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Così ti controllo meglio

Lo stile di vita che conduciamo sembra pensato appositamente per rientrare nella logica del controllo delle menti. I successi della Commissione Creel

di Simone Olla - giovedì 10 febbraio 2005 - 4532 letture

Per riuscire a controllarti devo prima renderti solo, impotente, slegato da qualunque contesto sociale organizzato. In questo modo le tue paure saranno amplificate dalla solitudine e non potranno essere "diluite" da nessun tipo di confronto. Le tue paure saranno le uniche ammissibili, senza spazi fisici di dissenso o luoghi mentali alternativi.

Non è una dotta citazione, ma semplicemente quello che ho avvertito leggendo dei successi della Commissione Creel o interrogandomi su come sia possibile oggi far accettare una guerra al proprio popolo, distorcendo sistematicamente numeri e notizie…

In tema di propaganda, gli insegnamenti di Woodrow Wilson e la sua Commissione Creel, si mantengono in buona salute, sebbene sia indispensabile contestualizzarli geograficamente e temporalmente: la condizione cardine che nel 1916 trasformò in soli sei mesi la popolazione americana da pacifista a guerrafondaia, è stata senza dubbio la vulnerabilità mentale. Tale condizione, oggi come ieri, poggia saldamente le proprie basi su diversi fattori, legati a doppio filo l’uno con l’altro: l’utilizzo di parole chiave accompagnate da immagini che individuano l’altro da noi, la partecipazione più o meno volontaria delle classi colte alla divulgazione del messaggio, la riduzione degli spazi di confronto collettivo.

Prima di accettare l’ingesso del proprio Paese in una "guerra europea", la popolazione americana subì un vero e proprio indottrinamento: il dispiegamento di mezzi fu massiccio e la schiera di intellettuali che appoggiarono il progetto fu molto ampia. I membri più intelligenti della comunità americana, svolsero il ruolo di megafono del potere: la propaganda di stato, divulgata dalle classi colte, predispose la popolazione americana ad accettare una guerra che sei mesi prima rifuggiva.

A seconda del momento storico che viviamo c’è sempre "un altro da noi" da cui difendersi o ad andare bene da cui diffidare, mantenendo in questo modo alto il bisogno di sicurezza: il sistema di allerta a colori (verde, blu, giallo, arancione, rosso) composto da cinque livelli in ordine di gravità, impegna la popolazione americana a vivere sotto uno stato d’ansia permanente. Le paure americane non nascono l’indomani dell’11 Settembre 2001, ma hanno costituito elemento fondante della vita di ogni cittadino americano perlomeno a partire dal secondo dopoguerra e dalla divisione del mondo nei due blocchi americomunisti. Nella società dell’immagine, la colorazione della paura ha avuto un effetto dirompente, legando "visivamente" la cittadinanza a stelle e strisce con una condizione di attesa dell’evento: quando si è sul giallo, si aspetta l’arancio (alto rischio, attenzione)… quando si è sull’arancio, si ha paura e si aspetta il rosso (allarme). Per dovere di cronaca è necessario dire che il livello non è mai sceso sotto il giallo e non ha mai superato l’arancio: le televisioni (i mezzi di informazione più diffusi e seguiti) contribuiscono a questo stato d’allerta permanente, ignorando gli effetti sulla psicologia della cittadinanza ed assurgendo a strumenti di divulgazione piuttosto che di libera informazione.

Si parte dal falso assunto che tutta la popolazione abbia gli stessi interessi da perseguire o gli stessi nemici da combattere, in nome e per conto della comune armonia, per arrivare ad una standardizzazione dell’immaginario dalla quale è pressoché impossibile difendersi, fruendo solamente dei canali satellitari. Chi osa dissentire si pone automaticamente contro gli interessi della nazione e l’armonia generale. È evidente che la massaia non potrà mai avere gli stessi interessi di un industriale, ma attraverso una subdola azione sulle coscienze, ella si immedesima di volta in volta in tutti, tranne che in cittadino consapevole. Più la massaia trascorre i suoi giorni slegata da qualunque contesto di confronto collettivo, più sarà facilmente condizionabile e controllabile dai meccanismi di propaganda televisivi o giornalistici. Negli Stati Uniti, per esempio, per annientare il dissenso sindacale sono stati seguiti questi dettami: a)vendere lo sciopero come atto che lede gli interessi di tutta la popolazione americana (dalla massaia all’industriale) inscatolando il dissenso; b)fiaccare dall’interno la resistenza sindacale e la sua capacità organizzativa attraverso la falsa presa di coscienza dell’inutilità della loro azione.

Il depotenziamento delle organizzazioni intermedie, operanti fra il potere e il popolo, è una varabile da tenere in considerazione quando vengono analizzate le varie forme di "controllo" collettivo. Le democrazie liberali, nonostante presuppongano la libertà di associazione e di espressione, tendono in realtà a limitare il più possibile l’azione di tutti quegli strumenti di mediazione e partecipazione popolare. In Italia è in atto un rafforzamento dall’alto delle categorie Destra/Sinistra, che di fatto congela il sistema, obbligandolo ad un’alternanza nella gestione, senza partecipazione alcuna da parte della popolazione se non nel momento in cui la stessa si reca a votare, e senza la possibilità di un "pensiero altro" rispetto alle due categorie. In altre parole: subiamo per mezzo dei media la radicalizzazione degli scontri fra i due poli e la radicalizzazione dei messaggi che individuano il nemico comune a entrambi: la conseguente ricaduta sulle coscienze sarà tanto più immediata quanto minori saranno i momenti di confronto collettivo. Se viene meno quest’ultima fase, non sapremo mai quante persone la pensano come noi e, davanti allo schermo televisivo, ci convinceremo della probabile follia insita nelle nostre solitarie idee.

Lo stile di vita che conduciamo sembra pensato appositamente per rientrare nella logica del controllo delle menti: movendoci all’interno dei nostri giorni in modo meccanico e frenetico, non lasciamo spazio a particolari momenti di relazione sociale. Gli orologi sono per noi strumento di vita indispensabile; le nostre giornate sono scandite da appuntamenti e programmi televisivi, completamente slegati da qualunque processo naturale. L’unica "compagnia" ci viene fornita dal mezzo televisivo ed è pressoché automatico entrare nella sua logica, utilizzare i suoi vocaboli, credere alle sue notizie, scegliere e poi vivere una delle vite proposte.

Simone Olla


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Così ti controllo meglio
1 gennaio 2008, di : maui

elefantecarmine@libero.it