Ceretta democratica

Gli spioni dell’Hacking Team, la Moretti, il caldo. E qualcuno muore

di Adriano Todaro - martedì 28 luglio 2015 - 2423 letture

Sono uno dei pochi fortunati che riesce, per ora, a fare le ferie. E sono anche uno dei sopravvissuti che è riuscito a doppiare Laino Borgo, sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Il 2 marzo scorso era crollato un viadotto che aveva ammazzato un lavoratore romeno di 25 anni, Adrian Miholca. Da quel momento, per arrivare a Sibari si deve fare una deviazione sul Pollino, fra curve, salite, pullman e camion che bloccano la circolazione. Risultato: un’ora e mezza abbondante per percorrere 20 chilometri.

Siamo nella patria del “fare”, del “cambiare verso” e quindi, cominciamo a cambiare strada, tutti incolonnati, un lungo serpentone metallico alla ricerca della strada, della benzina, di un po’ di ombra, di un panino. Ora, comunque, sono sulle rive dello Jonio, sotto l’ombrellone. Attorno a me tutti parlano del gran caldo: “La Tv ha detto che aumenterà”; “Mai avuto un caldo così”. I TG aprono non con la condanna dei fascisti per la strage di Brescia del 1974 e neppure, chessò, col fatto che il prossimo anno scolastico, 4.650 studenti disabili, in Lombardia (e non solo), rischiano di non poter frequentare la scuola perché le istituzioni non hanno deliberato le risorse. (La chiamano la “buona scuola”. Figuriamoci se fosse stata “cattiva”). I TG aprono il loro notiziario con il fatto che fa caldo. A gennaio apriranno i loro notiziari con la strabiliante notizia che fa un freddo terribile. Se ci pensate bene, è una cosa geniale, una grande notizia, perché di solito alla fine di luglio dovrebbe fare freddo e a gennaio un caldo bestiale.

Cerco di leggere il giornale perché questa notizia di essere spiato dalla Hacking Team m’intriga mica male. Possono entrate nel mio computer (che possiedo) e nello smartphone (che non ho) e cambiare documenti, correggere file, rubare foto, mail ecc. La signora Maria se ne fotte dell’Hacking Team perché l’unica cosa compromettente che ha sullo smartphone è una foto della suocera scattata quando erano in buona. Che i servizi segreti se la prendessero pure la foto della suocera! Ma io sono preoccupato per gli scritti a girodivite. Non sia mai che me li sottraggano prima della pubblicazione? Magari inseriscono una frase di plauso per Maurizio Gasparri e così passo per uno intelligente. Poi però ho letto una spiegazione del generale Umberto Rapetto, esperto informatico della GdF e mi sono tranquillizzato. Parlando dell’Hacking Team ha affermato che “Le istruzioni in formato sorgente somigliano ai mobili componibili Ikea che ognuno con un po’ di pazienza può trasformare in arredo perfetto”.

Ora è risaputo che Fronte Alta Al Fano non è mai riuscito a montare un mobiletto dell’Ikea e non perché non abbia pazienza e che proprio non riesce a capire le istruzioni di montaggio. E così rassicurato sono passato ad altra pagina e scopro, improvvisamente, il perché la bella e brava Alessandra Moretti, ha perso le elezioni nella sua regione a beneficio di Zaia. L’ha spiegata lei stessa alla festa del Pd di Verona. Ha perso per il programma? Sbagliato. Ha perso forse perché il Pd non l’ha appoggiata? Fuoco. Ha perso perché Zaia è stato più convincente? No. E allora? Ha perso perché invece dei tacchi e della minigonna l’agenzia Dotmedia, che ne curava l’immagine, l’ha costretta a vestire come un ferrotranviere.

Ora io non ho nulla contro i ferrotranvieri e neppure contro i tranvieri senza ferro. Ma Alessandra per vincere doveva mettersi la minigonna come del resto ha fatto Zaia, pur con antiestetiche gambette bianche e glabre. D’altronde lei l’aveva detto anche al Corriere a suo tempo: era diritto delle donne, di tutte le donne, essere belle, andare dall’estetista tutte le settimane. Farsi la ceretta, diciamo noi, è atto democratico perché è la stessa ceretta che è democratica. Toglie i peli superflui a tutte, belle e brutte, di destra e di sinistra, ricche e povere. Tanto è vero che le donne che fuggono da Siria o Libia, prima di partire si fanno sempre la ceretta. Vedi mai che la Moretti (non la birra, ma Alessandra) le sgridi?

E a proposito di coloro che scappano dai loro Paesi, leggo che a Nardò, provincia di Lecce, un bracciante sudanese di 47 anni, Mohamed, con regolare permesso di soggiorno, è morto mentre lavorava alla raccolta di pomodori. Sotto il sole rovente a 40 gradi, di questa “terribile” estate, come la definiscono i TG, raccoglieva pomodori per 6 euro l’ora che è un bel prendere e senza neppure percorrere la Salerno-Reggio Calabria. Voleva mettere via più soldi possibili per raggiungere la sua bambina in Sicilia. Ma il cuore, sembra, non ha retto, ha ceduto.

La Sicilia, già. Uno studio ci fa sapere che i rappresentanti del governo Crocetta guadagnano “quasi 27 euro al minuto, ovvero 1.614 euro all’ora”. Non voglio fare paragoni vergognosi ma al posto di Mohamed non potrebbero mandare a Nardò gli “onorevoli” siciliani? A 6 euro l’ora, però.


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