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Claudio Fava: "Siamo malati di Cuffaro"

"La malasanità siciliana non è casuale. E’ un buco nero che inghiotte soldi e fabbrica carriere". Parla Claudio Fava, eurodeputato Ds.

di Carmen Ruggeri - giovedì 29 settembre 2005 - 9025 letture

11 settembre, Francesco Paolo Spoto muore sotto anestesia a Palermo. Doveva subire un intervento correttivo al labbro e al palato. Otto giorni dopo Davide Campo, 12 anni perde la vita al Policlinico di Messina per un’appendicite. Stessa sorte mercoledì scorso per Miriam Buscolo, 12 anni.

Di nomi e cognomi se ne potrebbero fare ancora: cinque le morti sospette nell’ultimo mese in Sicilia. Cinque casi “bui” imputabili a “possibili” errori del personale medico, o forse ad altro. Si accendono, così, i riflettori sul "caso Sicilia".

Per mesi il procuratore Pietro Grasso aveva denunciato che "otto medici su dieci dell’isola sono indagati", ma sue rivelazioni non hanno mai avuto seguito. Dalla Regione sono un silenzi imbarazzanti. Oggi, però, l’assessore regionale alla Sanità Giovanni Pistorio, alle prese con una voragine di oltre 800 milioni di euro, parla, corre ai ripari, e tenta di glissare invocando l’intervento di una commissione di inchiesta che faccia luce sugli ultimi eclatanti episodi. Interviene pure il Ministro Storace, attendendo “l’invio di una dettagliata relazione su altri analoghi episodi recentemente accaduti in Sicilia”. Il caso è chiuso. Apparentemente. Perchè a riaprirlo sulle colonne del Corsera ci pensa Carlo Marcelletti, primario di cardiochirurgia al Civico di Palermo che, lasciati da parte i roboanti giri di parole, affonda stilettate alla “discutibile” politica sanitaria regionale e non solo. “La verità - ha affermato - è che noi medici abbiamo preferito tacere per troppo tempo. Adattandoci alla realtà della terra siciliana”. Secondo il professore infatti, i medici in Sicilia vengono assunti o fanno carriera grazie a lobby, correnti di partito e mafia. “Le tariffe delle prestazioni da rimborsare alle cliniche private si trattano a volte fuori dalle sedi istituzionali. Di questo occorre, parlare, interrogarsi, e non tacere”, ha detto. Noi l’abbiamo fatto con Claudio Fava, eurodeputato Ds, papapibile candidato del centrosinistra alle prossime regionali.

Tre decessi in soli dieci giorni, cinque in un mese. Un dato impressionante soprattuto se si considera, almeno così dice l’assessore Pistorio, che i dati rientrano appieno nella media del 2004. Qual è lo stato di “salute” della sanità siciliana On. Fava?

Ci sono due notizie in questi giorni. Una di queste è una valutazione, il professor Marcelletti ha denunciato una realtà sanitaria fatta di “sabbie mobili, mafia e inettitudine”, di “primariati che vengono decisi nei salotti frequentati da professionisti e mafiosi”. Una sanità conseguenza di una gestione clientelare e dalle promozioni facili. Non c’è casualità in quello che accade. Come non c’è stata nel Texas dopo katrina dove la macchina degli aiuti e per le emergenze è stata reticente. Stessa cosa in Sicilia: non si tratta di casualità ma di un buco nero che inghiotte soldi e fabbrica carriere. Basti pensare alla lavatrice mafiosa di Aiello (medico e imprenditore “equivoco” ritenuto dalla magistratura il presunto prestanome di Bernardo Provenzano, ndr)

Pistorio, oggi, si dice perplesso, allibito all’ipotesi che i vertici sanitari possono essere scelti dalla mafia...

Pistorio dovrebbe leggere i giornali. Ieri la storia del concorso medico “addomesticato” già trattata nel processo a Mimmo Miceli (ex assessore) è entrata nel processo "Cuffaro". Tre candidati sponsorizzati dal boss Giuseppe Guttaduro avrebbero truccato e vinto concorsi come dirigenti grazie, dicono le carte della procura, alle decine di telefonate tra il presidente Cuffaro, Miceli e Vincenzo Mandalà, componente della commissione.

Basterà la commissione d’inchiesta voluta dall’assessore, o magari l’intervento di Storace, a risolvere la questione?

