Certezze certe

Dal panettone all’Etna. Con una spruzzata di politici

di Adriano Todaro - mercoledì 2 gennaio 2019 - 5179 letture

Certezza 1 ‒ Per Natale, di solito, le aziende porgono ai dipendenti piccoli doni. Qualcuno una bottiglia di spumante del supermercato sotto l’azienda, qualcuno, non badando a spese, anche il panettone che rimane una certezza natalizia. Parliamo, naturalmente, dei dipendenti operai. Non dei grandi manager. Per loro è Natale tutto l’anno e il regalo natalizio non è certo il panettone. D’altronde loro sono dirigenti, mica rompicoglioni di operai. Anche quelli della Power Solutions di Malnate, in provincia di Varese hanno avuto il loro bel regalo. Malnate dista 8 chilometri dal capoluogo e martedì 18 dicembre, alle 14, la direzione ha distribuito i panettoni ai 40 dipendenti. Tutto bene, quindi? Certo, tutto bene sino alle 16. Alle 16, dello stesso giorno, la direzione comunica ai lavoratori che cesserà l’attività. In pratica, tutti licenziati. Come si vede la classe non è acqua. Si può anche licenziare, certo, ma è necessario farlo con un po’ di stile. Farlo dolcemente, possibilmente con le uvette.

Certezza 2 ‒ Passano gli anni, cambiano i governi ma Alessia Morani rimane sempre una certezza, la certezza che è fuori di melone. Considerato che nessuno se la fila, non gli rimane che quell’aggeggio per sottosviluppati mentali che è Twitter. Non ho nulla contro questo social così come nei confronti di Facebook e simili. Soltanto mi sembra lo strumento perfetto per i politici, l’unico modo per far sapere, urbi et orbi, che ci sono ancora e lottano insieme a noi. Dunque, la marchigiana Alessia di Sassocorvaro, la donna che, pur con il raffreddore, era andata a lavorare alla Camera, che ha dichiarato che chi ha reddito zero non ha combinato nulla di buono nella vita, che il Tricolore è nato dalle lotte partigiane, ebbene sì, proprio lei, ha “postato” su Twitter una foto taroccata del presidente del Consiglio Conte che, a sua detta, faceva finta di suonare la chitarra per i piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Invece la foto era un fotomontaggio. La scritta moraniana recita: “È tutto meravigliosamente finto. D’altronde #Conte finge di fare il presidente del Consiglio e può fingersi anche chitarrista”. Dopo un paio d’ore le scuse. La foto, scrive, l’ha presa dai social. Così, senza verifica. D’altronde #Morani finge di fare la parlamentare. Purtroppo è vero.

Certezza 3 ‒ Il cosiddetto ministro dell’Interno, nel passato cantava ‒ ritmando una canzoncina molto delicata e fine ‒ che i napoletani puzzano. Oggi, invece, sempre sui social, è un fiorire di notizie continue per farci sapere cosa mangia. Ad esempio a Santo Stefano ha cominciato la giornata con pane e Nutella; l’1 dicembre si è auto immortalato mentre beve una birra Moretti mentre il 13 novembre scorso: “Si stappa una bottiglia di Nebbiolo (Gianni Gagliardi, La Morra, Cuneo) e la serata assume un sapore diverso”. Il culmine lo raggiunge, però, il 4 dicembre: “Due etti di bucatini Barilla, un po’ di ragù Star e un bicchiere di Barolo, alla faccia della pancia!”. Ah il Barolo è sempre dell’azienda vinicola La Morra del Gianni Gagliardi. Non crediate, però, che il Matteo II sia uomo solo pantagruelico. Spesso è macerato dai dubbi come tutti gli studiosi. Il 19 settembre scorso, ad esempio, il ministro ha un dubbio esistenziale e lo comunica a tutti gli italiani di terra, di mare e dell’aria: “Adesso pausa pranzo al volo e il dubbio è: mi faccio un piatto di spaghetti in bianco, al pomodoro o al ragù?”. Boh! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. Cosa mangerà domani? Intanto si è fatto fotografare con un ultrà che ha patteggiato una condanna per spaccio di droga, hanno ammazzato un collaboratore di giustizia, hanno ammazzato un altro ultrà di destra dopo una partita. E, allora, qual è la certezza? La certezza è che Salvini è proprio un pirla. Considerato che i sodali hanno fatto sparire 49 milioni e lui non se n’è accorto. Almeno così dice.

Certezza 4 ‒ La scorsa settimana siamo stati raggiunti da una notiziona che potrebbe sconvolgere i futuri governi, le Borse di mezzo mondo e anche il clima. E poi, che dico sconvolgere? Di più, una notizia che potrebbe dissestare, sconquassare, rompere, scompaginare l’equilibrio mondiale. Marianna Madia ha deciso di appoggiare a segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Essa, dall’altro della sua “straordinaria inesperienza”, è stata veltroniana, dalemiana, lettiana, montiana, bersaniana, renziana. Ma, soprattutto, è madiana nel senso che lei sta sempre con chi ha il potere. Esperta in "Peppa Pig", sembra che Zingaretti abbia telefonato al fratello, il famoso commissario Montalbano per chiedergli se non la potrebbe arrestare sino a quando si voterà per le primarie. E mentre telefonava si toccava. L’unica certezza per Marianna è che porta sfiga: dove arriva lei, il politico che appoggia si inabissa, scompare. Come Fassino. Attenti a quei due, non invitateli mai a casa vostra.

Certezza 5 ‒ “Meno tasse per tutti” è stato lo slogan usato da tutti i governi. Una certezza, quindi, che le tasse non sarebbero diminuite e, soprattutto, che gli evasori avrebbero continuato a non pagarle. Sono cifre di tutto rispetto che, se incassate, potrebbero rilanciare l’economia: c’è un sommerso di almeno 208 miliardi di euro e un’evasione, secondo la stima della Confindustria, di 120. Le partite Iva non dichiarano 23 miliardi di euro. Insomma, un sacco di soldi. Per fortuna c’è un governo diverso con i 5 Stelle che in campagna elettorale promettevano di tagliare le unghie agli evasori. Bon. Ora sì che le cose cambieranno, mi sono detto. Infatti, gli evasori continuano ad evadere e noi a pagare per loro. Mediaset viene di nuovo premiata a scapito della Rai, lo Jobs Act continua e gli F24 si acquistano. In più, il solito condono. Una certezza e una presa per il culo. Il nostro.

Certezza 6 ‒ L’Etna è una certezza. Periodicamente sbuffa e fa disastri mica come il Vesuvio che sta lì dal marzo 1944 a fare niente. L’Etna si dà da fare e così, in rete, sono apparsi un sacco di commenti favorevoli all’eruzione. Insomma, un “Forza Etna” di antica memoria. Lo grido anch’io così ce ne liberiamo di questa zavorra che non è neppure attaccata all’Italia. Per andarci bisogna prendere il ferry boat! Spero che la sciara raggiunga Catania e anche Lentini, che bruci tutto. Anche la redazione di girodivite. Così la finiranno di non pagarmi i pezzi che scrivo.


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