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Il Parco delle Meraviglie di Francesca Battistella

Recensione del nuovo romanzo della scrittrice napoletana edito dalla Statale11 Editrice.

di Piero Buscemi - giovedì 19 ottobre 2006 - 5238 letture

Vi siete mai seduti sugli scalini della porta di ingresso di una casa, in uno dei tanti paesini della provincia napoletana? Una tra le numerosissime case a livello strada con quei gradoni rosicchiati dal tempo che ti spalancano le finestre di un passato, che pensavi già dimenticato?

Lo avete fatto mai, in silenzio, accanto ad una tra le tante Zì Lucia, che con gli occhi al Vesuvio in dissolvenza, e l’orecchio al brontolio della macchinetta del caffè, rigorosamente napoletana, vi racconta i suoi ricordi nostalgici di vita?

Se lo avete fatto, almeno una volta, potrete affermare anche voi che quelle storie, con il trascorrere dei minuti, sono diventate vostre. Confermerete come si possa assaporare la calma meticolosità dei particolari, descritti in maniera maniacale, senza tralasciare alcun dettaglio che vi possa aiutare nella comprensione. Tra un sorso e l’altro di caffè distillato dalle pause enfatizzanti di una vita vissuta.

Leggendo il nuovo libro di Francesca Battistella, Il Parco delle Meraviglie (Statale 11 Editrice, 2006), si gode di questa calma apparente che scivola tra le pagine, morse da ansia ed impazienza di un finale che ci tolga dal disagio. Perché è fin troppo evidente, già dal primo approccio, che la mano che ci conduce per i vicoli di Napoli, è napoletana doc. E che quella mano, non può non essere di Francesca Battistella.

La Battistella, in piena sintonia con questo ossessivo uso della descrizione, ce li presenta i suoi personaggi, quasi come se lo facesse di persona. Ci impadroniamo, senza accorgercene, dei lori vizi e dei loro pregi. Ci diventano familiari, continuando la lettura del romanzo, e rischiamo di parlarne con altri interlocutori, come se facessero parte della nostra vita e non della fantasia dell’autrice.

La caratteristica della narrativa della Battistella è proprio questo suo spogliare a nudo i suoi personaggi, rivestendoli di una trama accattivante che lotta continuamente, tra la curiosità del lettore verso il susseguirsi degli eventi e la voglia di identificarsi con gli attori della narrazione.

Per questa caratteristica, si rischia spesso di essere deviati dalla storia, ma la sapiente mano della Battistella ci riconduce all’intreccio guida del romanzo, concedendoci poche pause di riflessione nelle 240 pagine del suo libro. Lo spunto della trama è ricavato da una storia vera, che casualmente trova il suo sito descrittivo in Napoli. Potrebbe essere una qualsiasi altra città italiana, dove il malaffare occulta, e più spesso usa, la motivazione di un ipocrita bene collettivo.

E’ la storia di Bagnoli, del suo passato industriale più illusorio che progressivo, del tentativo di “riqualificare”, termine iperinflazionato del politichese moderno, una zona di degrado e fallimento imprenditoriale. E’ la storia del grande progetto ideato qualche tempo fa, di realizzare un Parco Scientifico e Tecnologico in questa ex area industriale, romanzata, rivista e reinterpretata dall’autrice. Una reinterpretazione, forse non troppo distante dalla realtà, dove il connubio di interessi privati di istituti bancari, politici e della onnipresente camorra, sgretolerà il progetto ambizioso e le speranze dei cittadini onesti.

La Battistella ce la racconta con garbo, addirittura con distacco. Non emette giudizi, per lo meno diretti. Ci permette di leggerli tra i dialoghi sommessi dei suoi personaggi, ma non si avverte mai l’obbligo di farlo. Ci consegna un eroe, in stile quasi ottocentesco, senza macchia e senza paura. Il commissario Palumbo. Un personaggio preso a prestito dal Montalbano di Camilleri, che la stessa autrice cita con doveroso rispetto. E una storia d’amore. Tra quest’eroe e Caterina. Una donna in carriera, forse non per scelta, ma per necessità. Bisogno di fuga da un rapporto precedente di convivenza, iniziato male e finito peggio. Una donna che si stenta a credere non sia la personificazione dell’autrice stessa.

La trama pecca forse di un azzardato ottimismo, ma questo è un mio giudizio personale. In ogni caso, non anticipo niente per consentire ai lettori di farsene un’idea personale.

Biografia dell’autrice: Francesca Battistella è nata a Napoli nel 1955. Da alcuni anni vive sul Lago d’Orta. Laureata in Sociologia, ha conseguito un Master in Social Sciences presso la Victoria University di Wellington, in Nuova Zelanda, dove ha insegnato per due anni lingua italiana e storia contemporanea presso la Auckland University. In Italia ha collaborato come traduttrice per l’Istituto di Studi Filosofici e ha lavorato come segretaria di alta direzione, addetta alle pubbliche relazioni e editor. Attrice di cinema e teatro d’avanguardia negli anno ’70 e ’80, ha un brevetto di pilota d’aereo e chilometri macinati in lunghi viaggi in quasi tutto il Medio Oriente. Yemen incluso.


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