Er turco de Roma

Bestemmia come un turco ma ha le idee chiare. Un po’ smunto ma sa fare le capriole

di Adriano Todaro - mercoledì 11 novembre 2015 - 42448 letture

Demokrat Parti saldıran ve #Marino istifa mafya aynı çizgi”. La frase non vi è chiara? Beh perché siete ignoranti e non conoscete le lingue. E, invece, è chiarissima. E’ un twett che ha lanciato, lo scorso 27 marzo, il turco giovane o il giovane turco o, ancora, il quasi giovane turco, Matteo Orfini, classe 1974, sfegatato tifoso del Milan, che è – pensate un po’ com’è strana la vita – addirittura presidente del Pd nazionale e commissario a qualcosa per scoprire le malefatte del Pd in Mafia Capitale.

Er turco de Roma non è l’unico. Roma è piena di giovani turchi che stazionano dalle parti del Nazareno. Sono tutte teste pensanti, teste all’opposizione nel partito, teste di Chicco... (Ah no scusate, ho sbagliato, quello è Chicco Testa un bel campione renziano). Ma andiamo avanti sennò mi perdo. Dunque, er turco ha fatto una pulizia mica da ridere nel partito e a lui gli è venuta bene perché ha fatto studi, anche se non conclusi, archeologici. Scava oggi scava domani è venuto fuori che un bel po’ di piddini se la facevano con alcuni gentiluomini tipo Spezzapollici.

Volete sapere la traduzione? Ecco, vi accontento. Il twett significa: “Attaccare il Pd e dimettere #Marino è la stessa linea della mafia”. Chiaro? Come? Era più chiaro in turco? Non dite stupidate perché Matteo III è presidente mica per niente. E’ uno che presiede mica come il presidente della Bocciofila che ho sotto casa che non c’è mai. Lui c’è sempre e, seppur smunto, parla chiaro, in turco appunto.

Passano un po’ di mesi e il 10 giugno altra dichiarazione da parte dello smunto turco: “Belediye Başkanı Marino istifa hipotez yoktur ve var olmamıştı. Biz suç yenmek ve daha kenti çalıştırmak için kural devam etmek bir görev var: bu bizim vatandaşlar votandoci sorduk ve biz ne var”. I romani, impressionati da tanto ardire sono andati subito ad iscriversi ad un corso serale di turco ma hanno capito poco ugualmente. Forse era meglio lasciarlo in turco. Comunque, sempre per aiutarvi e darvi una mano, er turco ha praticamente affermato che "L’ipotesi di dimissioni del sindaco Marino non esiste e non è mai esistita. Noi abbiamo il dovere di continuare a governare per sconfiggere la criminalità e far funzionare meglio la città: questo è quello che ci hanno chiesto i cittadini votandoci ed è quello che faremo".

Perbacco che belle parole che usano questi turchi. Si dice sempre parli come un turco e fumi come un turco ma in realtà sono solo modi di dire, anche perché non so se Matteo III fumi. Ma restiamo sulla notizia. La notizia è che “L’ipotesi delle dimissioni del sindaco Marino non esiste e non è mai esistita… abbiamo il dovere di continuare a governare per sconfiggere la criminalità…”. Il presidente Mai Eletto a leggere questa frase s’è incazzato come una biscia turca e ha chiamato a rapporto er turco de Roma. Siccome il fiorentino è persona intelligente che sa le lingue, gli ha detto a brutto muso: “Ne oluyor! Ya da uzağa gider ya da seni terk”. In pratica gli ha dato un cicchetto: “Che cazzo dici! O va via lui [riferito a Marino], oppure te ne vai tu”.

