dromedario.

- Riassumendo per quanti non conoscono la storia: lei, narra la storia, scese dal baldacchino montato sul dromedario perché le si era spezzata una collana. E stava recuperando le perline quando la carovana ripartì lasciandola sola nel deserto. E quando riuscì a tornare accompagnata dal giovane beduino che l’aveva salvata suo cugino Ali cercò di convincere Muhammad a ripudiarla...

- Tutte storie. E poi non ero scesa per via della collana ma perché dovevo fare la pipì. E in ogni caso, con chi fossi stata questo poteva non importare a nessuno. Il fatto è che c’erano in ballo motivi politici, di potere. Gli uomini sono sempre stati gelosi delle donne, hanno sempre avuto paura di noi donne... Quando c’era ancora in circolazione Kadhija che era quella che aveva i soldi, erano tutti con due piedi in una stessa scarpa. Con me se ne approfittavano, dicevano: che vuoi che ne capisca quella che è una bambina...

- Però quando Muhammad è morto, o come dice la tradizione, è stato teletrasportato in cielo, lei ha avuto in mano...

- Sì è vero, c’è stata la possibilità. Ma quell’Ali ce l’aveva a morte contro di me, e alla fine le cose sono andate come sono andate...

- Un Islam al femminile sarebbe stato diverso?

- Perché solo un Islam? E allora il cristianesimo? Quando Geshua è morto, chi crede che abbia mantenuto il gruppo compatto? Quei quattro morti di fame degli "apostoli", come poi si fecero chiamare? E’ stata la mia amica Maddalena, assieme al resto del gruppo delle ragazze. E perché, anche per la storia di Buddha, non è forse accaduto una cosa simile?

- Ma con Kaddhija non vi vedete...

- Oh, lei è anche lei qui. Abita dall’altra parte della collina. No, non ci vediamo molto spesso, qualche volta ci mandiamo un sms... sa la differenza d’età. Mi ritrovo più vicina con Maddy...

- Beh, mi piacerebbe intervistare la sua amica Maddalena. Penso potrebbe dirmi molte cose anche della sua vicenda, da un punto di vista non tradizionale...

- E lo credo proprio!

- Ma quello che non capisco bene è proprio questo posto... E’ una specie di paradiso?

- Paradiso... diciamo che è un posto. Il posto dove si va dopo aver avuto a che fare con le cose della terra...

- Ma io...?

- Per quello che ne so, lei dovrebbe trovare il suo posto un po’ più avanti. Diciamo che per lei è stato destinato il paradiso dei vignettisti. Sa, i nostri sono gli unici due paradisi esistenti...

- Scusi non capisco bene...

- Beh, esiste questo posto: il paradiso delle donne. Qui vanno solo le donne. L’unico altro paradiso esistente è quello dei vignettisti. Lì vanno solo i vignettisti e gli autori di satira. Sia uomini che donne. Lì, diciamo, sono un po’ più promiscui...

- Esiste un paradiso solo per gli autori di satira?

La donna aveva annuito distrattamente.

- Ma, aspetti. Mi sta dicendo che esiste solo un posto per le donne e un posto per gli autori di satira. Ma... e gli altri?

- Gli altri che?

- Gli uomini, i maschietti...

- Ah, per quelli non esistono posti liberi.

- Ma come! Ma se tutte le religioni assicurano che per chi muore, compresi i maschi, esiste la possibilità dell’inferno e del paradiso...!

- Ah, ma quelle sono i raccontini che si fanno ai bambini per farli stare buoni. Maschietti in paradiso o in inferno, questa sì che è buona! Ne inventate voi di cretinate laggiù, eh? vi vedete tutti quei film, quelle telenovelas...

- Ma Dio, lui...

- Lei

- Eh?

- Non "lui", "lei".

- E’... femmina?

- E certo, certo che è femmina. Ma crede forse che un maschio possa generare cioè partorire il mondo, il creato, le cose del cielo e della terra... partorire la prima donna...?

- Sì, questo spiega un po’ di cose. Dio femmina. Dunque niente aldilà per i maschietti...?

- Niente. So che ne arrivano ultimamente, naturalmente. C’è un comitato apposito d’accoglienza, fatto di vecchie suore cattoliche che nel corso dell’esistenza avevano creduto di ingraziarsi Dio facendo voto di castità. Loro, assatanate, ne fanno incetta. Li usano, ma poi li buttano via...

- Ma se l’adilà è solo per le donne, come mai c’è un posto anche per gli autori di satira?

- Dio è femmina. Se fosse stato maschio, non ci sarebbe stato un paradiso né per le donne né per gli autori di satira. Invece è capitato che Dio è femmina, e proprio perché non è un maschio, le piace ridere e ha il senso dell’umorismo. Per cui "loro", quelli che ti hanno ucciso, non avranno futuro.

- E...

- Senta, credo si sia fatto tardi...

La moglie di Muhamed il profeta, Alisha, mi accomiata. Mi ritrovo a camminare su quel tappeto di nuvole con molte domande che avrei voluto porre, di cui avere risposta. Ma ora credo proprio che avrò un sacco di tempo a mia disposizione per farle, magari direttamente alla Capa di tutto.

(fine)


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