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Diciamo NO alle mutilazioni genitali femminili

La campagna di sensibilizzazione condotta da ActioAid contro una delle pratiche più disumane e violente nei confronti delle donne.

di Redazione - mercoledì 8 febbraio 2017 - 4199 letture

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Soffione

Il soffione è simbolo di libertà ed espressione di un desiderio. È la voglia di lasciar andare il passato e permettere al presente di trasformarsi in un futuro libero da vincoli fisici ed emotivi.

È con questo simbolo che il 6 febbraio, Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili (FGM), vogliamo dire NO a questa pratica lesiva dei diritti umani, subìta ancora oggi da oltre 200 milioni di donne e bambine di tutto il mondo.

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Africa

Le mutilazioni genitali femminili sono un fenomeno globale che coinvolge almeno 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi e costituiscono una violazione dei loro diritti fondamentali. Nonostante non vi sia evidenza che siano praticate in Europa e siano vietate in molti paesi dell’Unione Europea, le mutilazioni genitali femminili sono un problema che riguarda anche bambine e giovani donne migranti che vivono nel nostro territorio, spesso a rischio di esservi sottoposte quando tornano nel loro paese di origine durante periodi di vacanza per visitare i parenti. Il progetto AFTER, della durata di due anni, vuole combattere questa forma di violenza tramite percorsi di empowerment per le donne e di informazione ed educazione per le loro comunità, affinché rifiutino questa pratica. Si vuole inoltre sensibilizzare un più ampio pubblico in Europa sull’esistenza di questo problema che spesso immaginiamo lontano da noi.

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Logo_After_300

Risultati attesi:

- Maggiore consapevolezza delle ragazze e donne migranti sulle conseguenze delle mutilazioni genitali femminili
- Implementazione di 16 percorsi formativi rivolti a giovani donne e uomini di comunità migranti a rischio
- Maggiore conoscenza del tema da parte dei cittadini europei e dei decisori politici

Il progetto è finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea ed è implementato in 5 stati membri della UE: Italia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda.

SOMALILAND: LA VOCE DI SADIA

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Sadia

“Ero molto giovane quando ho cominciato a chiedere: Perché sta accadendo? Perché alle persone va bene che le ragazze soffrano?".

Sadia è Direttore di ActionAid Somaliland; nel paese ancora oggi le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono praticate sul 97% di donne e bambine. Una pratica che viola i diritti umani, oltre ad essere estremamente dolorosa e pericolosa per la salute fisica e psichica di chi la subisce.

Sadia ha cominciato fin da piccola a farsi domande su una pratica comune nel suo paese, ma di cui difficilmente si parla.

“Ho cominciato a cercare informazioni quando ancora non sapevo cosa realmente implicasse nella vita di una donna. Cominciai chiedendo a mia madre ‘Perché vorresti farlo alle tue figlie? Perché?’. Lei mi rispose che era per via della nostra religione ed è quello che ancora oggi viene detto per evitare qualunque confronto sull’argomento. Allora ne parlai con mio zio e lui ne parlò con un leader religioso. Scoprii in questo modo che la religione non richiede questa pratica, ma che molti pensano che sia così. Feci parlare mia madre con il leader religioso e così nella mia famiglia cominciammo a confrontarci sull’argomento”.

ActionAid Somaliland porta avanti la lotta contro le mutilazioni genitali femminili attraverso tutti i suoi programmi, perché ci si è resi conto della necessità di affrontare l’argomento da più punti di vista: sanitario, legale, culturale, religioso.

Sadia è fiduciosa che in futuro la percentuale di donne mutilate scenderà, perché finalmente si comincia a parlare apertamente di un argomento che prima era di fatto un tabù, discutendo anche delle implicazioni mediche che molte donne si trovano ad affrontare. Ancora oggi, purtroppo, in Somaliland non c’è nessuna legge che vieta la pratica delle mutilazioni genitali femminili.

“Per aiutare le comunità migranti - originarie di paesi dove le MGF sono praticate - che vivono in Europa servono programmi che, come stiamo facendo in Somaliland, affrontino la questione da più punti di vista. E’ ora che le comunità ospiti lavorino fianco a fianco con le comunità migranti per combattere le MGF.

In Italia e in Europa abbiamo leggi che vietano tutte le MGF, ma molte bambine e donne, originarie di paesi dove sono praticate, rischiano di esservi sottoposte quando vi fanno ritorno per le vacanze o per visitare la famiglia. Scopri cosa facciamo perché un giorno nessuna bambina debba più subire questa pratica.

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