Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Attualità e società |

Dialogo immaginifico sul "silenzio" tra l’angelo Mercuzio e il Clown Nanosecondo....

............“Se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire"..........F. Fellini

di Enzo Maddaloni - mercoledì 15 aprile 2009 - 3729 letture

Ah che solitudine, che dolori, che soffenze...che bella e triste compagnia e…..che silenzio!

“Silenzio”! Non cominciamo con i paradossi e le stranezze in una situazione di tragedia reale. Hai voglia di meravigliarmi o confondermi?

Io consiglierei concretezza, operosità e decisioni.

Ascolta ,prima di tutto voglio farti una confidenza importante per questa occasione. Prima di diventare ’angelo’ -come tu dici- io vivevo in Irpinia. Non so se ti dice qualcosa questa parola in presenza di queste nuove ferite della carne e della terra che ha colpito gli abbruzzesi. Ma torniamo a noi ....ma veramente non senti una musica o una armonia in questo silenzio addolorato e ferito che sa di eterno?

Mi dispiace,no! Sa io sono solo un ’fool’ e per il resto io sono ’campano’ma di città e a dirti la verità non ho mai sopportato i vostri silenzi irpinie le vostre introverse e astiose separatezze e orgogliose solitudini anche nella soffrenza.

Lasciamo stare queste vecchie e inutili ’querelles’ da "intellettuali della Magna Grecia". La serietà e la drammaticità del momento ci impone leggerezza e serietà ma sopratutto autenticità....

Ascolta meglio: il silenzio non è assenza di suoni, come di dolore non è assenza di vita. Quello che tu non hai udito è la totalità dei suoni e e per la soffrenza le ricchezze delle varietà del vivere. C’è una differenza che i ‘filosofi’ usano chiamare ‘ontologica’: una cosa è zero, un’altra cosa è “ infinito meno infinito uguale zero”.

Io so che proprio così il mio “Signore e padrone” ha fatto il mondo nell’atto che voi umani chiamate ’creazione’: dal niente,anche senza il dolore, come impropriamente usi dire tu, e che invece era un infinito di suoni e di azioni ingarbugliati tra loro e giustamente muti, vuoti ,incorporei.Con la musica si sono separato accordi ,toni, armonie,note quella che normalmente chiamate musica....con la vita ......il bene e il male, il bello e il brutto....il giusto e l’iingiusto e giù di lì in nome della vostra ’libertà’.. Insieme ha creato il verme e l’uomo, i pensieri e le cime di rape, Beethoven e Pupo…..

Creare in fondo è dividere l’incorporeo dal corporeo e quindi il dolore e le soffrenze,l’insostanziale dal sostanziale e quindi la politica e l’economia e.... dargli dei confini, dei limiti, delle qualità con tutto quello che ne viene per le vostre vite terrene.

Questo “silenzio della soffrenza è pieno di musica e di speranza” ....è una modulazione di una gamma spropositata e infinita di non-suoni, di non azioni e fatti che però nella tua incolpevole ‘ignoranza’ e perdita non riesci ad avvertire ,a percepire, sentire se non con questi capolavori comprensibili……come questo di Beethoven che voi chiamate ‘opera 73 o Imperatore’.

Ah ma io ho comprato anche il cd e la ascolto spesso e la conosco benissimo. Io amo soprattutto la “nona”, il concerto in Do minore di Rachmaninoff, ‘Un bel dì vedremo’, Gershwin…….e anche De Andrè, Guccini, De Gregori, Vecchioni, Cohen, Dylan e altri……

Certo hai imparato ad amare pate del ’bello’ ma a non capire il dolore e ....sopratutto il morire. Per tornare all’autore che vi ho proposto con una sua opera particolare….. Qualcuno di voi che ama chiamarsi ‘critico musicale e ha scritto che Beethoven sa ascoltare e riprodurre il canto candido e leggero dell’esistente, ne ha inseguito il movimento ritmico accarezzandone il silenzioso brusio per trasformarlo in rigoroso linguaggio di una musica assoluta ma ha saputo riprodurre anche la tragica pesantezza e profondità della sofferenza e del morire.

