Del tempo libero in bicicletta
Quando si pedala bisogna avere la capacità di adattarsi costantemente di fronte all’indefinibile e imprevisto.
I francesi chiamano la bicicletta la petite Reine, quale fonte continua di ispirazione capace di veicolare a lungo l’immaginario e richiamare il tempo dell’infanzia. Chi sale in sella nel sentirsi in forma, ritrova il buon umore e riesce a mettere da parte i problemi quotidiani.
La bicicletta in tutta la sua generosità conviviale dona ossigeno, silenzio, spazio e tempo ed esprime un’allegria visionaria. Fa ricordare l’infanzia e il ritrovarsi piccoli di fronte alla vastità e varietà del mondo. Nello stare in sella, nel pedalare, il mondo visto dalle due ruote, sbirciato tra i raggi, sembra più vicino. In bicicletta nel ricercare la propria andatura, il proprio equilibrio, con la strada che diventa ragione di vita e spazio d’espressione si risveglia l’anima da esploratore nascosta in ogni essere umano.
La prima bicicletta moderna la safety bicycle fu inventata in Inghilterra nel 1885 e negli anni fabbricare le biciclette diventò un grande business. Le biciclette cominciarono a essere prodotte alla catena di montaggio. La progettazione separata dalla produzione fece nascere fabbriche specializzate nel fornire componenti uniformati. Fabbri, armaioli e quanti avevano esperienze nella metallurgia abbandonano la propria attività per andare a lavorare nelle fabbriche di biciclette.
Nel 1896 la produzione delle biciclette negli Stati Uniti raggiunse il massimo, con 300.000 aziende e la produzione di 1,2 milioni di biciclette e fecero di quell’industria una delle più grandi della nazione. La bicicletta diventa un mezzo di trasporto pratico per milioni di persone. La Rover Safety, prima bicicletta con un telaio a losanga fu costruita nella città di Loventry nel 1885, mentre oggi il 95 per cento delle biciclette sono in acciaio e in gran parte costruite in Cina e in India; si utilizza l’acciaio “dolce”, la qualità più economica e pesante del metallo. I “ciclisti involontari” che nel pedalare si muovono nell’ombra, mandano avanti intere economie.
- Aligi Sassu, Ciclista
Cosa spinge a inforcare una bicicletta e mettersi in viaggio? La bicicletta che offre benefici riconosciuti per la salute e la mobilità sprigiona una carica di democrazia: rompe le barriere di classe e di sesso e risponde alle richieste di indipendenza e mobilità. L’avvento della bicicletta che ha influito sull’evoluzione dei costumi nell’incrementare l’uso dei calzoni corti e le gite domenicali, converge con la nascita dei movimenti femministi. Il ciclismo nel diventare una prioritaria attività fisica, sottolinea come l’andare in bicicletta migliori l’apparato cardiocircolatorio, tonifichi e rafforzi l’apparato muscolare, bruciando calorie. Il rilascio di endorfine dà sensazione di benessere e cura la depressione. Nel dare un senso di libertà e autosufficienza ha contribuito a emancipare le attività atletiche: le donne in bicicletta guadagnano mobilità fisica e ampliano i propri orizzonti.
La bicicletta che fino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento rimase il mezzo di trasporto principale per i lavoratori in tutta Europa viene riconosciuta come l’attività più popolare per il tempo libero. La bicicletta continua a far muovere i sentimenti, accumula le memorie, moltiplica le emozioni e distribuisce sensazioni. La bicicletta da corsa si adatta per le brevi distanze e per chi ama le competizioni.
Il carbonio ha reso la progettazione più libera e fantasiosa. La mountain bike nata negli anni ’80 negli USA, deriva dalle bici in uso ai postini americani. Si caratterizza per le ruote di diametro più piccolo della bici da corsa e con un copertone più grande.
Il ciclista porta in sé una componente agonistica, in una sfida sempre da affrontare. In salita bisogna cominciare a pedalare lentamente e trovare il giusto rapporto. L’obiettivo è rimanere in equilibrio, senza forzare. Lentamente si tratta di incrementare la forza sui pedali e procedere nell’andare avanti, ma senza mai spingere troppo. Viaggiare in bicicletta libera la mente, avvicina alla natura e ai suoi elementi. Nell’osservare la realtà, con le gambe che girano naturalmente, si ascoltano i rumori, si sentono gli odori, con l’aria fresca, quasi frizzante, mentre il cammino si fa aspro, nell’inerpicarsi tra zone impervie e paesaggi mozzafiato.
- Einstein in bici
Quando si pedala bisogna avere la capacità di adattarsi costantemente di fronte all’indefinibile e imprevisto. Il movimento genera l’illusione ottica di una prospettiva in continua evoluzione: ciò che sta vicino risulta più veloce e quanto lontano più lento. La bicicletta da “sismografo emotivo,” nell’introdurre concetti come velocità ed equilibrio, diventa strumento per imprimere ed esprimere. Permette ai bambini di crescere e diventare adulti, al tempo stesso consente agli adulti di sognare e restare un po’ bambini. In bicicletta si seguono a fatica le curve, mentre si procede leggeri giù per le discese, trasportati senza pensieri e senza sforzo. Tutt’ora la bicicletta, da mezzo di trasporto più diffuso al mondo, nel continuare a unire le persone, indipendentemente dalle abilità fisiche, mantiene un fascino e un’attrattiva considerevole.
Per saperne di più
M. Augé, Il bello in bicicletta, Bollati Boringhieri, Torino 2009.
M. Cianfoli, Pedalare controvento, Marcianum Press, Venezia 2013.
M. Hack, La mia vita in bicicletta, Ediciclo editore, Portugruaro (Ve) 2012.
C. Marthaler, L’insostenibile leggerezza della bicicletta, Ediciclo editore, Portugruaro (Ve) 2013.
R. Penn, Ciò che conta è la bicicletta, Ponte alle grazie, Milano 2013.
S. Pivato-L. Veri-N. Gangi (a cura di), In bicicletta. Memorie sull’Italia a due ruote, il Mulino, Bologna 2009.
M. Scarabelli, C’è di mezzo il mare. Viaggio in bicicletta intorno al Mediterraneo, Ediciclo editore, Portugruaro (Ve) 2013.
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -