Gennaro, Maradona e Pelè

“Chi era più forte Maradona o Pelè?” “Nessuno dei due, per me Gigggi Riva!”

di Gigi Monello - mercoledì 30 dicembre 2020 - 1936 letture

Mentre, al Bar dello sport, un gommista in pausa caffè asserisce che tra qualche anno si scoprirà che “il covid è stata la truffa del secolo”, e un oreri (perdigiorno) diplomato afferma che lui il vaccino non lo farà “perché siamo in Democrazia”, è ormai chiaro il metodo per classificare gli humani sui marciapiedi del 2020: 1) a mascherina alzata; 2) a mascherina abbassata. 3) senza mascherina (pochi, ma ci sono). I secondi scomponibili in, A ) a mascherina abbassata sotto naso; B) a mascherina abbassata sotto mento. Per amore di precisione, segnaleremo anche una variante: gli a mascherina abbassata sotto mento e sigarettedda in bucca. Troppo fighi.

Mentre tutto questo se passe dans les trottoirs, la terra (sferica, forse) continua a girare sul suo asse trascinando nel girotondo, a 1667 km/h (scusate la pedanteria), circa sette miliardi e settecento milioni (scusate l’approssimazione) di quadrumani in stazione eretta, pensanti (più o meno), quasi tutti con smartphone. Mammiferi di taglia media cui è cresciuto troppo il cervello.

Oltreché per il carogna-virus, questo 2020 verrà ricordato per un’altra cosa: i prodotti humani hanno superato la bio-massa; significa che grattacieli, automobili, vasi di plastica, scarpe, computer, TV, WC e tutto il resto, pesano di più di tutti gli animali e i vegetali messi insieme. Fantastico! Il pianeta (la superficie) è più artificiale che naturale. Ne abbiamo fatta di strada.

In effetti, se ci guardiamo attorno, abbiamo tutta l’aria di un’anomalia: se ci sono altri posti come il nostro, nell’universo, sono rari. Ha scritto un tizio - che s’è visto poco e niente al Bar dello sport - tal Steven Weinberg, "Osservando la natura, nel passato, l’impressione di essere dinanzi ad un progetto doveva essere enorme. La Terra è un luogo così confortevole e piacevole, e tutte le cose funzionano così bene. Tuttavia, a mano a mano che apprendiamo più cose sull’universo, esso non sembra più un luogo così amichevole, e noi risultiamo essere i vincitori in una lotteria cosmica”.

“Poco amichevole...”, “lotteria cosmica...”, brutti pensieri assai, lasciamo a perdere. ’Sti cervelloni, poi, son fatti apposta per mettere malumore.

A Natale “vorremmo sciare” ma, disgrazia maledetta-fottuta-venuta dall’oriente, non potremo; “vorremmo strafogare in compagnia e sbevazzare quanto basta e di più”, ma non ci è dato, il Conte vietò, 70mila ne ha messi nella strada, di guardiani, e so sordi! Mica che no!

Certo il cenone ci mancherà. Molto, anzi assai. La bella lasagna, la cotica con lenticchie, gli spiedini; e arance, noccioline, spumantini, panettone e dolci; e chiacchiere, e dispute calorose: “Chi era più forte Maradona o Pelè?” “Nessuno dei due, per me Gigggi Riva!”. “Chi capisce di più, Galli o Zangrillo?” “Nessuno dei due, per me la Capua!”. “Anche Sgarbi, però, buttalo via...”. I botti, quelli sono consentiti; pagu genti, bona festa; faremo a gara a fare casino con quelli del palazzo di fronte. Una volta a Napoli s’erano inventati il superbotto, ’o pallone ’e Maradona, tre chili di polvere pirica, una roba esagerata. Proibitissimo, mi pare; pericoloso per le dita. Ma Diego e il proibito -si sa- “stanno così”.

Sì, ci dispiacerà davvero; quel chiasso ce l’abbiamo nel sangue; roba di visceri; profonda; sedimento millenario; anarchici a casa nostra, autoritari col vicino di casa; semo mica fiji de nessuno. Però nun v’azzardate nuovamente; mai più senza cenone!

A proposito di sangue: quest’anno, in Cattedrale, San Gennaro fece il prezioso. Grande apprensione nel popolo, tentativi ripetuti, nulla da fare, non s’è sciolto. In compenso lo scioglimento del polo nord sembra ormai cosa fatta. Ce stamo a consolà. E poi a tutto c’è una spiegazione; Gennaro è giustamente offeso: troppo clamore, troppa pazzia per Diego, e troppa gente, piccoli e anziani, a ripetere per vicoli e bassi, sino allo sfinimento, la famosa rima blasfema:

San Genna’, non ti crucciare/ tu lo sai, ti voglio bene /ma ’na finta ’e Maradona/ squaglie ’o sang rint’ ’e vene!

Ma se pò campà accussì?


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