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GM’s blues

di Victor Kusak - martedì 25 ottobre 2016 - 5145 letture


(Questo è un blues allegro, un blues
della speranza, non può essere altrimenti
perché ovunque andasse, GiM
portava sempre un flauto di luce)

Un blues per GiM, per gli incontri che non abbiamo avuto - i sorrisi dati al muro e le parole ingoiate. Un blues per il mio sguardo torvo un blues per il tuo sorriso - fin troppo gentile ho nelle orecchie la tua voce musicale ho negli occhi il tuo ammiccare un contrabbasso da abbracciare la notte una nota da sfregare pizzicare ecco lasciare scivolare come una carezza avvolgente hai sempre voluto aggirare gli ostacoli porgevi l’orecchio e sembravi ascoltare altro - qualcosa che era oltre chi ti stava davanti una musica più vera sotterranea la risonanza di un tremuoto all’orizzonte. (I tuoi ragazzi hanno pianto le canne lungo il fiume si sono mosse il fiato di Sacco e Vanzetti in punta di respiro, quasi un accenno). Questo mio caro amico è il mio blues per te per me, gli amici che siamo per ora rimasti il mio blues per la mia infanzia che non ho mai avuto il mio blues per la tua musica che non ho mai ascoltato. “Teniamo in serbo le nostre domande perché noi stessi ne abbiamo paura, poi ad un tratto è troppo tardi per porle”. [1] Quali sono i nostri nomi, quali sono le note del nostro nome?


[1] Thomas Bernard, Il Freddo/Una segregazione


Giuseppe Mangiameli (Carlentini, 1957/2016) ha insegnato musica nelle Scuole Medie, dopo il diploma musicale. Il suo strumento era il contrabbasso. Faceva jazz. Colpito da infarto, la notte del 21 ottobre 2016.



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