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Giovedì manifestazione pacifista a Roma per i tre ostaggi in Iraq

Il popolo pacifista si mobiliterà per manifestare contro la guerra e per il ritiro delle truppe italiane in Iraq. In questo modo tenteremo di salvare la vita ai tre connazionali tenuti in ostaggio in Iraq. Sorgono però degli interrogativi...

di Luca Salici - mercoledì 28 aprile 2004 - 4091 letture

Il movimento pacifista si è sempre mobilitato per la causa nobile di contrastare la logica dei potenti e condannare la guerra. Un anno e mezzo fa eravamo nelle strade di Roma e in quelle di tutto il mondo per scongiurare una possibile guerra e tentare di far cambiare idea a chi riconosce la guerra come unico mezzo di dialogo. La guerra "preventiva", che fu fatta comunque iniziare, al giorno d’oggi ha solamente fatto lievitare la tensione e il clima d’instabilità internazionale: non si contano quasi più le vite perse dai soldati (americane su tutte, ma anche di contigenti di tutto il mondo), e gli attentati terroristici compiuti e sventati; su tutti l’undici marzo spagnolo, il più grande attentato terroristico mai effettuato in Europa. Dal canto suo l’Italia ha pagato con un attentato gravissimo alla base logistica dei carabinieri in quel di Nassirya: un attentato in cui hanno perso la vita 19 soldati. Ora l’Italia è chiamata di nuovo in causa per il rapimento di quattro connazionali da parte delle brigate verdi di Maometto. Come saprete uno dei quattro ostaggi è stato ucciso, rimangono Cupertino, Stefio e Agliana, che il gruppo dei rapitori risparmierebbe solo qualora il popolo italiano manifestasse contro il governo, per la politica di appoggio alle truppe anglo-americane per la guerra in Iraq.

Prima di passare avanti bisogna riflettere su alcuni quesiti. Chi sono questi ostaggi italiani? Cosa facevano in territorio iracheno, prima di essere rapiti? Noi sappiamo solamente che questi italiani lavorano per una non troppo cristallina società americana con mansioni di guardia del corpo e affini; dal canto loro i sequestratori affermano che gli italiani in suolo iracheno svolgevano delle mansioni di spionaggio per conto del governo italiano. Qual è la verità? La loro posizione sembra alquanto ambigua, soprattutto se pensate che gli ostaggi di altre nazioni, quando sono stati ritenuti innocui, sono stati rilasciati e rimpatriati. Cosa fanno questi italiani di tanto scomodo da essere ancora nelle mani dei sequestratori? Addirittura uno degli ostaggi è già stato ucciso apparentemente senza motivo. C’è bisogno di chiarezza; una chiarezza che fino ad adesso il governo italiano non ha totalmente dimostrato.

La richiesta dei sequestratori è che il popolo italiano si mobiliti manifestando contro la guerra e a favore del ritiro delle truppe italiane dall’Iraq. Sembra strano…lo facciamo e continuiamo a farlo da almeno un anno. Nessuno ci ha mai ascoltato, il movimento pacifista e le sue manifestazioni sono state sottovalutate e mai prese in considerazione dal governo. A stento si è riuscita ad avere la diretta di alcune manifestazioni per la pace. Da tempo si grida nelle strade e nelle piazze per la pace: è rimasta sempre un utopia.

Giovedì potremmo essere a Roma, ma cosa otterremmo da questa manifestazione? Sicuramente potremmo salvare le vite dei nostri connazionali in ostaggio, ma da un altro lato pareremmo il sedere al nostro governo, che in pratica non ha mai ascoltato i milioni di manifestanti che in quest’anno hanno solcato le strade della capitale. Quindi? L’opinione pubblica è dalla parte dei pacifisti, noi giovedì dobbiamo manifestare per la pace e per salvare delle vite, ma allo stesso tempo manifesteremo contro il governo che ha appoggiato la politica del terrore intrapresa dagli Usa.

La speranza è che gli ostaggi tornino in Italia sani e salvi; manifesteremo per la loro vita, ma quando e se torneranno, vogliamo sapere da loro e dal governo il motivo per cui loro erano lì, quale mansione stavano svolgendo e soprattutto per chi.


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