Pistorio, innanzitutto, dovrebbe ridurre del dieci per cento le convenzioni ai privati per tentare di raggiungere l’Emilia Romagna e della Lombardia, dove queste sono di gran lunga minori e il servizio è molto più efficente

Pochi mesi fa le nomine dei manager regionali di Cuffaro ha scatenato un putiferio: tutte modulate sulle tessere di partito (9 Udc, 7 Fi, 3 An, 1 nuova Sicilia). Parecchi di questi nomi vantano un curriculum giudiziario non proprio senza macchia. Giancarlo Manenti ad esempio è coinvolto assieme a Cuffaro nell’inchiesta “talpe in procura”, accusato per giunta da Aiello di aver intascato una mazzetta di 25.000 euro. Una frangia dell’Udc ha gridato al “comparaggio politico”, ma poi?

Quella è stata solo una guerra tra bande, le grida di dolore degli esclusi dalla porta, non , come era auspicabile un rigurgito di società civile. Le accuse più violente, allora arrivarono dall’onorevole Lo Giudice, finito qualche giorno dopo sotto inchiesta per concorso in associazione mafiosa. L’assessore dovrebbe azzerare le nomine, ma l’Udc in Sicilia è il partito di Cuffaro...

Crede che questo ennesimo scandalo possa influire sull’esito delle prossime elezioni regionali?

Me lo auguro... dipende da noi. Siamo noi a dover mettere a frutto le esperienze catastrofiche, con l’idea che bisogna tornare al governo, invece che al potere.


Giro di vite/aprileonline


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> Claudio Fava: "Siamo malati di Cuffaro"
3 ottobre 2005, di : GIOVANNI MANCUSO - Mussomeli CL

Penso e credo che nella vicenda dei casi di malaSanità scoppiata in Sicilia nell’ultimo mese vada fatta qualche altra riflessione e da un’altro punto di vista. Premesso che la vita è il valore primordiale e più grande che Dio ci abbia dato e che la morte naturale, violenta o di altre cause lascia sempre dolori e sconforti negli uomini (come anche tra gli animali!);pertanto bisogna adoperarsi in tutto e per tutto per custodirla e curarla nel migliore dei modi ed il più a lungo possibile e a nessuno deve essere consentito speculare sulla vita stessa specie da coloro che sono preposti alle sorti degli uomini, come i POLITICI!!! Detto e chiarito questo concetto non bisogna colpevolizzare la Sanità Siciliana sol perchè in questo momento è retta dal Centro-Destra, o meglio dall’MpA, con Giovanni Pistorio perchè diventa un discorso solo Demagogia. Anzi bisogna elogiarel’Assessore Pistorio (e il Presidente Totò Cuffaro)per aver ordinato(la prima volta in Sicilia!) l’ispezione in TUTTI gli Ospedali della Sicilia. Se si vuole colpevolizzare la politica allora si faccia un discorso a 360° andando a rivedere come è stata gestita e programmata la Sanità dalla riforma del 1983 ad oggi e da chi e con quali metodi e criteri!! Ed allora è d’obligo sapere per tutti questi anni: 1) quali i criteri di assunzione in tutti i ruoli(Dai Primari in giù)? 2) quali attrezzature si sono comprate per gli Ospedali o i Poliambulatori? 3) perchè si sono utilizzate e si utilizzano apparecchiature obsolete, vetuste e non in grado di risolvere i quesiti diagnostici, e nessuno si pone il problema? 4) perchè solo ora si fanno i corsi di aggiornamento(?)professionale(?) ? 5) perchè NESSUNO chiede di fare gli aggiornamenti specifici per i settori di competenza in cui viene espletata la professione Medica, Infermieristica e Tecnica e non i crediti formativi generici in cui interessa solo il punteggio come avviene oggi? E tanto ancora c’è da dire.......ma il tempo e lo spazio sono sempre ristretti Una solo cosa e la più importante mi preme AFFERMARE: Nonostante tutte le carenze nei nostri Ospedali si continua a lavorare silenziosamente con alto senso di responsabilità, abnegazione,sacrificio e professio-nalità per dare ai nostri ammalati le migliori cure e la migliore assistenza al di sopra delle umane possibilità, salvando spesso la vità senza enfasi e senza protagonismo e senza il clamore di quando succede qualche caso negativo che pur non deve succedere!!! GIOVANNI MANCUSO - Mussomeli- Cl giovannimancus@yaoo.it
> Claudio Fava: "Siamo malati di Cuffaro"
4 ottobre 2005, di : Berluscane |||||| Sito Web: L’isola Dei Forza Italia

(rispondo con un’articolo di Repubblica sulla "situazione" siciliana...)

