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Esiste un Teatro Urgente

Nasce il Secondo Manifesto per un Teatro Urgente, Girodivite scelto per la presentazione ufficiale al pubblico: leggi e lascia il tuo commento.

di Francesco Chiantese - giovedì 17 novembre 2005 - 8930 letture

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La maschera di Frammenti
Disegno di Valeria Bassi per la locandina della performance Frammenti divenuto poi il Logo degli Urgenti

Il Secondo Manifesto per un Teatro Urgente nasce dopo cinque anni dal primo ad opera dell’Accademia Minima del Teatro Urgente (residente presso il CAT di Montepulciano, Siena).

Scegliamo di non presentarlo su una rivista on-line per addetti ai lavori, ma preferiamo presentarlo sulle pagine di Girodivite che, spesso, ospita nostri articoli.

Questo perchè il nostro Teatro Urgente si nutre e cresce in quelle città Invisibili di cui Giro racconta la cronaca, e perchè spesso in queste pagina si parla di realtà come la nostra che producono cultura NONOSTANTE.

Un collettivo di ricerca che arriva a festeggiare, ai giorni d’oggi, cinque anni di intensa attività nonsotante i tagli ai fondi, l’assenza di spazi, l’assenza di etica nei circuiti di distribuzione, è soprattutto un messaggio forte per tutti:

la cultura libera, laddove incarna l’ostinazione quotidiana di una seppur piccola comunità, allora è ancora possibile; allora il teatro non diventa una speranza, ma si può ricominciare un nuovo percorso cone le parole "esiste un teatro".

Spero in tutta sincerità di poter leggere, in calce a questo scritto per cui tutto il collettivo più alcuni collaboratori hanno lavorato per diversi mesi, i vostri commenti, le vostre critiche, se non altro i vostri auguri. Per molti di voi siamo una realtà sconosciuta, ed allora spero questo vi incuriosisca rispetto al nostro teatro, a chiunque di voi ci conosce va invece il nostro grazie più profondo. Senza di voi non esisterebbe il nostro teatro.

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Baratto culturale a Novara di Sicilia
Uno dei momenti di incontro con la popolazione locale durante il Baratto Culturale a Novara di Sicilia raccontato in alcuni articoli su Girodivite

Esiste un teatro che nasce dalle differenti urgenze della comunità che vive con esso.

Le donne e gli uomini che gli danno la vita scelgono il dubbio come madre della propria azione e la ricerca come linguaggio per dialogare con le proprie urgenze.

Questo teatro ha scelto come propri antenati tutti coloro che hanno fatto ricerca e come propria geografia la geografia appartenente a tutti coloro che fanno ricerca.

Lo spazio di lavoro di questo teatro è il limite della donna e dell’uomo, ed allo stesso tempo il limite della società in cui essi sono inseriti.

Questo teatro sceglie di avere il limite come casa e vi sta con tutta la sacralità con cui i nomadi abitano i posti che scelgono per la notte.

Questo teatro non ha bisogno di nulla ed ha necessità di tutto.

I suoi attori costruiscono attorno a se una tenda per poter lavorare tranquilli senza distrarsi, ne chiamarsi fuori, dal mondo di cui fanno parte.

Essi dialogano tra loro con le parole, i gesti, i segni, ed i riti che gli appartengono come singoli artisti; e dialogano con il territorio che li ospita, e in esso con le persone, attraverso gli elementi della nuova tradizione che appartiene loro in quanto comunità che crea.

Gli Urgenti si dedicano quotidianamente al loro artigianato, mettendosi alla ricerca di una nuova grammatica: in questo il loro è un teatro profetico, perché coniuga parole antiche per dire cose nuove.

Essi rivendicano per il loro teatro il ruolo di osservatorio del quotidiano, di altare scomodo su cui salire per scoprire ed annunciare che il re è ancora una volta nudo; in questo il loro teatro è eretico, in quanto vive della necessità di prendere posizione rispetto alla vita che incontra.

Il loro Teatro Urgente è una pratica umana che li mette in dialogo con gli aspetti più intimi della loro umanità, per ascoltare l’uomo e raccontarlo agli uomini; in questo il loro teatro è sacro.

Sul nostro sito www.teatrourgente.it potrete scaricare gratuitamente, dopo esservi registrati, l’’e-book "Premesse - cose da dire prima o poi sul Teatro Urgente" in cui sono contenuti i nostri manifesti commentati dettaglio per dettaglio ed una piccola parte dei nostri appunti per la ricerca. L’e-book è il primo di una collana che si chiama "Con-Testi" che gli Urgenti fanno anscere per festeggiare i propri primi cinque anni e che conterrà materiali sulla nostra ricerca, e piccoli strumenti teorici utili a chiunque abbia a che fare con il teatro e abbia intenzione di avvicinarsi alla ricerca.