Ma, in quello che scrive sembra non capire che le due cose non sempre erano indistinguibili,conseguenza una dell’altra. In ‘origine’ per esempio canto e parola erano carichi di una sola potenza che solo il divino avrebbe potuto sopportare o sentire. La lingua era musica e il dire degli uomini riusciva farsi carico di questo di questo mistero poetico,mitico e religioso assieme.

Era la prova di una perfetta innocenza che si è trasformata in algida concettualità per esigenze comunicative dimenticando persino la bellezza del libero cinquettare degli uccelli o del sibilo del vento tra le foglie o i capelli della donna amata o dei luminosi chiari di bosco in primavera.

Ma, il vero problema è che tu fai fatica oggi …a sentire questo “silenzio” nel vento ,nella luce nei colori ,nelle parole leggere o nelle grida strozzate di dolore che girano per l’Abruzzo in questi giorni!

Ecco io penso che per arrivare e vivere veramente un terra martoriata e ferita bisogna prima di tutto rieducarsi a casa ai “silenzi”, ai “vuoti” nei rapporti comuni ma soprattutto in quella disciplina tutta umana che usiamo chiamare filosofia e che ci siamo costruiti nella testa e nel suo linguaggio,o da questo richiamarsi alla poesia ,al racconto ,alla narrazione.

E per vostra fortuna nella nostra martoriata Italia ci sono buoni poeti, affabulatori, clowns o contastorie che hanno qualcosa di vero e di bello da dire a chi soffre anche se alcuni ancora non sanno o hanno paura di esserlo.

Ma, mi raccomando tenete lontani da questi luoghi sacri toccati nella carne e nel cuore da un Dio che ancora una volta ha voluto parlarci con dolorosa severità almeno gli sciacalli,le iene,le volpi e i serpenti della "politica e della informazione"!!!

Mercurzio, angioletto mio, sei triste anhe tu, e lo so perchè, con queste disumane avventure umane rischiamo solo di essere, come dice un mio vecchio amico Orlando Limone "maestri d’asilitudine".

Ma, proprio tu parli del silenzio? Che ultimamente fai sempre un baccano di parole. E, poi figurati! La filosofia? Uaooo!

Adesso ti racconto un "idea del silenzio"..... in una raccolta di favole "tardo-antiche", si legge questo apologo:

"Era costume presso gli Ateniesi che chi volesse essere considerato filosofo doveva lasciarsi frustare a dovere e, se sopportava pazientemente i colpi, allora poteva essere considerato filosofo. Un tale una volta si era sottoposto alla fustigazione e, dopo aver sopportato in silenzio le busse , esclamò: "sono ben degno, dunque, di essere chiamato filosofo!". Ma gli fu risposto a ragione: "Lo saresti stato, se solo avessi taciuto".

Ti sento un pò strapazzato, certo le sofferenze degli angeli a differenze di quelle degli uomini sono "infinite".... e credo che qualche colpo, scossa, ultimamente, l’hai ricevuto/a anche tu alle tue ali, e non riesci più a volare ....nel silenzio!

Ma, sta cosa adesso non mi convince.

Sai? Io, domani parto con la mia moto del tempo, e vado a trovare i miei amici aquilotti ed aquilotte in compagnia di altri 13 Clown "dottori". Andiamo a curare tutti i silenzio con un sollievo sperando cosi di far sorridere tutti i bambini.

C’è troppo silenzio e pianto lì adesso, e un pò di sollievo rumoroso, e gioviale, non guasterebbe. Perchè non vieni anche tu? Che fai mi lasci incustodito?

E, dai lascia stare adesso sta filosofia del silenzio. Ora c’è bisogno di ricostruire tutti i rumori di una città troppo silenziosa. bisogna farla rivivere subito. Vieni che c’è bisogno anche di te!

