I progetti golfistici in Sicilia

Tutto quello che frulla nella testa degli amministratori siciliani per fare della Sicilia un unico enorme campo da golf. Un articolo di Giuseppe Palermo (Lega Ambiente Siracusa).

di Comitato Difesa Cava Randello - sabato 9 dicembre 2006 - 15136 letture

Gli incentivi della Regione Sicilia e quelli di “Sviluppo Italia” Il golf gode nella Regione Sicilia di particolari privilegi. Nella tabella speciale del bando 2003 della l. 488/92 della Regione Sicilia per il settore turistico, pubblicato con D. M. 22 set. 2004 (questa legge è finanziata dallo Stato, ma che le tabelle che fissano alcuni parametri delle graduatorie sono predisposte dalle singole regioni) ai campi da golf, o meglio agli “alberghi a 4 e 5 stelle con annesso campo da golf e/o centri di benessere”, è stato riservato, assieme ai porti turistici, il punteggio più elevato, e anche nella tabella ordinaria i campi da golf hanno un trattamento di favore (nel bando precedente del 2002, contro ogni logica economica e in barba alla sostenibilità, un analogo trattamento era riservato agli insediamenti alberghieri sulle coste). Gli incentivi a favore delle strutture fornite di campi da golf sono mantenuti nell’ultimo e recentissimo bando (D. A. 20 apr. 2006, GURS 19 mag. 2006): il che rende l’idea della permanente subalternità della politica turistica regionale, al di là della retorica di rito, ai desiderata delle lobbies immobiliari. Un altro dei parametri di cui si tiene conto nella suddivisione dei contributi è quello dell’estensione complessiva del progetto, ed è chiaro che i progetti forniti di campi da golf, già premiati con il punteggio speciale, risultano avvantaggiati anche sotto questo profilo. È perciò che, chiusosi il primo bando, di campi da golf in Sicilia si sente parlare un po’ dappertutto. A volte essi godono addirittura di finanziamenti speciali a fondo perduto, predisposti per l’occasione attraverso “Sviluppo Italia” e la stessa Regione. Eccone un primo elenco, certamente incompleto:

Sciacca (Agrigento)

Sulla costa di Sciacca sono previsti tre campi: due da 18 buche “di tipo campionato” ed uno da nove buche di tipo executives. Sono annessi ad una struttura privata, ma la spesa (dodici milioni e mezzo di euro) è sostenuta per intero da contributi pubblici: per metà dalla Regione, che con altri 2, 9 milioni dovrebbe finanziare anche il risanamento della costa. Dei 113 milioni di euro previsti per l’intero progetto, così, solo 48 sarebbero a carico del privato (il gruppo inglese di Sir Rocco Forte, che ha preso il posto della Valtur, inizialmente interessata), mentre i restanti 65 dovrebbero essere versati a fondo perduto dalla Regione e da “Sviluppo Italia”, agenzia che allora faceva capo al ministero dell’on. Gianfranco Miccichè. Merita ricordare che il progetto, in tutto 206 ettari, ricade in parte su terreni di proprietà della moglie del medesimo on. Miccichè e della famiglia di lei (notizia che, coi tempi che corrono, pare non scandalizzi nessuno e che comunque non è stata smentita). L’iniziativa è stata strenuamente sostenuta, oltre che dai deputati della maggioranza, dallo stesso presidente Cuffaro, che ne ha chiesto l’approvazione urgente, prima che si conoscessero gli esiti della valutazione d’impatto ambientale. Per completare il quadro va ricordato che i familiari dell’on. Cuffaro, a loro volta, sono beneficiari di finanziamenti di “Sviluppo Italia”, sempre per complessi alberghieri, e che i deputati del centrosinistra all’Ars, con rare eccezioni, hanno chiuso un occhio, o tutti e due: “Sempre soldi che arrivano sono…”, cf. C. Lopapa, Repubblica, ed. Palermo, 23, 26 e 27 nov. 2004. Il progetto interessa in parte un Sito d’Interesse Comunitario (ITA040004, “Foce del Fiume Verdura”) e per quanto possa essere ridimensionato o “mitigato”, l’incompatibilità è evidente. Come è stato ben detto da uno dei pochi oppositori al progetto, accadrà così che “la multinazionale potrà realizzare una gigantesca struttura turistica investendo di suo solo il 42% del denaro occorrente ma divenendo proprietaria dell’hotel, cioè della ‘polpa’ in grado di produrre profitto e, soprattutto, potendo incamerare totalmente e quindi reinvestire liberamente, ovviamente all’estero, tutti gli utili prodotti da quella struttura realizzata al 58% con denaro pubblico”, mentre i campi da golf a servizio dell’hotel, dichiarati dall’ufficio legislativo e legale della Regione “infrastruttura pubblica in area sottoutilizzata”, saranno aperti anche alla cittadinanza, che, come sappiamo, da quelle parti non aveva bisogno d’altro (R. De Benedictis, Idea Solidale, 22 dic. 2004). Quale mediatore in questo affare è stato indicato l’italo-canadese Joseph Zappia, quello finito in carcere a seguito dell’inchiesta sulle tentate infiltrazioni mafiose negli appalti del Ponte sullo Stretto e ritenuto vicino alla mafia colombiana (F. Castaldo, Centonove, 23 apr. 2005,; Id.-E. Deaglio, Diario, 11 mar. 2005). Si ha notizia altresì di indagini della Procura sulle modalità di acquisizione dei terreni e di speculazioni sull’incremento di valore delle aree.

