Il Paese che amo

Storie minime che rendono la vita infelice

di Adriano Todaro - mercoledì 15 aprile 2015 - 2470 letture

Mentre mi facevo la barba, guardandomi allo specchio, mi è venuta in mente la famosa frase dell’Omino Impresentabile: “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti…”. Sapete, ogni tanto arrivano alla mente delle cose che sembrano non avere nessun nesso con il reale. E, invece, spesso sono importanti. Anch’io amo questo Paese e mi ritengo fortunato di poterci vivere, anche perché va tutto per il meglio e i nostri dipendenti in Parlamento lavorano molto e bene.

Certo, dovete fare attenzione. Ad esempio se ogni tanto vi mangiate un coniglio con patatine, attenzione perché Michela Vittoria Brambilla vi guarda e pesta duro. Ha presentato una proposta di legge affinché il coniglio sia parificato con altri animali d’affezione come il gatto, il cane ecc. Chi se lo mangia o lo commercializza, rischia da 4 mesi a due anni di carcere e una multa sino 5 mila euro. Se poi non avete adempiuto alla loro anagrafe con microchip, la multa è fra le 50 e le 75 euro.

E non è finita. La gabbia, ad esempio, come deve essere? Michela Vittoria chiede a Vittoria Michela la quale, dopo essersi messe le giarrettiere, dà i numeri per la gabbia: deve essere almeno di 1 metro x 70 cm con un nascondiglio, del cibo, il beverino, una cassetta igienica e dei tubi in cui entrare. Per almeno tre o quattro ore al giorno, poi, il coniglio deve poter andare in giro, camminare, esplorare, avere compagnia. Se ha una stanza tutta per sé è senza dubbio una buona cosa, ma non può rimanervi rinchiuso perché ha bisogno di comunicare con gli altri esseri viventi.

Beh, i nostri detenuti hanno meno spazio ma loro, appunto, sono detenuti e, quindi, è giusto che soffrano. A dar man forte alla Michelina è arrivata la Valentina intesa Vezzali grande schermitrice di Scelta civica. Una volta, però, amava l’Omino Rincoglionito al punto di affermare in diretta, nel 2008, a "Porta a Porta": ’’Presidente io da lei mi farei veramente toccare’’. Poi ha scoperto il fascino del loden e ora ha proposto di cancellare una norma del Codice civile dove si dice che si possono pignorare gli animali domestici al pari dell’auto o del divano.

Sono, quelle di Michelina e Valentina, battaglie di libertà e io sono d’accordo. Ma mai che sento una interrogazione chessò sui morti sul lavoro, sul fatto che, da sempre, risulta che gli imprenditori dichiarano meno dei dipendenti (il 46% dichiara 15 mila euro lordi), sul fatto che l’Avvocatura di Stato ha fatto ricorso alla sentenza su Ustica e vuole soldi dai parenti delle vittime e amenità del genere. Ci sarebbe solo l’imbarazzo dell’argomento da scegliere. Magari una interrogazione sul reato di tortura che non c’è, sul fatto che il prode De Gennaro resti a Finmeccanica e via cantando. Chi mangia coniglio rischia 2 anni di galera e quelli che hanno seviziato a Bolzaneto? La vera macelleria. Non per i conigli, ma per gli umani.

Almeno Francesco Castriota è riuscito ad uscire dal carcere. Chi è Castriota? E’ un genio, un grande trafficante di coca condannato a 31 anni di carcere. Ma c’è un problema. “Gianco”, come viene chiamato familiarmente il Castriota, è affetto di priapismo. Che, dovete convenirne, è un bel guaio perché averlo sempre duro dà anche fastidio mentre cammini. In carcere, poi, è un vero inconveniente. E così il giudice l’ha scarcerato. E “Gianco” ha pensato bene di fuggire in Venezuela dove, come è risaputo, gli uomini hanno tutti problemi di priapismo. La fuga è stata favorita da un elettrauto di Quarto Oggiaro, quartiere della periferia milanese. Non è dato sapere se anche l’elettrauto l’avesse sempre duro.

A proposito di Milano. E’ la città della moda e del marketing, e i piddini ne hanno inventata una molto bella. A coloro che si iscrivono al Pd e hanno meno di 30 anni gli danno un biglietto scontato per entrare a Expo. Insomma, prendi due e paghi uno. Poletti, il ministro Coop che con lo Jobs Act è riuscito a creare ben 13 posti di lavoro 13, in un primo momento c’è rimasto male perché avrebbero dovuto chiedere a lui, grande esperto. Poi, però, gli hanno chiesto di fare da garante dell’operazione. Lui ha accettato ad una condizione: che non si facciano fotografie con i nuovi iscritti, visto com’è andata con il compagno Buzzi.

Nome: Joe. Cognome: Formaggio. Secondo voi cosa può fare di mestiere Joe Formaggio? Il gangster italo-americano? Sbagliato! Il venditore di formaggi (come dicono a Milano, el furmagiatt)? Sbagliato! Invece, incredibilmente, Joe Formaggio fa il sindaco in un paese di 2.500 abitanti in provincia di Vicenza. Ma se il nome si presta all’ironia, le idee di Joe sono chiare a tal punto che ha de-nomadizzato il paese. Vi spiego. Se qualche rom si ferma, zac subito 500 euro di multa. Ma perché? “Non li voglio tra le palle e se ne becco qualcuno a rubare lo prendo a bastonate sulla schiena”. Un filino razzista? Mavalà. “Io non sono razzista – aggiunge – sono loro che ti costringono ad esserlo”. Nel 2014 gli abitanti di Albettone per paura di farselo scappare, lo hanno riconfermato sindaco con il 100% dei voti. Era l’unico candidato. Ora, Joe Formaggio, per sicurezza, dorme con sotto il letto un fucile a pompa.

Ecco, l’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti… Soltanto che io non ho più radici, speranze e orizzonti. Non posso neppure mangiarmi un coniglio con le patatine mentre il Formaggio è pericoloso. E neppure posso ambire ad avere un biglietto scontato Expo perché ho ben più di 30 anni. Mi resterebbe, eventualmente, solo la tessera del Pd. C’è qualcuno più infelice di me?


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