L’ISOLA DEL POMPINO

Centomila stipendi ogni mese, incarichi ad hoc per gli amici Sicilia, l’isola dello spreco consulenze e uffici inutili di ATTILIO BOLZONI

Palermo Come ingaggio per risanare le finanze della disastrata sanità siciliana le hanno offerto 400 mila euro l’anno, più di mille al giorno. Se però raggiungerà l’obiettivo di far quadrare i conti, allora riceverà in premio altri 80 mila euro. È Patrizia Bitetti la burocrate più pagata da quella macchina mangia soldi che è la Regione. Tra assunzioni facili e fiumi di denaro, la Regione Sicilia è diventata un pozzo senza fondo. Nel mirino della Corte dei Conti Centomila stipendi pagati ogni mese, un esercito di dirigenti, centinaia di incarichi ad hoc per sistemare amici e portaborse C’è perfino un ministro degli Esteri che gira il mondo a promuovere l’economia siciliana. Dove c’è un direttore e un capo ufficio ogni due dipendenti, dove hanno creato fantomatici uffici speciali per sistemare amici o candidati trombati alle elezioni, dove per il mondo va in giro perfino un "ministro degli Esteri" della Trinacria.

È sempre un albero della cuccagna la Regione siciliana. Sempre di più da quando ha come suo governatore Totò Cuffaro, il democristiano più democristiano di tutti, uno che riceve i suoi clienti fin dal primo mattino tra le palme di Villa Sperlinga, la Palermo più esclusiva dove decine di questuanti bivaccano sotto la sua bella casa per spostarsi poi nelle splendide sale di Palazzo d’Orleans, la sede del governo. E chiedono, chiedono ancora a Totò. È sempre festa dello sperpero a Palermo. Anche in quel baraccone osceno che è diventata la sanità pubblica, più di 750 milioni di euro il deficit e super stipendi elargiti a manager pluri inquisiti o reclutati fuori e pagati alla grande, proprio come la signora Bitetti che proviene dall’amministrazione del Tesoro e voluta a tutti i costi in Sicilia dal ministro Gianfranco Miccichè. È lei uno dei 38 dirigenti generali della Regione. Poi ci sono 150 dirigenti superiori. E poi ancora 2500 dirigenti di terza fascia. Un esercito sterminato che occupa in ordine sparso dodici assessorati. Ogni assessorato è come un ministero, è una voragine, un feudo con la sua quota di protetti da collocare. E poi c’è l’Ars, il parlamento. I dipendenti sono 290, quelli che una volta si chiamavano commessi e oggi hanno la qualifica di «assistenti parlamentari» sono 160. E 42 sono i direttori e i capi ufficio per tutti gli altri, uno ogni due impiegati. Ma la Regione che ha un personale di 15.500 unità, che paga quasi 120 mila stipendi e ha un buco di 1,4 miliardi di euro, si concede anche il lusso di istituire uffici speciali «per il soddisfacimento di esigenze particolari» degli assessorati. Sono 15 quei carrozzoni inutili.

Il primo l’hanno progettato «per definire il regolamento» degli stessi uffici speciali. Un altro per «gli anti incendi», quando già la Regione ha in carico 50 mila forestali. Un terzo è «per lo sviluppo della solidarietà internazionale», un quarto «per le relazioni euro mediterranee e l’insularità», un quinto «per i rapporti finanziari pregressi con lo Stato».

