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Intervista al Sen. Fernando Rossi su Afghanistan e altro

Il Sen. Fernando Rossi in queste ultime settimane ha assunto il ruolo di “monitor” su una certa situazione di crisi latente nella compagine che esprime il Presidente del Consiglio Romano Prodi

di Emanuele G. - martedì 17 aprile 2007 - 3563 letture

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Sen. Fernando Rossi

Dopo aver ospitato due comunicati stampa questa volta vi presentiamo un’intervista al Sen. Fernando Rossi. Pertanto i nostri lettori lo conoscono molto bene con la conseguenza di rendere inutili ulteriori parole introduttive.

Ci può spiegare la sua scelta di astenersi?

“Avrei dovuto votare contro, ma le dichiarazioni di D’Alema e le minacce di crisi se non c’era la "famosa" (quanto "pretestuosa" autosufficienza, mi hanno indotto ad adottare la forma di dissenso meno grave per la tenuta del Governo: quella di non risultare presente al voto, riducendo il quorum necessario (metà dei partecipanti al voto, più 1).”

Quando lo ha deciso ha valutato le conseguenze di questa sua posizione?

“Nel vedere i numeri e nell’udire gli schiamazzi di gioia del centro-destra ho pensato di averla fatta grossa; poi, mezzora dopo, ho guardato la "strisciata" dei singoli voti ed ho capito che si era trattato di una trappola, tantè che se anche io e Turigliatto avessimo votato a favore il quorum si sarebbe spostato a 161 e saremmo andati sotto ugualmente.”

Tutti le hanno “sparato addosso”… Come si è sentito?

“Non bene, ma so chi muove la stampa italiana e dello stalinismo gratuito di cui sono capaci DS, PdCI e altri...”

Da quali ragioni nasce la sua posizione?

“Necessità di pulizia morale, etica e politica. Chi chiama una guerra "pace", può fare e dire ogni cosa con la faccia più serena di questo mondo...infatti, lo fanno!”

Perché ci dovremmo ritirare dall’Afghanistan?

“Perché restare in quella guerra, come in quella irachena, come nella prossima iraniana, è immorale e da servi degli interessi americani e scava un vallo sempre più ampio verso il mondo arabo. Prima dell’arrivo degli americani la produzione di oppiacei era praticamente nulla, ora l’Afghanistan è il maggior produttore mondiale. I bombardamenti USA e Nato fanno centinaia di morti ufficiali (migliaia reali) in gran parte donne e bambini, essendo gli uomini validi sui monti, poi arrivano le bande dei signori della guerra, che fanno parte del Governo, e completano con stuprie violenze; quando se ne vanno arrivano i talebani e allora, a meno che non siano i gruppi più coscienti, ricominciano nuove sofferenze per chi ha "collaborato" con USa, Nato o bande filo Karzai; mentre le risorse che ONU, Europa e USA dicono di destinare alla popolazione finiscono nelle tasche dei governativi e dei signori della guerra, c’è una corruzione che secondo l’ONU è "massima".”

Cosa non le convince nella politica estera del Governo Prodi?

“Che non si dica la verità sugli accordi internazionali, che restino segreti quelli fatti da altri governi, che gli Usa possano dire che noi abbiamo perso la seconda guerra mondiale e quindi loro comandano in casa nostra, con decine di basi militari, con 90 bombe atomiche (conosciute) ed ora con una nuova base a Vicenza e il nostro acquisto di 131 aerei a 200 milioni di € l’uno ! Poi non abbiamo i soldi per curare ed assistere le centinaia di soldati italiani tornati da Yugoslavia, Somalia, Iraq e dal Libano con tumori da uranio impoverito, che (ci dicono) gli americani hanno usato nei bombardamenti, senza nemmeno avvertirci.”

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Officina Comunista

Come costruire una reale politica di pace?

“Contrastando la politica di guerra delle Corporation finanziarie americane, ridando ruolo all’ONU, mettendo in campo una politica europea amica di tutti i popoli, e quindi anche degli americani, ma autonoma ( ad esempio come quella Francese ); ma soprattutto onorando gli impegni internazionali verso la cooperazione sanitaria, contro la fame e la sete, per un commercio internazionale più equo e solidale.”

Su quali versanti si svilupperà la sua attività di Senatore?

“Garantendo i voti di fiducia al Governo Prodi ed il sostegno ai vari provvedimenti previsti nel Programma elettorale dell’Unione, perchè gli attuali rapporti di forza in parlamento non consentono soluzioni che diano maggiori garanzie sociali.”

Per lei cosa significa il termine “responsabilità politica”?

“Appunto. Votare provvedimenti che non condivido fino in fondo, ma che erano parte del compromesso raggiunto tra forze tanto diverse (Radicali e Udeur da un lato, Rifondazione e PdCI dall’altro); anche se bisognerà cominciare a chiedersi quando comincia l’attuazione anche delle parti buone ( Migliorie sociali). Ma responsabilità e correttezza politica sono anche: non raccontare frottole e agire sempre per il bene comune, anche quando è il partito che ti chiede di fare una certa cosa...., non farla se è smaccatamente contro l’interesse popolare.”

Quale giudizio da lei sull’azione fino ad ora svolta dall’insieme del Centro-Sinistra?

“Insufficiente verso la guerra e verso le reali condizioni di vita di operai, pensionati, lavoratori precari e famiglie in difficoltà finanziarie a causa della debolezza dei servizi socio-sanitari ed assistenziali. Poi sono in arrivo le scelte sulle pensioni e le privatizzazioni (non bastassero i disastri e la ruberie di denaro pubblico, combinati con quelle fatte finora).”

Officina Comunista


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Intervista al Sen. Fernando Rossi su Afghanistan e altro
11 maggio 2007, di : STEFANO PIAZZA

Dalle chiare e trasparenti parole che delineano una linea politica coscenziosa rispetto alla politica da sempre praticata da chi si ritiene un uomo di sinistra devo considerare coerente l’astensione al voto del senatore Rossi. Ritengo che in Italia la sinistra ormai da troppo tempo incontra difficolta nel riscuotere consensi per via del fatto che spesso la gente non trova una reale differenza tra le parti,una differenza che in barba ai più revisionisti non può non esserci con una destra sempre più agguerrita. E per questo è opportuno dare anche piccoli segnali di dissenso,perchè vengano letti tra le righe come uno stralcio di libertà di pensiero sempre più a rischio in un paese confuso e oppresso dalla strumentalizzazione mediatica a da una informazione controllata dal potere. NON STANCHIAMOCI DI AFFERMARE CIò CHE PENSIAMO,ANCHE A COSTO DI ESSERE IMPOPOLARI!IL PENSIERO LIBERO è UN BENE PREZIOSO.