Sai ormai è una città dove non si sentono più i clacson delle macchine, dove non si sentono gli scampanelii delle biciclette, ma la cosa peggiore di tutte dove non si sente una risata di una mamma di un padre e di un bambino.

Sai, per il momento insieme ai miei amici Clown e Clownesse, domani andiamo a portare un pò di rumore. Il rumore, almeno di una risata, per "resuscitare" in loro, la voglia di volare.

ops....dimeticavo... che sbadato, salutami la Cherubinedda. Sai? Dovremmo almeno avere la forza ed il coraggio di riabbracciare, tutti i nostri veri, silenzi d’amore.

Mercurzio è Mauro Orlando


- Ci sono 1 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Dialogo immaginifico sul "silenzio" tra l’angelo Mercuzio e il Clown Nanosecondo....
21 aprile 2009, di : Enzo Maddaloni

Carissimo Mercurzio, oggi parto di nuovo in missione per il mare d’Orta d’Atella alla ricerca di nuove ninfe ed esperti maghi. Ho appuntamento con quattordici ragazzi e ragazze. Figurati si sono messi in testa, anche loro, di andare alla ricerca dell’isola che non c’è, io gli avevo anche detto venite a Cairano. Si sono costruiti pure una barca ed oggi andiamo a Posilippo per metterla in mare.

Li dovrò accompagnare in questo viaggio. Non posso abbandonarli proprio adesso, però stai tranquillo. Torno. Ma tu non lasciarmi incustodito come al solito con i rancorosi e gli sfigati. Anzi tieni un occhio generale su tutti, mentre io vado a fare questo viaggio.

Adesso ti lascio ai tuoi silenzi, io parto!

Nanos

Ops Dimenticavo.....Ti raccomando non ti distrarre e come al solito e non perderti nella parole. Adesso più che parlare dobbiamo capire "come fare" per aiutare questi ragazzi a trovare l’isola che non c’è.

La "costa" è lontana, non è segnata in nessun libro di storia e geografia. Ed è inutile gridare terra, terra, perchè non teniamo più le caravelle. Ma dopo aver navigato per tanto tempo "fuori dalle rotte abituali" spero di riuscire a trovare la rotta giusta per un approdo sicuro. Certo sai che paura se incontreremo serpenti ed animali sconosciuti, ma il desiderio è troppo forte e supera la paura.

C’erto l’altro giorno a Cairano ho fatto un pò di prove generali con la barca, navigando nel mare un pò in tempesta di Cairano. C’era mare grosso ed un pò salato, anche se a tratti "calme piatte", strano mare quello di Cairano. Contrasti estremi in un tratto di mare cosi breve.

C’è stato un momento che ho rischiato di dover dispensare qualche "overrd’ose" di tranquillanti, ma a me non piace rivendicare "silenzi artificiali". E, così mi sono messo di traverso e di bolina ho risalito il vento. Sai ho quarant’anni almeno di esperenzia di navigatore in mare aperto e da sei anni anche nello spazio tempo. E, poi porto sempre con me una bussola, e così, nonostante la nebbia ed il vento forte tra lacedonia e candela ho ritrovato la rotta che si era rotta e siamo felicemente arrivati in porto.

Certo mi hanno aiutato tre splenditissime sirene una si chiamava Patagoscha, l’altra Sciosciò ed un tricheco che si dava un pò di arie però si chiamava Erosaggio ma grazie a loro ho navigato a vista e mi hanno guidato fuori rocce con spuntoni pericolosissimi e scogli che sinfornavano come pane in bocche di caverne sottoacqua, quasi come se volessero affogare li tutto il dolore della tempesta.

Ma tu doveri? Come al solito di stai maciullando il cervello e con il baccano delle tue parole non hai neppure sentito che ti chiamavo.

E, poi dici che non è vero che sei un angelo incustodito?

cia, comunque ti voglio bene. Salutami Cherubinedda

info Mercurzio a volte si perde anchelui nella rete.....http://elisiramore.blogspot.com/?zx=9856f8f01ebfae3f