Ce n’è addirittura uno «per l’erogazione dei buoni scuola». Apparati fotocopia, compiti che dovrebbero svolgere proprio gli assessorati. Uffici da 500 mila euro l’anno, più autisti e staff. Ma la Regione è un pozzo senza fondo, una miniera di dissipazioni. In ogni ufficio di gabinetto gli assessori hanno facoltà di assoldare fino a 10 esterni, stipendi da 1400 a 6000 euro al mese, un altro mezzo milione di euro ogni trenta giorni che escono dalle casseforti regionali. È una carica di parenti, di portaborse promossi dirigenti, di amici degli amici e di qualche rara professionalità. Uno scialo. Sono cento e passa anche i consulenti di presidente e assessori. Un pensionato ottantenne preso «per le problematiche afferenti i lavori pubblici», il fisico Antonino Zichichi pagato «per la ricerca scientifica con particolar riguardo alla desertificazione e alle risorse idriche», una ragazza assunta «per la valorizzazione del Piano del colore», il generale in pensione dei carabinieri Domenico Pisani «esperto trasversale per la legalità e la sicurezza» dei fondi europei, un medico «per seguire gli studi sulla prevenzione dei rischi connessi al diffondersi del bioterrorismo» nell’isola. Prebende a destra e a manca, è la mappa del disastro. Tutta materia all’attenzione dalla Corte dei Conti nella relazione dell’ultimo anno giudiziario. Sulla sanità: «Regno degli illeciti. Per la concessione di rimborsi a cliniche private. Per la crescita esponenziale della spesa farmaceutica». Sulle consulenze: «Uno degli strumenti clientelari più abusati con evidenti aggravi per i bilanci pubblici». Sulla formazione professionale: «Un ingente flusso di denaro che viene talvolta distratto per la realizzazione di esigenze non istituzionali». È la Regione siciliana. Con i suoi sceicchi che continuano a fare e a disfare, che nominano, imbarcano, spendono. Si sono perfino inventati l’Urdi, l’ufficio per le relazioni diplomatiche internazionali. A guidarlo è il ministro plenipotenziario Sua Eccellenza Salvatore Cilento, consigliere del governatore Totò Cuffaro che rappresenta l’isola nel mondo con il suo autista e cinque collaboratori. La Regione ha una sua sede di rappresentanza ufficiale a Bruxelles, 14 stanze, una sala riunioni, un alloggio per il riposo del governatore durante le missioni europee, 540 metri quadrati al ventunesimo piano della Bastion Tower, un costo annuale di 774 mila e 685 euro l’anno. Poi ha aperto due "Case Sicilia", sorta di ambasciate, una a Parigi e l’altra Tunisi. E ha in programma di inaugurarne al più presto tante altre: in Cina e in Argentina, in Marocco, Canada, Russia, Australia, Polonia e Brasile. Scriveva qualche mese Laura nella rubrica delle lettere di un giornale palermitano: «Penso che Cuffaro dovrebbe vergognarsi insieme a tutti quelli con cui è andato a banchettare e a ballare a Bruxelles, le tasse che paghiamo devono servire a finanziare servizi ai cittadini e non divertimenti ai politici e ai loro amici». Le ha risposto il governatore: «Anche quella cena che l’ha tanto indignata va considerato un investimento, un momento promozionale». A Bruxelles Totò Cuffaro aveva organizzato una serata di gala con 500 invitati. Gli uomini d’oro della Regione (per i 90 deputati e per tutti i dipendenti stesse retribuzioni del Senato della Repubblica) non conoscono limiti. In un giorno della scorsa estate la giunta ha assunto in un solo colpo 7.209 precari. E in cinque anni è riuscita al contrario a spendere solo il 30 per cento di quei 9 miliardi di "Agenda 2000", i fondi europei destinati alla Sicilia. Dimenticati interi capitoli di spesa sui trasporti e sulla ricerca. Preferiscono buttarli i soldi alla Regione. Da sempre. È di qualche anno fa la proposta che avevano fatto a un funzionario dell’assessorato territorio e Ambiente: 3600 euro in più in busta paga ogni anno per contare i vulcani della Sicilia. E contributi a pioggia per centri studi bizantini o neo ellenici. Hanno perfino deliberato l’acquisto di una maxi partita di libri di un loro ex collega dell’Assemblea, poesie erotiche dove si esaltava l’arte della fellatio.

    > Segnalazione
    18 ottobre 2005, di : Claudio |||||| Sito Web: Liberiamo la Sicilia

    Ragazzi, ve lo segnalo... magari interessa a qualcuno: www.liberiamolasicilia.tk è il blog che si propone di raccogliere firme per la candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione. Ciao Claudio
Fava candidato
18 ottobre 2005, di : Claudio |||||| Sito Web: Liberiamo la Sicilia

L’avevo messo prima ma è sparito: www.liberiamolasicilia.tk. Sosteniamo la candidatura di Claudio Fava a presidente della Regione.