Cominciamo bene

La Mummia ricevuta dal Muto

di Adriano Todaro - martedì 10 aprile 2018 - 4902 letture

Sono molto soddisfatto del fatto che le cose cominciano ad andare per il verso giusto. Basta con le solite facce, basta con le mummie, viva i giovani, anzi i ggiovani. Basta con i minuetti per fare i governi, il dire e non dire, dire a quello per far capire a suocera o a nuora. Oggi è tutto più chiaro. Hanno vinto i giovani Matteo (un altro) e Luigi. Nord e Sud uniti nella lotta o, se preferite, Nord chiama, Sud risponde.

Bene, per farvi capire come siano cambiate le cose, vi faccio qualche esempio cominciando dai volti nuovi. Il Muto di Palermo, felpato democristiano di lungo corso, ha cominciato le consultazioni. Non vi parlerò, però, di questo perché i rituali m’importano poco. Voglio rilevare la cesura netta con il passato. Ricordate quando a parlare con Re Giorgio di Savoia, ci andava un Omino Schifosetto? Oggi, non è così. E, infatti, a trattare con il Muto ci va, nientepopodimenoche: la Mummia! Bel colpo Sergio. Cose nuove dal mondo come diceva una pubblicità. O forse il claim era “Cose buone dal mondo”. Vabbè, insomma, avete capito. Infatti, la Mummia si è preparata bene per l’incontro. E così si è asfaltato ancora di più la testa, si è fatto aggiungere una pompetta supplementare, ha messo la dentiera nuova trattenuta con il miracoloso Kukident e un nuovo pannolino ultrasottile. Ai giornalisti ha dispensato il suo credo politico, ha sparato contro i 5 Stelle, non ha fatto confusione tra lire ed euro perché non si parlava di soldi e, considerato che le cronache giornalistiche, lo definiscono “scoppiettante, molto in forma”, avrà di certo raccontato ai corazzieri qualche barzelletta sui disabili.

E, a proposito di corazzieri, quando è arrivato sulla soglia dello Studio alla Vetrata, quelli hanno portato la mano destra sulla fronte a mo’ di saluto istituzionale. Sono soddisfazioni. In quale Stato del mondo sarebbe mai possibile che un “delinquente naturale” sia ricevuto dal capo dello Stato? La Mummia ha in ballo sei processi ed è stato prescritto nove volte grazie alle leggi che si è fatto lui. Eppure tutto ciò non conta nulla e Sergio il Felpato ha ascoltato il delinquente. Poteva rifiutarsi di riceverlo? Certo che sì ma non l’ha fatto. Se uno il coraggio non ce l’ha, come diceva quel democristiano di don Abbondio, non se lo può dare.

E, visto che parliamo di novità, ecco che irrompe l’altro Matteo. Prima, quando aveva il 4%, era un buzzurro padano, ora, con il 17%, un grande statista. Giornali e Tv se lo contendono. Giornali e Tv si sono dimenticati come Matteo amava i terroni e come intendeva risolvere il problema dell’immigrazione. Tutto cancellato ed ecco, allora, che tutti pendono dalle labbra del padan-leghista. Basta con i rituali celtici, le ampolle e cianfrusaglie bossiane, meglio gli studi Tv e le stanze del potere. E qua irrompe Luigi di Avellino. Si annusano, si parlano, si accordano per le presidenze delle Camere e via dicendo. E Luigi, non dimentica neppure la Mummia: “Niente di personale con lui”, afferma.

A questo punto i grandi commentatori politici si fanno un sacco di seghe mentali: chi ci guadagna a fare un governo 5Stelle-Lega? Ora io che, notoriamente, non capisco un belino di niente di politica, non so chi ci guadagni e chi ci governerà. Mi guardo in giro e registro alcuni fatti che a me sembrano importanti ma che, naturalmente, per le segreterie dei partiti non lo sono per nulla. Ad esempio il governo Gentiloni si è costituito davanti alla Consulta contro la decisione della Corte d’Assise di Milano di assolvere il radicale Marco Cappato per aver accompagnato a morire in Svizzera Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabio. Insomma, un governo morente, che difende una norma fascista. Ed è qui che viene fuori tutto l’acume, l’intelligenza politica, la lungimiranza della Lega. Che è contenta che il governo si sia costituito davanti alla Corte costituzionale. Il deputato della Lega Alessandro Pagano, di San Cataldo (Caltanissetta), che dopo essere stato eletto alla Camera nel partito della Mummia di Arcore, ha scelto Angelino e poi la Lega di Noi per Salvini, sottolinea che quello compiuto da Cappato è un reato. Poi, detta alle agenzie una profonda, sofferta, commovente dichiarazione: “Stabilire il contrario introdurrebbe il diritto al suicidio. Equivale a ritenere che chi trattiene colui che sta per lanciarsi da un ponte nel vuoto commette violenza privata”.

Non avere timore, caro Alessandro di San Cataldo, se mai dovesse capitare a te di salire su un ponte per lanciarti nel vuoto, ti assicuro che io non ti fermerei anche per non incappare nella violenza privata. Io, che sono pacifista, ti lascerei cadere nel vuoto.

Ecco, questa è la Lega con cui Luigino Di Maio fa accordi. C’è una frase che però forse dimostra che non tutto è perduto. Una frase del Felpato Muto che ha parlato per dire che lui “Si farà portavoce delle esigenze dei cittadini e chiederà ai partiti proposte e indicazioni programmatiche per assicurare al Paese un governo all’altezza dei problemi che ci attanagliano”. Sergio Sergio: e queste proposte le vuoi sentire da un pregiudicato? Che poi non è neppure “all’altezza”, neppure con i tacchi.

Io inizierei, invece, da tre piccoli problemi. Il mio suggerimento al Felpato è chiedere, a tutti quanti i partiti: 1) cosa intendete fare per debellare la piaga delle morti sul lavoro? 2) cosa intendete fare per far pagare, a tutti, le tasse? 3) di quanti milioni di euro volete tagliare le spese per le armi, giacché in campo internazionale come esportatori di morte siamo al nono posto? Non sarebbe, questo, un bel cominciare?

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Elisabetta dixit 2 – “Che senso ha pensare a raggiri, a costruzioni di società fittizie per evadere, nel giro di decine di anni, 7 milioni di euro dopo averne sborsati nello stesso periodo 567? Non si sono accorti che tale somma equivale a due mensilità di mantenimento a favore della signora Lario?”. (Maria Elisabetta Alberti Casellati, eletta presidente del Senato, seconda carica dello Stato).


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