Regalbuto (Enna)

Campi da golf sono previsti in collegamento con la progettata Disneyland di Regalbuto e gli annessi impianti turistici, essi pure all’interno di un sito comunitario (ITA060003, “Lago di Pozzillo”). Anche questo complesso, finanziato da stranieri (l’Atlantica Invest, facente capo alla famiglia Oeri di Basilea), è sostenuto da “Sviluppo Italia” e dal ministro Miccichè, ma localmente gode dell’appoggio di numerosi sindaci ed esponenti politici del centrosinistra, primo fra tutti Crisafulli (Ds), ora deputato. “I lavori – così si leggeva nel sito internet del progetto (www.parcotematico.com) – impegneranno oltre cento imprese per una media di 3500 unità lavorative al giorno…”. Strana coincidenza, secondo un’attendibile rapporto ben ottanta imprese edili e di movimento terra considerate legate alla mafia, tutte provenienti dall’entroterra agrigentino, sarebbero attive in provincia di Enna, proprio laddove è prevista la struttura (Antimafia 2000, mar. 2002, p. 31). Del progetto, dapprima respinto dai responsabili del Ministero delle Attività Produttive e quindi ridimensionato, è stata annunciata con gran clamore l’approvazione nell’agosto dell’anno scorso e i lavori sarebbero dovuti iniziare nel marzo di quest’anno, naturalmente, anche in questo caso, ben prima del rilascio del parere di compatibilità ambientale (fatto assai grave, trattandosi di un Sito comunitario), ma non risulta che tale parere sia stato concesso, né che i lavori abbiano avuto inizio. L’ammontare del progetto, dopo il “ridimensionamento”, è di 599,3 milioni, di cui “oltre il 40 %, pari a 240 milioni sarà messo in campo dal Ministero delle Attività produttive: 60 attraverso il contratto di localizzazione che prevede un tasso agevolato per le imprese che arrivano dall’estero, 60 milioni a un tasso del tre per cento attraverso il contratto di programma ed altri 120 milioni come contributi in conto capitale, mentre 80 milioni arriveranno grazie a un prestito che la società promotrice ha chiesto alle banche” (Il Sole 24 Ore, Sud, 14 set. 2005). Il progetto di parco tematico (una superficie tripla, nella prima versione, rispetto a quella di Eurodisney), è stato definito “un pesce d’aprile”, qualcosa “che non può stare in piedi” da “Parksmania”, il sito specializzato che si occupa proprio della promozione dei parchi e che lo ha bocciato senza pietà, sulla base di crude considerazioni economiche: per garantire la “soglia di pareggio”, ovvero la sua redditività, sarebbe necessario preventivare almeno sei milioni di visitatori l’anno (i giudizi, assieme ad un’ampia documentazione, si possono leggere nel sito citato).

