Illuminata dal Sole

Cinque notiziette dell’italietta nostra

di Adriano Todaro - mercoledì 23 novembre 2016 - 3498 letture

1/a notiziaIl Sole non brilla più o, almeno, si è offuscato. Parliamo del Sole-24 Ore il quotidiano di proprietà della Confindustria che nei giorni scorsi ha fatto addirittura sciopero. Il fatto è che si è scoperto che i conti del terzo trimestre dell’anno, hanno altri 11 milioni di euro di perdita. In totale il Sole ha una perdita di 61 milioni e un indebitamento di 41 milioni di euro. Un grande risultato, senza dubbio. Al punto che è necessario premiare chi ha amministrato il giornale, quella che di nome fa Donatella e di cognome Treu. Dopo sei anni di sua amministrazione con i bilanci in perdita, ora se ne andrà con 1,5 milioni di euro. Non è meraviglioso? La gentile signora è una sgobbona mica come voi, tardi e lasagnoni, che fate un solo lavoro. Bisogna darsi da fare, stare al passo con i tempi, lavorare, lavorare, lavorare. E così fa anche la consigliera alla Fincantieri. Nel suo curriculum, a un certo punto, parlando dell’esperienza del Sole scrive in terza persona: “Ha avviato un’intensa trasformazione tecnologica e infrastrutturale del gruppo al fine di sviluppare una strategia di innovazione e di digital trasformation di prodotti e servizi”. Voi, che siete limitati, avreste scritto “trasformazione digitale” ma la signora è moderna e sa l’inglese e poi non vedete come rende meglio scrivere “digital trasformation”? Ed è stata così intensa questa trasformazione tecnologica che ha compiuto l’amministratrice delegata che nel 2007, quando il Sole è stato quotato in Borsa, il prezzo per azione era di 5,75 euro; oggi vale 33 centesimi. Se il Gotha del padronato amministra in questo modo, possiamo capire il perché le aziende vanno male. L’Ads (Accertamento diffusione stampa) ha scoperto che la diffusione del giornale confindustriale era gonfiata e ha pensato bene di tagliare 109 mila abbonamenti digitali. Insomma, un grande risultato al punto che gli alti vertici di Confindustria hanno pensato di premiare anche il direttore del giornale, Roberto Napoletano. A questo, come buonuscita, gli daranno 2,2 milioni di euro. A una condizione: che convinca i giornalisti del Sole a decurtarsi lo stipendio. Lo stipendio degli altri, mica il suo. Tornando però a Donatella ho scoperto che, nel passato, è stata nominata Commendatore della Repubblica italiana ed è stata premiata con l’Ambrogino d’Oro dalla città di Milano e che nel 2015 si è aumentata lo stipendio rispetto ai compensi del 2014: +12,3%. E poi dicono che c’è la crisi! A proposito, tutte queste persone, al referendum hanno deciso di votare SI’.

2/a notizia – Il giovane-vecchio democristiano Renzi, va a pontificare dal chierichetto Fabio Fazio e parla, per un quarto d’ora, di referendum con se stesso. Dopo quattro giorni il presidente della cosiddetta Agcom, cioè l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cioè i partiti, si sveglia dal suo torpore e si accorge che così non va. E ordina alla Rai di presentare “entro 24 ore la lista dei prossimi ospiti di Che tempo che fa”. Una paura della madonna! La Rai rischia una grossa multa che comunque pagheremo noi perché, ricordate sempre che siamo noi i padroni della Rai. Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, è stato nominato da Mario Monti a sua volta nominato da Re Giorgio di Savoia. E l’ha nominato, per la durata di sette anni, senza alcun procedimento comparativo di valutazione. In pratica Monti ha scelto Cardani cestinando gli altri curricula. Di mestiere fa o dovrebbe fare il professore alla Bocconi. Ma ha frequentato anche la London School of Economics and Political Science. Ammazzate che testa fine! Pensate che io ho fatto le serali! A proposito, tutte queste persone, al referendum hanno deciso di votare SI’.

3/a notizia – I genitori del boy scout fiorentino, lo scorso anno si erano dimenticati di citare nella dichiarazione dei redditi una società legata all’ex presidente di Banca Etruria. Boca roba. Sapete com’è. Uno ha più società e ci si può anche dimenticare. Comunque, non succederà più. E non succederà più perché c’è una comunicazione del presidente del Consiglio che così recita: “Il sottoscritto Matteo Renzi, in qualità di presidente del Consiglio dei ministri, dichiara che la moglie Agnese Landini, i genitori Tiziano Renzi e Laura Bovoli, le sorelle Benedetta Renzi e Matilde Renzi, il fratello Samuele Renzi, le nonne Anna Maria Pandolfi e Maria Violanti, non hanno dato il consenso alla pubblicazione della Dichiarazione Patrimoniale e della Dichiarazione dei Redditi relativamente all’anno 2016”. Capito perché non succederà più di dimenticare qualche società? A proposito, tutte queste persone, al referendum hanno deciso di votare SI’.

4/a notizia – De Luca vuole ammazzare Rosy Bindi. Embè? Anch’io vorrei strozzare quello che abita sopra di me. Sono cose che si dicono così, tanto per dire. Vicienzo – per gli amici Vicienzo ’a Funtanella, per gli spruzzi di saliva che schizza quando s’incazza – è politico pragmatico. Della Costituzione a lui non fotte nulla, l’importante è che in Campania arrivi “un fiume di soldi”. Ha detto così a una riunione di 300 amministratori pubblici. Poi ha invitato tutti a lavorare, casa per casa, affinché vinca il SI’. Ad un certo punto si è rivolto all’ex sindaco di Agropoli, decaduto perché accusato di corruzione. Franco, dice pubblicamente, devi portare tanti voti per il SI’: “Vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”. Se vince il SI’, De Luca sarà senatore della Repubblica, nata dalla Resistenza e dal parto amoroso della Madonna dei Boschi Fioriti e del dentifricio Denis.

5/a notizia – Donald Trump ha vinto. E nella nostra italietta sono subito cominciati gli alti lai dei cosiddetti radical chic, i chierichetti di sempre. Donald è brutto, è misogino, è volgare, è fascista, fa rutti e scoreggia, è razzista, vuole costruire muri, non è politicamente corretto, ha sposato quel gran pezzo di ubalda solo per immagine e lei ha sposato lui solo perché ricco, ha una pettinatura bizzarra ecc. Tutto vero, tutto giusto. C’è un particolare, però. Donald è stato eletto democraticamente. Loro, gli americani, si sono ben guardati di cambiare la Costituzione anche se è molto più vecchia della nostra (1787). Loro, gli americani, i presidenti li vanno a votare. Noi, invece, ce li facciamo imporre dal savoiardo Re Giorgio. Ci ha imposto quello con il loden, poi il nipotino pallido di Letta e, infine, il grande capolavoro: il Democristiano con i Nei. La nostra sì che è democrazia. Noi i presidenti non li votiamo. Ce li prendiamo un tanto al pezzo. A proposito, tutte queste persone, al referendum hanno deciso di votare SI’ (escluso Donald che non vota).


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