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From Inside. Un film di John Bergin. Anteprima italiana al Future Film Festival di Bologna

Su un treno viaggiano i sopravvissuti e tra loro Cee sembra essere la più umana, meno evanescente, aggrappata alla vita insieme al bimbo che porta in grembo, ultimo figlio di un mondo che implode su se stesso e chiude i conti con l’universo.

di Dario Adamo - mercoledì 4 febbraio 2009 - 2155 letture

Il giorno del giudizio è appena arrivato, ha fatto impietosamente il suo ingresso nella vita di tutti. Del mondo non resta che un fiume di sangue e i resti dei corpi esangui, carcasse di uomini e bestie, violentate dalla distruzione eterna che mette un punto e non torna a capo.

Su un treno viaggiano i sopravvissuti e tra loro Cee sembra essere la più umana, meno evanescente, aggrappata alla vita insieme al bimbo che porta in grembo, ultimo figlio di un mondo che implode su se stesso e chiude i conti con l’universo. Il viaggio di questo imponente treno (della speranza?) ripercorre strade che furono, attraversa città esanimi, sconvolte e scardinate in ogni punto, delle quali non resta che racimolare gli ultimi pezzi potenzialmente utili alla caldaia del mostro a vapore o scovare le ultime riserve di cibo per il sostentamento dei viaggiatori.

Di tutto ciò Cee è testimone, protagonista e narratrice fuori campo, colma di dolore e sofferenza per il figlio in arrivo e per il marito che non c’è, per il passato che è stato e per il futuro che non sarà, afflitta e distrutta, dentro e fuori, fisicamente e mentalmente, stanca. Le persone sul treno sono evanescenti come i suoi incubi, sembrano ogni volta diverse e tutte uguali allo stesso tempo, mute e afflitte.

Una sola figura si distingue, per interesse nei suoi confronti e spontanea commiserazione: un uomo completamente bendato, non meno inquietante degli altri spettri-passeggeri, salito sul treno a metà strada e accolto nel convoglio insieme agli altri superstiti. Piccoli gesti, attenzioni disseminate lungo il viaggio, come se si trattasse di un sorvegliante speciale incaricato da qualcun altro per proteggerla, come un angelo nel bel mezzo dell’inferno. Ma con l’apocalisse tutti, angeli compresi, sono destinati a cadere, ad arrendersi a finire per sempre. Esistere è ormai solo un ricordo tutto terreno.

Con From Inside John Bergin, che si è già aggiudicato il premio come miglior film al festival di Sitges, accompagna gli spettatori in un viaggio cupo, sporco di sangue e sofferenza, dove la speranza che qualcosa di felice accada è preclusa prima di sorgere. Atmosfera da ultimi giorni del mondo come l’abbiamo conosciuto, dove chi è sopravvissuto in realtà si trova solo in coda e aspetta il suo turno, con la mestizia di un condannato a morte.

Adattato dall’omonima graphic novel scritta dal regista stesso, questo film presuppone un patto assolutamente chiaro alla scelta di vederlo: accettare senza clausole un surrealismo nero e opprimente di un viaggio verso la fine, sapientemente costruito e ben disegnato o scendere dal treno prima che il viaggio abbia inizio. Prendere o lasciare.


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