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Ecco perché stanno avvelenando le studentesse

Una bambina di 11 anni è morta dopo essere stata avvelenata nella sua scuola a Qom, in Iran. Il caso di Fatemeh, questo era il suo nome, potrebbe non essere l’unico.

di Redazione - giovedì 27 aprile 2023 - 1638 letture

A partire da novembre dell’anno scorso, migliaia di ragazze sono finite in ospedale dopo aver respirato gas tossici. Secondo i dati ufficiali, da allora 13.000 studentesse hanno avuto bisogno di cure mediche. I sintomi più comuni sono tosse, difficoltà respiratorie, irritazione al naso e alla gola, palpitazioni, mal di testa, nausea, vomito e intorpidimento degli arti. Ormai più di 100 scuole sono state attaccate, alcune più di una volta. Molte famiglie hanno ritirato le loro figlie dalle scuole.

Tutto lascia pensare a una campagna coordinata per punire le studentesse per aver partecipato alle proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, caratterizzate da una forte presenza femminile. Manifestare in strada, togliersi il velo obbligatorio e mostrare i capelli in pubblico, sono solo alcuni dei gesti dimostrativi delle studentesse iraniane. Gesti coraggiosi ma inaccettabili agli occhi dei fanatici religiosi.

Il ministro della Salute ha dichiarato che non ci sono “prove concrete” che le studentesse siano state avvelenate e ha aggiunto che "più del 90% dei problemi di salute è causato da stress o è stato inventato".

L’avvelenamento delle studentesse è avvenuto in scuole elementari, medie e superiori. Il primo attacco con sostanze gassose segnalato in una scuola femminile è avvenuto il 30 novembre 2022 nella città di Qom, quando sono state avvelenate 18 studentesse. Le autorità hanno cercato di nascondere l’attacco. La notizia è emersa solo quando la stessa scuola è stata nuovamente attaccata due settimane dopo, il 13 dicembre 2022, con l’avvelenamento di altre 51 studentesse.

I genitori delle studentesse avvelenate hanno raccontato agli organi d’informazione iraniani – in relazione al secondo incidente – che le autorità si erano rifiutate di fornire i risultati delle analisi tossicologiche che indicavano la causa del precedente avvelenamento e il tipo di gas utilizzato. Nelle interviste, le studentesse ricoverate in ospedale hanno raccontato di aver avvertito un insolito odore di gas a scuola e di aver provato una forte di mancanza di respiro, intorpidimento e dolore alle gambe e difficoltà a camminare. Gli organi d’informazione statali hanno riferito che almeno 30 famiglie avevano presentato denuncia all’ufficio del Procuratore di Qom, che ha inizialmente annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro speciale che però non ha avuto alcun seguito.

Dopo questi primi casi, gli attacchi sono aumentati in modo esponenziale. Organi d’informazione indipendenti e organizzazioni per i diritti umani hanno segnalato oltre 300 attacchi in più di 100 scuole femminili in tutto l’Iran.

Nel febbraio 2023 giornalisti indipendenti al di fuori dell’Iran hanno riportato la storia di una bambina di 11 anni morta dopo essere stata avvelenata nella sua scuola a Qom, ma le autorità hanno smentito la notizia. Anche i genitori della bambina hanno fatto riferimento a malattie pregresse, ma resta il dubbio che abbiano subito pressioni per confermare la narrazione ufficiale. Non sarebbe la prima volta.

Non è lo stress che sta avvelenando le studentesse iraniane!

Chiedi di proteggere le ragazze e garantire il loro diritto allo studio.

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