http://www.radiotorregenova.it/storia.html 1977: Radio Torre (o meglio l'Associazione Culturale Torre) è nata a Pegli (GE) nel 1977, presso il convento dei frati passionisti denominato Torre Cambiaso (da qui il nome) grazie ad un gruppo di appassionati volontari. 1988-1989: Dal 1988 la Radio è diventata Ditta commerciale, cambiando denominazione in Radio Torre Genova, anche se ha mantenuto la fede d'origine per la musica colta e la programmazione culturale. Abbandonati i locali del convento sono venuti meno anche i vincoli di scambio con i frati (quali i programmi religiosi e la Messa domenicale) e sono anche spariti dal palinsesto i programmi di dialogo con il pubblico (in quegli anni sono nate anche le leggi che vietavano il "volontariato". Chi veniva trovato negli studi, da allora, veniva giudicato per presunzione di reato come "lavoratore in nero". Sul volontariato erano fondate tutte le piccole emittenti che accusarono i primi gravi problemi, accentuati col maturare della "legge Mammì": pagine e pagine di incartamenti da presentare con mille piccoli trabocchetti, sulle quali sono cadute in un colpo solo centinaia di Emittenti. Incartamenti da far fare a tecnici, alcuni di loro, per lo più già interessati in altre situazioni (leggi grandi Networks Nazionali) con pochi scrupoli, hanno spesso inguaiato parecchie piccole realtà. Negli incartamenti dovevano essere riportate le frequenze e i ripetitori accesi in quel dato preciso momento, e lo Stato avrebbe poi deciso se si era meritori di mantenerle accese. I bene informati fecero nascere in quei mesi centinaia di nuovi ripetitori, schiacciando gli ingenui e i più deboli, che non potevano più opporsi dal momento che tutto veniva vidimato e legalizzato. In poco tempo si stava realizzando il sogno dei legislatori. "... eliminare i rami secchi ..." cioè distruggere i più deboli per far crescere i più ricchi. Da 4.000 Radio preesistenti si è passati a 2.500 in un attimo, ma "... erano ancora troppe ! ... ". 1990-1994 Dagli anni '90 in poi sono nate solo leggi mirate a ridurre quel numero in maniera inappellabile fino al traguardo previsto da subito di 800 Radio circa. Se fosse stato attuato un regolamento a punteggi, come previsto in partenza, senz'altro sarebbero nate centinaia di contestazioni giuridiche. Colpendo legalmente e finanziariamente le più deboli si è invece creata una selezione naturale, molto più indolore per chi deve decidere, e molto più sicura per chi ha le spalle coperte. A dire il vero, un paio di leggi avrebbero agevolato anche le Radio Locali, ma non vennero attuate. Ad esempio fu deciso che le raccolte pubblicitarie dovevano essere differenziate: o solo locale o solo nazionale. Non fu così e (ancora adesso) molti furbi hanno continuato ad essere ibridi, danneggiando irreparabilmente tutte le altre (sia nel campo della pubblicità locale sia in quella nazionale) che seguivano scrupolosamente la Legge. Un'altra nota positiva della Legge Mammì doveva essere una ripartizione monetaria dei soldi destinati alla Pubblicità da parte degli Enti Pubblici a tutte le Emittenti. Purtroppo questo deve ancora verificarsi e in ogni caso il metro di distribuzione utilizzato dai più, benché non previsto dal legislatori, è sempre stato l'Auditel (quindi nuovamente ai più ricchi). 1994-1995 La denominazione "Radio Libere", è invece definitivamente diventata un utopia con la creazione dell'Ufficio del Garante, tra i quali scopi c'è il controllo, minuto per minuto, di tutto quello che viene trasmesso da tutte le Emittenti (che devono registrare minuto per minuto tutti i loro programmi su nastro e trascrivere minuto per minuto su carta tutto il palinsesto). L'accentuarsi di quanto appena detto si verifica puntualmente nel periodo di ogni elezione, dove scatta la "Par Condicio". In questo periodo il rischio di sbagliare qualcosa (tradotto in multe sproporzionate) è