Alcara Li Fusi (Messina)

Venticinque nuovi edifici per un totale di 1000 posti letto e, ovviamente, due campi da golf da 18 buche, prevederebbe un complesso alberghiero che si progetta d’insediare presso Alcara Li Fusi, all’interno del Parco dei Nebrodi, in un contesto ambientale fra i più belli dell’area protetta. Progetti analoghi sono ventilati all’interno dei cosiddetti “poli turistici” che una leggina regionale, ora ferma in attesa della nuova amministrazione, vorrebbe insediare all’interno dei parchi siciliani (si veda, qui su Eddyburg, l’intervento di Roberto De Benedictis).

Bronte, Maletto (Catania)

Attraverso la stessa legge regionale si sarebbe voluto insediare un “polo turistico” con annessi campi da golf anche all’interno del parco dell’Etna, in una zona di estrema delicatezza e ormai letteralmente presa d’assedio da altre strutture (strade, piste da sci, etc.). Contro questa eventualità hanno preso posizione, in un loro documento, diversi docenti (botanici e zoologi) dell’università di Catania.

Ma il sindaco di Bronte Firrarello non demorde: in occasione di una recente “festa della Montagna” ha spiegato come “da Bronte a Castiglione di Sicilia esiste il territorio più bello dal punto di vista ambientale. La popolazione però ha pagato il costo della conservazione a causa dei vari vincoli. Io sostengo invece che l’Etna come i Nebrodi vadano fruiti dagli appassionati, per sviluppare l’economia dei paesi. Abbiamo tentato di realizzare il terzo polo turistico, ma il progetto in verità non ha attirato l’attenzione dei parlamentari regionali catanesi. Un’occasione mancata che non vogliamo perdere del tutto, condividendo con gli ambientalisti (!) ed il Parco dell’Etna il progetto di creare il campo da golf e infrastrutture a quota mille metri”, nonché un trenino o una funivia per collegarli ecc. (Quotidiano di Sicilia, 13 mag. 2006). La caccia agli “ambientalisti” compiacenti è in pieno svolgimento.

Donnafugata (Ragusa)

Un’altra megastruttura, con contorno di campi da golf, è in corso di realizzazione a Cava Randello presso Donnafugata, in un’area di 280 ettari, a ridosso, ancora una volta, di Siti Comunitari (ITA080003, “Vallata del Fiume Ippari” e ITA080006, “Cava Randello”), eludendo la procedura d’incidenza prevista dalle direttiva “habitat” e suscitando, ancora una volta, allarme e proteste di botanici e naturalisti (Grifone, 31 ago. 2005). Questa volta si tratta di una multinazionale spagnola, la Sotogrande e il progetto prevede la realizzazione di un albergo a 5 stelle di 211 camere, con annessi centro congressi e impianti sportivi, centro benessere, centro ippico, due campi da golf da 18 buche e spiaggia attrezzata. L’investimento complessivo è di 45, 5 milioni, ancora una volta con il contributo determinante di “Sviluppo Italia”: “Il progetto approvato fa capo alla società Donnafugata Srl che vede tra i sui partner più prestigiosi Sotogrande, società spagnola quotata alla borsa di Madrid, che possiede e gestisce la più prestigiosa area di sviluppo urbanistico residenziale della Costa del Sol, tra le più esclusive dell’Europa del sud, nota come il maggior centro europeo per la pratica del golf. La realizzazione del Resort di Donnafugata va ad aggiungersi agli altri complessi turistici integrati varati da Sviluppo Italia nel corso dell’ultimo anno in Puglia, Calabria e Sicilia per 320 milioni di € di investimenti complessivi (…) realizzati con il programma Italia Turismo (…). Il resort, che sarà operativo a partire da luglio 2006, sarà gestito in base ad un contratto di management alberghiero dalla spagnola NH Hoteles, terzo gruppo alberghiero in Europa e azionista di maggioranza di Sotogrande” (non cito da un depliant della Sotogrande ma dal sito internet di “Sviluppo Italia”). Merita sottolineare che ancora una volta “Sviluppo Italia” fornirà la parte più cospicua dei finanziamenti, oltre 45 milioni di euro, mentre al gruppo privato, che parteciperà con 5 milioni di euro, sarà lasciato il controllo del 51% della Donnafugata (per altri dettagli si veda. L’Isola possibile, Catania, ott. 2005). Un altro affarone.

