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Camila Giorgi sfiora l’impresa a Wimbledon

6-3/3-6/4-6 il punteggio finale. Ottima prova della maceratese, ma mamma Serena approda in semifinale a Wimbledon.

di Piero Buscemi - martedì 10 luglio 2018 - 4545 letture

Qual è la tattica da adottare, se si vuole almeno sperare di giocarsela contro la ex numero 1 del mondo? In altri tempi, cioè prima della maternità di Serena dello scorso settembre (sic), una soluzione era affidarsi alla clemenza della... Williams. Oggi, con una condizione fisica non al top e un approccio al ritorno all’agonismo ancora in fase di svezzamento, sembrava scontato affrontare la partita con l’obiettivo di far correre e muovere molto la giunonica Serena, cercando di sbagliare il meno possibile.

Camila, che ha dimostrato una maturità mentale finalmente degna delle sue potenzialità tecniche, si è presentata contro il mito della americana senza particolari timori reverenziali. Giungere ai quarti di finale nello slam londinese non lo si fa solo per casualità. La fortuna deve sempre accompagnare l’evento agonistico, ma la concentrazione e la gestione della partita, turno dopo turno, devono prevalere sull’aleatorietà che possa influenzare il risultato finale.

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Camila Giorgi

Molto equilibrio sin dal primo set, come di solito si è riscontrato anche nei precedenti scontri diretti tra le due giocatrici. Scambi cortissimi, sfruttando il turno di battuta e provando a chiudere subito l’eventuale risposta corta dell’avversaria. Una strategia a specchio messa in pratica tra le due contendenti, fino al sesto gioco, quando Camila si è portata sul 4-2, applicando uno dei classici casi di frattura dell’equilibrio che il tennis ci ha insegnato a statisticare. Poi 5-3, come da copione e chiusura del set sul 6-3.

Il secondo set sembrava la fotocopia del primo. Prime di servizio molto incisive da ambo le parti, con qualche errore di troppo da parte della Giorgi in fase di chiusura dei punti importanti. Un lusso che non ti puoi permettere con Serena, neanche se reduce da una maternità i cui segni sono ancora difficilmente nascosti dalla muscolatura. Ai primi tentennamenti dell’italiana, non più così incisiva con il servizio e con qualche errore di precisione, Serena ha approfittato per pareggiare i conti anche con il punteggio, chiuso sul 6-3.

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Serena Williams

Il terzo è proseguito sulla stessa linea. Da una parte Serena ha sfruttato la potenza del servizio per risolvere a proprio favore i turni di battuta, dall’altra Camila non è più riuscita a contrastare la pressione anche in risposta dell’americana, sempre più fiduciosa di riuscire a completare il sorpasso e accedere alle semifinali. 6-4, gioco, partita, incontro.

Niente di particolare da rimproverare a Camila. Il punteggio ne è la riprova. La classe e la superiorità tattica, nei momenti decisivi, sono stati determinanti oltre all’esperienza, che non guasta mai. Qualcosa ci fa pensare che le avversarie rimaste in gioco a contendersi questa edizione 2018 di Wimbledon, dopo aver visto la forza mentale di Serena nel riuscire ancora ad affrontare le situazioni di difficoltà durante un incontro e, non cosa trascurabile, il coraggio di rischiare con un repertorio non proprio affine alle sue caratteristiche, come quelle volte che contro Camila l’abbiamo vista scendere a rete a chiudere il punto con un elegante colpo al volo, avrebbero sicuramente preferito che questa mina vagante, tornata alla ribalta alla soglia dei 37 anni, oggi fosse uscita di scena.

Una probabile risposta ce la darà in semifinale la tedesca Julia Gorges che dovrà affrontarla. Per la cronaca la seconda semifinale vedrà in campo la Ostapenko e la Kerber.


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