enorme, e nel 96 ci fu anche l'obbligo di registrare tutto due volte per poter portare una copia dei nastri, tutti i giorni, alla Finanza, per tutto il periodo elettorale (e non importava se l'emittente non si occupasse di politica). Caddero così altri rami secchi. Contemporaneamente scattarono controlli a tappeto alla caccia dei volontari da parte dell'ENPAS e della Finanza su commissione dell'Ordine dei Giornalisti, poi controlli della Presidenza del Consiglio per verificare l'effettivo obbligo dei Notiziari (ah già: minimo d'obbligo 2 ore al giorno di informazione locale) ecc. ecc. ecc. Parecchi problemi furono causati, inoltre, dalle confusioni legislative riguardanti i diritti d'autore e/o dei fonografici. Anche noi in quel periodo avemmo a che fare come tutti con la Polizia, si trattava infatti della nostra personale storia con la Siae (altri centinaia di "rami secchi" vennero aiutati a cadere dalle interminabili cause con la Siae). Noi, legalmente e moralmente, con gli anni ci siam presi le nostre soddisfazioni, ma il danno causato dell'ingiusto blocco temporaneo dell'attività e contemporaneo sequestro degli strumenti di trasmissione (mai più restituiti) ci avevano distrutto. Stiamo ancora attendendo gli eventuali controlli dei Fonografici, ai quali dovremo nuovamente spiegare le stesse cose, sperando che con loro si possa discutere civilmente. Poi arrivarono i telefonini ... 1996-1997: scoppia il boom dei telefonini "cellulari". Le grosse compagnie ottengono subito dal Ministero nuove frequenze di trasmissione, e poco importa se su quelle bande avessero di fatto la Concessione quasi tutte le Radio. D'altronde nella legge Mammì si ci era dimenticati delle frequenze di trasferimento (quelle necessarie a mandare il segnale dagli studi delle Emittenti ai vari ripetitori). Esproprio immediato. Anzi, in quel periodo di confusione, alcuni Editori Radiofonici rischiarono la condanna penale per aver involontariamente trasmesso delle telefonate (si, perché le Compagnie hanno iniziato a trasmettere appena avuta la nuova Concessione, mentre le Radio, che non sapevano ancora del fatto, stavano ancora trasferendo i segnali con le loro "vecchie" frequenze ... magari illudendosi anche di avere ragione ...). Quello fu un gran periodo di potatura. Le spese per i nuovi impianti sono state per alcuni insostenibili (nuove macchine a prezzi decisamente alti). I più ricchi, per loro fortuna, hanno avuto spesso la solidarietà delle Compagnie telefoniche, tramite rimborsi e o contratti pubblicitari. Alle Radio locali, a volte, è stato concessa persino una settimana in più per togliersi dai piedi ... 1998-2000 ... Ma nel Settentrione non è finita lì: le nuove frequenze sostitutive sono risultate sbagliate (era state date con la condizionale "salvo disturbi a terzi") e disturbavano il CNR di Medicina (Bologna), causando danno agli scienziati e obbligando il Ministero a espropriare nuovamente le Radio. Nuove spese (i prezzi sono un po' calati, per la legge di mercato) e nuove frequenze, sempre più in alto: 2500 mhz circa (non conviene guardare a lungo l'illuminatore dell'antenna perché potrebbe causare danni irreparabili agli occhi). Noi, nel frattempo, siamo riusciti anche a realizzare due importanti eventi: un Concerto al Modena e il primo Compact Disc "Multisonoro". Nel frattempo è finalmente scattata la nuova normativa per calcolare il pagamento della Concessione, eliminando l'anticostituzionale tassa fissa di 5 milioni a città irradiata, e ponendo le basi per una più equo calcolo, basato sulla percentuale dei fatturati. Si attende trepidamente una decisione in merito alla retroattività del provvedimento. 