Carlentini (Siracusa)

Ancora campi da golf prevede una struttura alberghiera del Consorzio “Sicilia Golf Resort”, essa pure beneficiaria di finanziamenti CIPE: 44 milioni di euro “tra pubblico e privato” su 90 ettari, 250 stanze di albergo e 270 alloggi per i golfisti. E ancora una volta sono prese di mira le foci del fiumi, questa volta quelle del San Leonardo, nel Comune di Carlentini. Fra gli sponsor del progetto il presidente dell’Antimafia Roberto Centaro e l’on. Pippo Gianni (La Sicilia, 7 gen. 2005; id. e Giornale di Sicilia, 29 maggio 2005).

Altri progetti: Taormina (Messina); Francavilla, Calatabiano, Castiglione (Catania); Brucoli, Melilli, Ognina, Avola, Pachino (Siracusa)

Di questi progetti, alcuni dei quali ancora solo sulla carta, c’informa con la consueta solerzia La Sicilia (26 mag. 2005), ma ameremmo davvero saperne di più. A volte a dircelo è lo stesso assessore al turismo Francesco Cascio (ora passato al Commercio e grande sostenitore, guarda caso, degli Ipermercati): “Il campo del Picciolo, a Castiglione di Sicilia, sull’Etna [già esistente, n.d.r.], verrà corredato di un albergo. Tengo a precisare che non verranno fatti insediamenti speculativi per residenze private (!), ma solo costruzioni per il turismo sia con alberghi, sia con residence. In questo senso è in fase di ultimazione il campo di Collesano, a pochi chilometri da Palermo, con un albergo a 5 stelle da 180 posti e 30 villette residence a 4/5 posti letto per ospitare famiglie di golfisti. Questa struttura verrà inaugurata alla fine di quest’anno. Inoltre tra Catania e Taormina stanno sorgendo sei campi realizzati da un consorzio. Poi fra tre mesi partiranno i progetti del Por per mille miliardi con tempi strettissimi: il 30 per cento di acconto entro il 2002 e la conclusione dei lavori entro il 2004. La locomotiva della Giunta regionale Siciliana sembra partita a tutto vapore e il golf ha grandi prospettive di sviluppo con grande gioia degli appassionati di questo sport che potranno coniugare i verdi green con il mare e la cultura” (intervista a D. Cusani, da www.golfare.net, non più leggibile). I “sei campi” tra Catania e Taormina, per due complessi turistici (uno è quello sopra citato di Carlentini) sono del Consorzio “Sicilia Golf Resort”, entrambi finanziati dal Cipe.

Alcuni progetti invece sono stati fermati dall’intervento della magistratura. Come quello che il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro (lo stesso che ha messo nei guai, con le sue conversazioni intercettate, il presidente Cuffaro) progettava vicino Palermo: "Guttadauro – ci informa il cronista che le ha pubblicate – rivelò il suo sogno imprenditoriale: costruire un campo da golf. Ecco lo status symbol della nuova mafia. Il padrino aveva già in mente anche l’area, vicino all’aeroporto Falcone-Borsellino e al mare. A gestirlo potevano essere alcuni suoi parenti che abitano negli Stati Uniti. “Così nessuno potrà dire nulla”, commentò” (S. Palazzolo, Antimafia 2000, apr.-mag. 2004, p. 25, poi in: E. Bellavia-S. Palazzolo, Voglia di mafia, Roma 2004, p. 159). A Guttadauro, ricordiamo, si deve un altro memorabile progetto: un megacentro commerciale alle porte di Palermo, anch’esso ruvidamente bloccato dalla Procura di Palermo assieme a quello rivale di Villabate, ugualmente sostenuto dalla mafia (cfr. L’Altra Campana, gen.-dic. 2004 [mar 2005]).

