Frangetta assorbente

Cuori nella tempesta, poltrone doppie, liquidazioni e osei

di Adriano Todaro - martedì 8 maggio 2018 - 5239 letture

Tempi cupi quelli che stiamo attraversando. Pensate che in attesa della Direzione del Pd, tutto il mondo si è fermato. In Uganda volevano cambiare presidente ma hanno soprasseduto per conoscere, prima, la decisione di un cittadino qualsiasi del nostro Paese, di nome Matteo Renzi. Che per altro aveva già deciso dal chierichetto Fazio che lo guardava estasiato di cotanta nullità strategica. Nel Kurdistan irakeno, dopo aver fatto anch’essi un referendum, sono giorni decisivi per gli sviluppi geopolitici nella regione. Eppure la domanda che si facevano tutti a Tikrit, patria del “feroce” Saladino ma anche di Saddam Hussein era: “Cosa dirà il Rosatello?

Sono drammi umani che si consumano come si consumano i giorni. Drammi umani e cuori nella tempesta. Qualche giorno fa, ad esempio, un buontempone ha proposto che sia una donna a guidare il Pd. Sono le famose quote rosa. E fra le donne è stato fatto il nome anche della signora Serracchiani che sta vivendo, contemporaneamente, un dramma umano e politico. La Debora senza acca ma con la frangetta, infatti, dopo la batosta del suo partito in Friuli dove lei era la “governatrice” uscente, ha dichiarato che lì, in Friuli, il Pd ha perso perché lei non si è ricandidata. La frangetta ha avuto un sobbalzo ma poi è tornata a posto. Se questo è il dramma politico, la Debora senza acca sta però vivendo un dramma umano mica da niente. Nel 2017 aveva dichiarato a Vanity Fair: “Per la prima volta arrivo a dire che la politica non è tutta la mia vita, e questo mi fa stare meglio con me stessa e con gli altri”. Ohibò, in quel momento abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Finalmente si ritirava. E, invece, no. Il fatto è che l’anno precedente, dopo 24 anni di matrimonio, il marito l’aveva abbandonata.

Ora, se il marito se n’è andato, come può pretendere che restino a lei gli elettori? Guardate che sono drammi difficile da superare. Sia per l’abbandono del marito e sia per l’abbandono degli elettori. E Debora si confessa e fa partecipe anche noi del suo dramma perché il privato è pubblico: “Non è stato facile per me, ero sconvolta (si riferisce alla fuga del marito non degli elettori-Ndr), anche perché non avevo avuto da lui alcun segnale di crisi, o forse ero io troppo assorbita per accorgermene”.

Eh, sì. Una si assorbe troppo e, quanto meno te lo aspetti, zac, il marito scappa. Infatti, prima di sposarsi sua mamma l’aveva avvertita: “Non assorbirti troppo Debora, che quello ti scappa”. Ma lei niente. Lei aveva sposato sì il marito ma soprattutto il Pd, soprattutto quello renziano. E questi sono i risultati.

E mentre Debora è assorbente sempre di più, un’altra grande donna del Pd, invece, gioisce. Si tratta di Michela di Biase che di mestiere fa la moglie del ministro culturale Franceschini. In realtà fa altro e fra le tante cose anche il capogruppo Pd al Comune di Roma. Alle ultime elezioni regionali è stata eletta, appunto, in Regione. Che fa, lascia il Comune? Manco per niente. “Mi dimetterò da capogruppo ma non da consigliera”, ha dichiarato al Corriere. Meglio due poltrone che una, direbbe lo scomparso filosofo Massimo Catalano. Questa non ha il cuore nella tempesta. Anche perché, con Dario, va d’accordo. Questa è innamorata del marito ma, soprattutto, delle poltrone.

Per ultimo, per parità di genere, un uomo. E che uomo! Si tratta di Carlo Giovanardi, il famoso difensore di gay e ragazzi massacrati dalla polizia. Finalmente dopo 26 anni di Parlamento se n’è andato e subito i giornali hanno scritto che si portava via una liquidazione di 315 mila euro. Bugia! E lui stesso che lo scrive per precisarlo a tutti i giornali: non sono 315 mila euro bensì 216.014.

Sembra che dall’Uganda gli abbiano scritto per sapere come sia riuscito a restare in Parlamento 26 anni senza far nulla e a portarsi a casa una liquidazione di quel tipo.

Intanto il Reggente del Pd è diventato Reggente a Targhe Alterne. Lunedì è contro Renzi, martedì così e così, mercoledì di nuovo contro. Giovedì c’è la Direzione. Renzi gli telefona poco prima e gli dice di non fare il bischero. Lui abbozza e afferma che la colpa è dei cattivoni del M5S. Poi vede il Bugiardo di Rignano e sussurra all’orecchio del grande statista: “Matteuccio non lo faccio più… fammi restare ancora. Ti prometto che t’invito a mangiare un bel piatto di polenta e osei”. Questo l’è proprio un bischero, pensa lo Statista. Poi fa ancora qualche telefonata. Risultato: tarallucci e vino per tutti. Il Bergamasco viene riconfermato, a tempo. E anche gli osei.

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Elisabetta dixit 5 – “Pur rispettando il Capo dello Stato e i senatori a vita, dalle carte trasmesse alla Giunta, non sono emersi elementi sufficienti a identificare gli ‘altissimi’ meriti scientifici e sociali di Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia”.. (Maria Elisabetta Alberti Casellati, eletta presidente del Senato, seconda carica dello Stato).


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