2001: Adesso arriva l'elettrosmog e la Legge "Amazza-emittenti" dell'8 Marzo. Siamo dei potenziali inquinatori. Gli ultimi "rami secchi" sono pronti a cascare: un po' per gli incartamenti da presentare, nuovamente pieni di tranelli e nuovamente da far fare a terzi, sperando e confidando nella buona fede degli incaricati e un po' nei controlli annuali che seguiranno (in ogni caso a carico delle Emittenti) ... A Marzo esce anche il secondo Compact Disc "Multisonoro". A Settembre matura la Legge dei due dipendenti. Il troppo è troppo, visto gli ottimi risultati che stiamo ottenendo su Internet si cede le armi ai più potenti, per continuare il nostro lavoro on-line. 2002: A Marzo esce il terzo Compact Disc "Multisonoro". Ad Aprile scopriamo di avere ancora un ascoltatore in FM: la Siae ci accusa di trasmettere ancora pezzi d'autore !!! è l'unica a riuscire ad ascoltare degli impianti spenti ... A Giugno-Luglio è previsto il debutto dell'audio 24 ore su 24 di Radio Torre Genova su Internet. 2004: una società tra le più importanti di produzioni discografiche, ci accusa nuovamente di continuare a trasmettere pezzi prodotti e dunque tutelati da lei e ci invita a regolarizzare la nostra posizione !!! Certo che i controlli vengono fatti con molta serietà ... Segue ... on-line ... Note e considerazioni: il termine "Rami Secchi" associato alle emittenti più deboli, fu realmente pronunciato dal Ministro di allora in un intervista alla Rai. Un'altra uscita molto offensiva venne invece detta più recentemente dal Presidente dell'Ordine dei giornalisti, che in relazione alle difficoltà dei più debili a reggere il confronto con i Networks, sostenne che "Chi non è in grado di stare in questo mondo, e/o non è capace a fare l'imprenditore, può benissimo cambiare lavoro ed andare a vendere tappeti!", offendendo così due categorie in un colpo solo. L'invito ad andarcene "per lasciare il posto a chi ha dimostrato di far rendere meglio la propria attività", ci è stato comunque rivolto a più riprese e senza un briciolo di umanità, da personaggi importanti nell'ambiente delle telecomunicazioni, con, purtroppo, ampi poteri decisionali. Non si può d'altronde valutare tutto in base al fatturato e all'audience. Si può scegliere di cercare di lasciare un segno dal punto di vista sociale e culturale, piuttosto che mettere donnine nude in copertina (o, nel nostro caso, cercare solo lo "scoop" o mandare solo l'ultimo successo di moda), non per questo ci dovrebbe essere tolta la possibilità di trasmettere, oppure obbligare a rispettare le stesse regole studiate per chi fa della Radio solo un business. progetto potenziamento protesta delle emittenti locali COMUNICATO STAMPA Giovedì 08 marzo marzo 2001 - ore 17.00 - IL PARLAMENTO ITALIANO HA DEFINITIVAMENTE TRASFORMATO IN LEGGE IL DECRETO "AMMAZZA EMITTENTI" - Un Parlamento distratto e disinformato sulle vere problematiche cui soffre l'emittenza radiotelevisiva locale ha approvato in via definitiva il Decreto Legge definito dalla REA –Radiotelevisioni Europee Associate - "AMMAZZA EMITTENTI" che, secondo uno studio di previsione applicativa, provocherà la chiusura di circa 750 emittenti radiofoniche e di almeno 250 emittenti televisive locali per via delle onerose norme imposte per gestire le concessioni. Si pensi all'obbligo per le piccole emittenti radiofoniche di assumere indiscriminatamente un numero minimo di dipendenti; al disciplinare televisivo che prevede un patrimonio netto minimo di 300 milioni che comporta un costo di gestione contabile di almeno 40 milioni l'anno ; alla possibilità di trasferire gli impianti delle tv locali alle reti nazionali; alle confuse e contraddittorie norme sul digitale radiofonico e televisivo della quale tecnologia si avvantaggeranno RAI, Mediaset ed i nuovi gruppi editoriali della carta stampata. Questa è la pura verità su ciò che ci hanno lasciato i signori Cardinale, Vita e Lauria, ma la battaglia della REA in difesa dei piccoli e medi editori locali non si ferma qui e continuerà più forte ed incisiva nella prossima legislatura. REA - Radiotelevisioni Europee Associate