Il povero turco ex giovane è andato in crisi: ma come? Io mi sono esposto a difendere il sindaco e questo lo vuole cacciare. E io che figura faccio, ora? Quando la sera è rientrato a casa, si è subito confidato con la moglie che è romana e non turca. Mentre i tre figli giocavano alla play station regalata da Matteo I, Matteo III e la sora Mariuccia (ma si potrebbe anche chiamare Adele, Pina, Lucia, Graziella ecc.) ne hanno parlato. Come al solito è stata la Mariuccia a trovare la soluzione: “Ma a te che te frega! Li mortacci tua e de tu ‘nonno in cariola, stai sempre a combinà disastri. Comunque tu cerca de abbozzà. L’importante è conservà er posto tuo”.

E così il turco ha fatto un triplo salto della morte e ha dichiarato all’Huffington Post del 10 ottobre: “Ben ekibi ve idari eylem geliştirmek için belediye başkanı yardım etmek için her şeyi yaptık. Bunu yapmak daha zor iken yaptığı seçimler dehşet uyandırdı zaman Romalılar zorlukları ve zayıf anlamaya çalıştım ben savundu. Ama bu yeterli değildi. Hataların sonsuz bir dizi kesinlikle şehre belediye başkanı yetki ve güvenilirliğini tehlikeye çünkü yeterli değildi”. Calma che ora traduco, un po’ alla maccherona: Il sindaco l’ho sempre difeso “Ma non è bastato. Non è bastato perché una infinita serie di errori hanno definitivamente compromesso autorevolezza e credibilità del sindaco verso la città”.

Poi per essere più chiaro, da buon turco romano, in modo lapidario ha aggiunto: “Dava kapandı benim için, ben bir daha konuşmak yok”. In pratica “con quello [Marino] non ci parlo più”.

Er turco de Roma ha dimostrato, ancora una volta, che quando c’è classe c’è anche coerenza. Prima lo ha difeso anche quando i romani si lamentavano delle buche delle strade, della metropolitana che non funzionava, dei pasticci che combinava con il Papa, dei viaggi in Usa. Poi quando sono saltati fuori alcuni scontrini relativi a cene e beveraggi, il turco non l’ha più salvato. E il presidente mai eletto? Anche lui va spesso negli Usa, anche lui magna a tutto spiano, anche lui vorrebbe farsi fotografare con il papa. Un turco come si deve avrebbe dovuto intervenire anche sul Democristiano con i Nei. E perché non su Vicienzo De Luca? Magari su qualche sottosegretario con problemi con la giustizia?.

E invece si caccia Marino a metà mandato, anche se regolarmente eletto e senza andare in Consiglio comunale. Per sicurezza, meglio andare da un notaio almeno codifichiamo il dare e l’avere. E a Roma arriva un prefetto, anzi due, anch’essi mai eletti ovviamente, che faranno il commissario prefettizio e il commissario per il Giubileo. Più 6 subcommissari. Nella pratica, via uno, prendi otto.

Insomma, non sono più i turchi di una volta. Sai cosa ti dico Matteo III: vàttel’a ppijà ‘n der... ! Anzi. Te lo dico in turco così capisci meglio: “Ne,sevgili Matteo III biliyorum. Ama onu tutuklamak için gidin ...”.

Non c’entra nulla con Orfini e i turchi più o meno giovani ma ve lo voglio segnalare ugualmente. Il 29 ottobre scorso, Luciano Palestra, 41 anni, di Aversa, è morto mentre lavorava su un ponteggio per impermeabilizzare il soffitto della Facoltà di ingegneria della Seconda università di Napoli. Dopo pochi giorni, il 31 ottobre, altri due operai morti e uno ferito. Gli operai – Antonio Atzeri, 56 anni, di Casoria e Albino Tammaro. 48 anni, di Gioia Sannitica (Caserta) – sono morti per il crollo dei ponteggi che stavano installando davanti ad una chiesa.

Certo, cose che succedono a chi lavora. A Matteo III non potrà mai succedere e neppure a tutti i suoi compagnucci. Meglio così, naturalmente. Al massimo a lui potrebbe accadergli di chiudersi un dito nel cassetto dell’ufficio del presidente nazionale del Pd. E, di conseguenza, bestemmiare in turco.


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