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Guerre mediatiche

I nuovi nemici in questo momento sono tre: Bolivia, Venezuela e Iraq.

di paskal007r - giovedì 18 maggio 2006 - 2642 letture

E’ iniziata una nuova ondata di guerre. Non le vedete?

E’ vero, ancora non fischiano le pallottole, i soldati stanno tranquilli a casa e i missili stanno a impolverarsi nei magazzini, ma una guerra non comincia mai quando iniziano le ostilità, dopo il ridicolo casus belli di turno.

La guerra inizia prima, sulle pagine dei quotidiani, sulle onde dell’etere, in dei piccoli trafiletti che "viaggiano" di giorno in giorno dalla 20a pagina alla prima. Questi miserabili scritti dei migliori pennivendoli disponibili sul mercato hanno un duplice obiettivo: demonizzare un nemico(quindi renderlo un nemico) e ignorare le vere cause dell’ostilità (quindi farle dimenticare al pubblico).

I nuovi nemici in questo momento sono tre: Bolivia, Venezuela e Iraq.

La Bolivia sta nazionalizzando la produzione di Gas, stringendo al 18% il profitto per l’azienda privata che lo estrae e lasciandone un buon 82% allo stato; sia chiaro, non si tratta di esproprio, le aziende in questione non sono proprietarie di nulla, solo concessionarie dello sfruttamento, insomma si limitano a gestire le estrazioni. Sono state annunciate inoltre le nazionalizzazioni delle miniere e delle foreste Boliviane.

Il Venezuela di Chavez è l’autentica spina nel fianco delle politiche dell’impero in sud america, oltre ad avere nazionalizzato risorse e idrocarburi a destra e a manca sta creando un fronte di solidarietà che abbraccia Bolivia e Cuba, inutile dire che Chavez è sulla lista nera dei "servizi" a stelle e strisce.

L’Iran ha in programma un autentico attentato al dollaro: l’apertura di una borsa di scambio tra petrolio ed euro, cosa che toglierebbe anche l’ultimo argine economico al crollo del dollaro che quindi non sarebbe più garantito da null’altro che la faccia tosta degli USA.

I demoni invece si chiamano Evo Morales, Hugo Chavez, Fidel Castro, Amadi-Nejad.

Su Morales fino a qualche mese fa non si poteva dire assolutamente nulla, "primo presidente indio", tutto qua; non "presidente dei poveri" o "presidente sociale"; attenzione, vietatissimo indicare che lui fosse il portavoce di un movimento che ha pianto sangue e sudore, schiacciato con violenza dal precedente estabilishment di potere e che ha la sua massima diffusione tra i poveri e i poverissimi della Bolivia. Oggi in tutti i modi si cerca di trasformarlo in un fanatico anti-americano, un "amico di Chavez" e di conseguenza di Fidel Castro, c’è da aspettarsi che tra un pò di tempo lo si trasformi nel "presidente cocalero", ma ancora non si è arrivati a tanto. Nel frattempo però da parte degli USA iniziano ad essere imposte delle sanzioni unilaterali, ad esempio sulla soia, fortunatamente contrastate tramite l’ALBA (l’associazione tra Bolivia, Venezuela e Cuba) che ha fornito mercati alternativi ad un prodotto reso fuori-legge con un atto d’autorità imperiale, salvando dalla fame migliaia di contadini boliviani.

Chavez giusto tre giorni fa veniva accostato dal corriere della sera a "dittatori sanguinari che opprimono paesi poveri". Sembra che parlino di Gheddafi, ma no, si tratta proprio di Chavez, democraticamente eletto, che in occasione dell’uragano katrina ebbe anche la presenza di spirito di mandare soccorsi ai poveri disastrati di New Orleans, battendo abbondantemente sul tempo i soccorsi istituzional-elettorali di Bush che comunque come prima cosa ha inviato l’esercito ad evitare saccheggi. La demonizzazione di Chavez, come di Castro vede vendersi al peggiore degli offerenti (ma anche miglior pagatore), la Cia perfino Reporters Sans Frontiers (ricordate?), questione su cui gli interrogativi sono più aperti che mai.

Alla guerra ideologica comunque partecipa anche Forbes, con la sua montatura di un ipotetico patrimonio milionario per il dittatore (questo si) Cubano. Val comunque la pena di ricordare, a proposito della Cuba sotto embargo capitalista e sotto dittatura comunista, che a confronto degli USA la popolazione è messa molto meglio, sotto tutti i profili. Economicamente la maggior parte degli americani sono alla fame, molti fanno 3 lavori e non riescono comunque a sopravvivere, pur vivendo in roulottes; la speranza di vita media di un Cubano è maggiore di quella di un Americano. Dal punto di vista della democrazia il fatto che Giorgino Bush abbia rubato due volte su due le elezioni al concorrente-clone (non illudiamoci, la differenza tra democratici e repubblicani è solo il nome delle multinazionali che servono) con una decisione dall’alto prima e con un broglio elettorale poi, non depone certo a favore della più grossa simil-democrazia del mondo; e sotto il profilo della libertà di espressione oltre al fatto che i media negli USA sono totalmente in mano all’elite economica, va ricordato il tremendo assalto alla libertà di informazione della rete tutt’ora in corso, oltre ai piani anti-blogger del pentagono.

Infine abbiamo Ahmadi-Nejad, che è stato democraticamente eletto tra i pochi candidati cui la teocrazia iraniana abbia consentito l’accesso alle elezioni, che ostenta un fanatico anti-israelismo per tenere buona l’opposizione interna sempre più forte e che cerca di distrarre il proprio popolo con la questione Nucleare per evitare che si interessi ai propri diritti e bazzecole del genere. Un uomo assai avezzo ai trucchi della finta democrazia all’occidentale a quanto pare, ma non un guerrafondaio, capace anche di cercare la pace lontano dai riflettori, come testimonia la sua lettera a Bush, disponibile qui.

I riflettori e le telecamere sono tutti puntati sui demoni, ma le questioni scottanti sono tutte di natura volgarmente economica e strategica. Il problema è che nessun popolo accetterebbe di andare alla guerra senza neppure l’anestetica illusione di una causa non-razionale ma moralmente "elevata"; una passione può indurre un soldato ad accettare la guerra, ma è impossibile che la ragione riesca in tal compito. Senza una eroica menzogna o una granitica ideologia cui appigliarsi lo squallore della realtà avrebbe la meglio sulle "direttive superiori".


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