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Due proposte di gallerie paramassi per arginare le frane del Capo Alì

Dopo l’ennesima frana registrata in uno dei luoghi più a rischio del messinese jonico, i Comitati dei Cittadini propongono due tipologie di gallerie paramassi.

di Redazione - giovedì 26 luglio 2018 - 6204 letture

Comitati di cittadini, forze sociali e associazioni locali si sono riuniti ancora una volta per fare il punto sulla situazione creatasi all’indomani della pericolosissima frana del 20 luglio sulla Statale 114 a Capo Alì (che ha colpito un automobilista in transito) e dare un contributo concreto al nascente tavolo tecnico che sembra si stia finalmente avviando. A tal fine sono stati discussi e delineati alcuni dettagli del progetto concernente la galleria paramassi di Capo Alì, che sarà presentata oltre che agli organi di stampa e alla cittadinanza, al costituendo tavolo tecnico.

“I comitati avevano già proposto con un esposto/denuncia protocollato l’11 settembre 2015 la realizzazione di più gallerie paramassi, che sarebbero dovute sorgere nei punti nevralgici della Ss14 che collega Itala e Alì Terme – spiega Francesco Aloisi del Comitato Divieto di Scaletta - i nostri tecnici, stanno revisionando la bozza del nostro progetto in maniera tale da attualizzare e rendere esecutivo lo studio di fattibilità”. Due le tipologie di gallerie proposte: una a sbalzo e l’altro con piloni. “Il dibattito si è acceso esordendo con l’analisi e la critica alle amministrazioni comunali ‘dormienti’ – prosegue Aloisi – e i comitati, durante il dibattito, hanno sottolineato che l’attuale sindaco di Messina e della Città metropolitana, Cateno De Luca, non ha mai presentato alcun progetto per Capo Alì e non si è mai interessato concretamente (tranne che con qualche grafico...) della questione né come sindaco di Fiumedinisi e S. Teresa, né come deputato dell’Assemblea regionale siciliana.

In un post che pubblica su Facebook De Luca ‘la spara grossa’ affermando che lui nel 2009 aveva proposto un progetto, è evidente che sia molto ‘confuso’, infatti il progetto di cui parla prevedeva una galleria a Capo Scaletta e non ad Alì Terme! Inoltre risulta dai documenti che l’originario progetto per la bretella, come via di fuga tra Itala e Scaletta, in caso di alluvione e/o calamità naturale, fu trasformato in progetto di minisvincolo, per poter essere realizzato, poiché l’uso delle bretelle limitava l’accesso all’autostrada solo in quelle condizioni di calamità naturali con la chiusura contemporanea di Capo Scaletta e Capo Alì. Modifica effettuata formalmente dall’Unione dei Comuni Valle di Monte Scuderi (Itala e Scaletta) come testimonia la delibera di giunta dell’Unione n. 12 del 17 dicembre 2014, su proposta del sindaco di Itala e non dell’esuberante Cateno. Questo per la storia!”.

“Come comitati dei cittadini e associazioni e forze sociali non ci interessano polemiche sterili o corone di alloro, ma auspichiamo una vera collaborazione tra comitati, associazioni, forze sociali, enti competenti, che realmente vogliono affrontare e risolvere il drammatico problema, collaborazione che ancor oggi risulta essere alquanto utopica”. Giacomo Di Leo (Comitato No Frane) sottolinea: “Noi comitati, insieme a forze sociali come la Cub (confederazione unitaria di base, rappresentata in zona da Francesco Urdì) ad associazioni di Scaletta, insieme al Partito comunista dei lavoratori, nel settembre del 2015 denunciammo l’imminente pericolo di questo rischioso tratto stradale, non certo per fare sterile polemica ma ovviamente per proporre una risoluzione a questo problema antico, con appunto l’ipotesi di realizzazione di gallerie paramassi, ma come dimostrano i documenti in nostro possesso, la Procura della Repubblica di Messina, nel dicembre 2016, dopo avermi interrogato come persona informata dei fatti, archiviò il tutto. In questi anni – continua Di Leo – non abbiamo avuto la collaborazione né di enti istituzionali, né della classe politica, o meglio dei “politicanti” che oggi fanno “passerelle”, addirittura illudendo i cittadini, per fargli credere che chissà quali poteri forti gli hanno impedito la realizzazione di questa infrastruttura. Oggi un noto politico parla di ‘mafia delle reti’: faccia nomi e cognomi! La realtà è che non ha avuto l’iniziativa e il coraggio di denunciare lo stato dei fatti! Presto – conclude Giacomo Di Leo – ultimeremo un documento congiunto che stiamo realizzando noi comitati, molti cittadini ed alcune forze sociali, sindacali e di associazioni: intanto vogliamo sottolineare che i finanziamenti da cui attingere ci sono già e sono nell’ultimo Masterplan, sono quelli del Patto per il Sud e nella fattispecie per Messina: basta utilizzarli responsabilmente per opere utili, come le gallerie paramassi per il Capo Alì e non in fiumi di colate di cemento, come qualcuno potrebbe demagogicamente e irresponsabilmente pensare! I fiumi di colate di cemento attirano appetiti di gruppi economici forti e delle loro consorterie, alle nostre comunità locali servono cose utili e ben ponderate!”.

tipologia galleria paramassi seconda tipologia galleria paramassi sempre per capo Alì


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