Francesco Chiantese a nome del collettivo di ricerca teatrale Accademia Minima del Teatro Urgente

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Il nucelo storico degli Urgenti
Il nucleo storico degli Urgenti che lavora assieme da cinque anni.Da sinistra: Valeria Bassi, Erika Cherubini, Lorenzo Misuraca, Francesco Chiantese, Salvatore Sofia


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Esiste un Teatro Urgente
20 marzo 2006, di : salvatore nocera

ho già avuto modo di scrivere su questo sito a proposito della territorialità del teatro che in sé non può assoggettarsi al finanziamento di chicchessia, pena la sua stessa libertà. ma senza polemiche. il fatto è che leggendo sul vostro Teatro Urgente, sono molto più stimolato a riflettere in termini che mi sono congeniali. dovete sapere che io tento di avere un rapporto con il teatro da tempi immemorabili, e in tutte le sue forme. per ora mi reputo quasi esclusivamente autore-regista e a volte compositore delle musiche. ma non vado oltre. il fatto divertente è chesono anche medico, e l’urgenza mi stuzzica non poco: è proprio così, c’è urgenza nel teatro di chi non ha voce, c’è urgenza nella sua necessità, come direbbe peter brook, c’è anche l’urgenza di rimanere all’inizio sconosciuti proprio per essere efficaci, come direbbe l’altro mio preferito heiner muller, proprio per dare senso a un teatro che non è imposizione (sotto la falsa ègida del cosiddetto finanziamento publico) bensì proposizione - è adesso che ci si toglie dall’anonimato, per diventare guida e - scusate la roboanza - "una possibilità di essere", ciò che il teatro "dovrebbe essere". per poi avere il coraggio, ovvero l’umiltà, di rientrare nello "sconosciuto", che è esattamente, a ben guardare, il "permanere nel limite", cui voi così bene a mio avviso fate riferimento. ed è bellissimo.

temo di dilungarmi, ma sul senso del limite, vorrei condividere con voi, se me lo permettete, un’altra piccola "proposta per una riflessione", già oganizzata,che è la seguente:

Il tuo maggior limite è la tua più grande risorsa.

Cosa possiamo immaginare come risorsa se non ci accorgiamo di noi? Conosci te stesso non è soltanto la via verso la saggezza: attraverso te stesso percepisci il tuo limite, che è la saggezza più grande. Ma limite non vuol dire affatto diminuzione di una capacità, non vuol dire affatto handicap, non vuol dire affatto ridurre il proprio campo d’azione, e men che meno non vuol dire affatto mediocrità. Limite vuol dire semplicemente accorgersi di dove finora siamo arrivati, vuol dire semplicemente renderci conto del cammino che finora abbiamo fatto, indipendentemente dagli obiettivi che ci eravamo prefissati di raggiungere (la frustrazione nasce e si sviluppa proprio come conseguenza della cultura dell’obiettivo da raggiungere!...) No, il limite è esattamente il luogo dove conosco me stesso, dove imparo ad avere un rapporto con me stesso, con le mie capacità reali e attuali, con quanto mi riguarda: il limite è la mia possibilità di conoscenza di tutto quanto mi riguarda, ma anche e soprattutto di tutto quanto mi circonda, poiché grazie al mio limite mi accorgo di ciò che c’è oltre. Il mio limite è anche il mio oltre che posso finalmente esplorare. Il mio limite è quanto di me entra in contatto con ciò che non è me. Il mio limite è l’incontro tra la mia disponibilità a stare nel mondo - non ad essere del mondo - e la disponibilità del mio vicino a stare nel mondo, a stare con me, a stare con, non ad imporre la propria presenza. Il mio limite è esattamente il superamento di un’imposizione che diventa proposizione, che diventa semplice, quanto arricchente, possibilità di nutrimento. Il vero problema non è un limite qualsiasi, ma saperci stare.

con affetto, salvatore nocera, compagnia dell’addimuru - naro - agrigento

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"Premesse - cose da dire prima o poi sul Teatro Urgente" Collana "con-testi" Primo numero a cura di Francesco Chiantese

Le tracce della ricerca teatrale e della storia dell’Accademia Minima del Teatro Urgente attraverso i suoi manifesti teatrali; un modo semplice ed immediato per conoscere la ricerca di questo attivo collettivo collettivo e per contribuire al loro percorso verso una nuova grammatica teatrale.
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