Conclusioni siciliane

Questa rassegna delle iniziative in corso in Sicilia ci permette alcune riflessioni:

1) Molti dei progetti sono in aperta violazione di legge. Lasciando da parte quelli che hanno addirittura richiamato l’intervento della Procura per gravi reati penali (associazione mafiosa, estorsione, ecc.), fuori legge sono tutti quelli previsti all’interno o a ridosso dei siti comunitari. Il loro finanziamento anticipato da parte degli organi statali e regionali, inopportuno ed illegittimo, ha altresì esposto gli uffici che hanno rilasciato o devono rilasciare i pareri di compatibilità ambientale a pressioni intollerabili (“si deve fare, se no si perdono i soldi”). È urgente che, prima ancora che la Corte dei Conti, la Comunità Europea o i giudici amministrativi dicano la loro, siano le autorità del nuovo governo nazionale (e, si spera, anche di quello regionale d’imminente elezione), a porre fine a questo scandalo. Non è tollerabile che le poche risorse disponibili per incoraggiare il turismo, a cominciare dall’esausta legge 488, siano inghiottite da “poli turistici”, parchi tematici e altre megastrutture, di assai incerta convenienza per il pubblico. Sarebbe anche auspicabile che, in vista di una attenta verifica della materia da parte dei nuovi responsabili ministeriali, le associazioni e gli altri portatori d’interessi predisponessero documentati dossier sui singoli progetti e le loro ricadute, in Sicilia, in Puglia e altrove, con speciale riguardo a quelli oggetto di finanziamenti Cipe o comunitari. In particolare, la potente lobby consolidatasi dentro “Sviluppo Italia” (un organismo che fa rimpiangere la vecchia Cassa del Mezzogiorno!) va smantellata con urgenza.

2) Risulta evidente che si tratta quasi sempre di iniziative ad alto impatto, come del resto i loro stessi propagandisti, quando scendono nei particolari, sono costretti ad ammettere: “…ogni campo da golf deve avere come corona una serie di villette, diciamo un centinaio, che garantiscano una remunerazione agli investitori. E queste villette sono necessarie in quanto lo straniero che viene un paio di mesi l’anno a giocare in quel campo da golf desidera averne una sia per risiederci e sia per godersi il panorama: perché appunto il panorama dev’essere estasiante, meglio vicino al mare, ma non necessariamente”, e citando un operatore del settore: “il fondo perduto del 30% non è una spinta determinante… Gli investitori vogliono soprattutto due garanzie: che non si perda troppo tempo nelle pratiche e che sia consentita la costruzione di un determinato numero di villette…” (La Sicilia, 1° mag. 2005). Come abbiamo visto, il panorama “estasiante” è quasi sempre quello delle aree protette.

3) Ciò dovrebbe bastare a metterci in guardia, senza nemmeno dover prendere in esame la resa economica, più che dubbia, di molti di quei progetti, gonfiati dai sussidi a fondo perduto. Ma è questo forse, il punto più triste di tutta la storia. Tanta povera gente viene illusa col miraggio “dei soldi che arrivano” e delle migliaia di posti di lavoro, mentre si tratta di iniziative spesso “drogate” ed economicamente traballanti, che però mortificano l’esile imprenditoria locale ed arricchiscono, questo sì, mafiosi, speculatori e tangentari. Bloccare questi meccanismi è imperativo, anche politicamente.

Giuseppe Palermo (Siracusa)


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I progetti golfistici in Sicilia
16 maggio 2007, di : Giorgio Byron

Giuseppe, mi occupo di sviluppare campi da golf in altre regioni d’italia. Il tuo resoconto è purtroppo veritiero e desolante perchè appunto rispondente alla cruda realtà. Credo che la mancanza di capacità organizzativa e di strategia del cd. sistema politico siciliano sia ormai agli sgoccioli e spero che l’argomento Sviluppo italia sia presto definitivamente chiuso. I campi da golf non guastano troppo nel lungo periodo, la logica mafiosa e della prepotenza, al contrario, aiuta nel breve periodo ma nuoce nel medio e lungo periodo... Se la Sicilia non chiude i battenti entro 3-5 anni, allora conviene ripensare del tutto questi investimenti ed avere il coraggio di ripartire da zero.