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In aumento le malattie sessualmente trasmesse

Secondo una recente indagine nell’ambito del Sistema di sorveglianza sulle Malattie Sessualmente Trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Igiene e Sanità Pubblica.

di giovanni d’agata - martedì 15 marzo 2011 - 3265 letture

Prevenire è meglio che curare, non solo il motivo di un famoso spot, ma dovrebbe essere per tutti uno stile di vita. Diciamo dovrebbe, perché anche quando nella nostra società si raggiunge una certa consapevolezza sulla dannosità di certi comportamenti, comunque ci ostiniamo a ripeterli o a non osservare le adeguate accortezze. Accade così che in Italia, nonostante siano noti i rischi di contagio per via sessuale delle più svariate patologie, sia ancora troppo poco diffusa la necessità d’informarsi e di utilizzare le giuste precauzioni.

A comprova di quanto suddetto, sono a dir poco impressionanti i dati sull’aumento dei contagi, soprattutto tra i giovani della Condilomatosi genitale che come è noto è causata principalmente da due ceppi specifici di Papillomavirus (HPV, Human Papilloma Virus): il 6 e l’11. Si manifesta, per lo più senza alcun sintomo soggettivo, sotto forma di escrescenze carnose presenti sui genitali o nella zona anale (le cosiddette "creste di gallo") e può causare conseguenze irreversibili sulla fertilità e sulla qualità della vita.

Secondo una recente indagine nell’ambito del Sistema di sorveglianza sulle Malattie Sessualmente Trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Igiene e Sanità Pubblica (vol. LXVI n°6, novembre/dicembre 2010) e da uno studio condotto dalla SIGO (pubblicato su It J Gynaecol Obstet, 2008, 20:33-42) i casi di contagio della condilomatosi genitale in Italia sono raddoppiati tra il 2004 e il 2008, sino a raggiungere nel nostro Paese i 250.000 ogni anno ed una maggiore diffusione tra i giovani al di sotto dei 25 anni. Peraltro, nel 2008, in circa il 4% dei pazienti con condilomi si associa anche l’infezione da HIV.

Per non parlare dei costi sociali di questo trend in crescendo che comporterebbero un costo per il servizio sanitario valutato circa sui 400 euro per caso che può essere praticato o attraverso l’utilizzo di farmaci quali l’acido tricloroacetico o l’imiquimod o anche di tipo fisico e tra questi la laserterapia o la crioterapia; v’è da dire che però assai spesso tali trattamenti non sono risolutivi ed il problema può ricomparire già solo dopo poche settimane dalla terapia.

L’unica soluzione reale al problema, come tenevamo a precisare all’inizio, sta certamente nella prevenzione e quindi nella necessità d’informare la popolazione in generale ed in particolare i più giovani circa l’esistenza di questa patologia, ancora troppo poco conosciuta, sulla sua modalità di trasmissione, sull’inevitabilità di rivolgersi precocemente al proprio medico curante per una diagnosi e un trattamento adeguati. Proprio per tali ragioni, come sottolineano tutti gli studi in materia, risulta fondamentale il coinvolgimento dei partner, per evitare la trasmissione non solo dei condilomi, ma per tutte le patologie che si trasmettono attraverso i contatti sessuali, alcune purtroppo letali.


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