COVID-19, Africa e vaccini. Tutto ciò che c’è da sapere

Le autorità competenti hanno rilasciato l’autorizzazione all’utilizzo di diversi vaccini contro il Covid-19. Ma i Paesi africani sono pronti? E gli verrà garantito un accesso equo? A quali costi?
Nel corso dell’ultimo anno, gran parte della comunità scientifica ha lavorato sulla predisposizione di un vaccino efficace contro il COVID-19. La ricerca è in continua evoluzione, tuttavia, le autorità competenti hanno ora rilasciato l’autorizzazione all’utilizzo di diversi vaccini, in diverse zone del globo. Ma i Paesi africani sono pronti? E gli verrà garantito un accesso equo? A quali costi?
Al 22 aprile 2021, l’Africa conta 4.460.119 contagi e 118.849 decessi legati al COVID-19.
Il Sud Africa rappresenta il Paese più colpito del continente, con 1.569.935 di casi e 53.940 decessi. A seguire, Marocco (507.338 casi e circa 8.969 decessi), Tunisia (291.833 casi e 9.993 decessi), Etiopia (246.484 casi e 3.474 decessi) ed Egitto (218.902 casi e 12.866 decessi).
Secondo gli esperti, inoltre, la nuova variante del virus, 501.V2, rilevata nel Paese è più contagiosa di quelle finora note ed è diventata dominante in molte aeree.
Amref risponde ad alcune frequenti domande sui vaccini e sulla loro diffusione nel mondo, in Europa ed in Africa.
Cos’è un vaccino
Cos’è la vaccinazione?
La vaccinazione è un metodo semplice, sicuro ed efficace per proteggere le persone dalle malattie, prima che entrino in contatto con loro. Il vaccino utilizza le difese naturali del corpo umano per costruire resistenza a specifiche infezioni, rafforzando il sistema immunitario.
I vaccini “addestrano” quindi il sistema immunitario a creare anticorpi, esattamente come quando è esposto ad una malattia. Tuttavia, i vaccini non causano la malattia in questione (World Health Organization, 2020). Come funziona un vaccino?
Quando il corpo umano entra in contatto con un vaccino, il sistema immunitario risponde. Esso, infatti, riconosce il germe “invasore”, come virus o batteri, produce anticorpi – ovvero proteine prodotte naturalmente dal sistema immunitario per combattere le malattie – e “ricorda” la malattia e come combatterla. Ciò significa che, se successivamente alla vaccinazione, la persona vaccinata entra in contatto con il germe, il suo sistema immunitario può distruggerlo prima che si sviluppi la malattia di cui è portatore (World Health Organization, 2020).
I vaccini sono sicuri?
I vaccini sono sicuri. Qualsiasi vaccino autorizzato viene rigorosamente testato in più fasi di sperimentazione prima di essere approvato per l’uso e regolarmente rivalutato una volta immesso sul mercato.
Vaccini nel mondo
Quanti sono i bambini vaccinati nel mondo?
Circa 20 milioni di bambini nel mondo (oltre 1 su 10) non risultano vaccinati contro malattie come morbillo, difterite e tetano (World Health Organization, 2019).
Qual è la copertura vaccinale necessaria per proteggere questi bambini?
Le coperture vaccinali contro difterite, tetano e pertosse a livello globale si sono arrestate all’86% circa dal 2010. Questa percentuale corrisponde a circa 116 milioni di bambini vaccinati nel mondo, ma non è sufficiente. È necessaria una copertura del 95%, in tutti i Paesi e le comunità, per proteggere i bambini da malattie gravi, spesso mortali. In Sud Sudan, per esempio, meno del 50% dei bambini risultano vaccinati (UNICEF, 2020). Quanti decessi potrebbero essere prevenuti grazie a un vaccino?
Circa il 29% dei decessi infantili (sotto i 5 anni) potrebbero essere prevenuti grazie a un vaccino: si stima che questi decessi siano stati 1,5 milioni di bambini soltanto nel 2012.
Vaccino contro il COVID-19 in Europa e nel mondo
Quante persone sono state vaccinate contro il COVID-19?
Al 22 aprile, sono state somministrate 928.675.144 dosi di vaccino anti-COVID-19 a livello globale. Le persone vaccinate con la seconda dose sono 212.517.441, ed equivalgono al 3,13% della popolazione.
Quante in Italia?
Al 22 aprile, in Italia, sono state somministrate 16.271.272 dosi totali. Questi dati indicano il numero di dosi di vaccino somministrate alla popolazione, non il numero di persone con vaccinazione completa. Dato che alcuni vaccini richiedono più di una dose, il numero di persone con vaccinazione completa (prima e seconda dose) risulta inferiore (4.773.616).
Quali sono gli obiettivi della campagna vaccinale contro COVID-19?
L’obiettivo della campagna di vaccinazione della popolazione è raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARS-CoV2. La campagna è partita il 27 dicembre in Europa, vista l’approvazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency) del primo vaccino anti COVID-19. Dopo una fase iniziale, che dovrà essere limitata, per il numero di dosi consegnate, essa si svilupperà in continuo crescendo. I vaccini saranno offerti a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità, che tiene conto del rischio di malattia, dei tipi di vaccino e della loro disponibilità.
Le persone che si sono già ammalate di COVID-19, possono ancora beneficiare della vaccinazione? Sì, a causa dei gravi rischi per la salute associati a COVID-19 e al fatto che, ad oggi, gli esperti non sanno di preciso per quanto tempo un individuo è protetto dall’ammalarsi nuovamente, dopo il recupero da COVID-19. L’immunità che una persona ottiene dall’infezione, chiamata immunità naturale, varia da persona a persona. Tuttavia, alcune prove scientifiche suggeriscono che l’immunità naturale potrebbe non durare molto a lungo (World Health Organization, 2020).
COVID-19 e vaccini in Africa
Quali sono le questioni critiche che potrebbero ostacolare la preparazione in Africa dei vaccini contro il COVID-19?
Deficit di finanziamento, sistemi sanitari deboli, scarsa infrastruttura della catena di approvvigionamento e criteri di ammissibilità e prioritizzazione indefiniti per garantire che le popolazioni più vulnerabili ricevano l’accesso il prima possibile.
Quali sono le azioni prioritarie per i governi africani, per garantire un’adeguata preparazione ai vaccini anti-COVID?
Determinare i criteri di ammissibilità: a chi verrà assegnata la priorità e perché, ricordando che la maggior parte dei programmi vaccinali attualmente si rivolge ai bambini;
Sviluppare una solida strategia di distribuzione del vaccino;
Identificare dove verrà somministrato il vaccino e da chi;
Sviluppare un solido piano di approvvigionamento e distribuzione;
Disporre di un piano di sostenibilità per garantire la disponibilità e l’accesso continui al vaccino COVID-19.
Quali sono le dosi necessarie per poter vaccinare la popolazione africana? Quali i costi?
Per raggiungere l’obiettivo di vaccinare almeno il 60% della popolazione (circa 780 milioni di africani) l’Africa avrà bisogno di circa 1,5 miliardi di dosi di vaccino che, secondo le stime attuali, potrebbero costare tra gli 8 miliardi e i 16 miliardi di dollari, con costi aggiuntivi del 20-30%, per il programma di distribuzione vaccinazione. A che punto è la distribuzione dei vaccini contro il COVID-19 in Africa?
Secondo l’Africa CDC, il continente africano ha ricevuto oltre 30 milioni di dosi di vaccino COVID-19. Il Paese africano che ha somministrato più dosi è attualmente il Marocco, con oltre 8 milioni di somministrazioni. A seguire, Nigeria, con 964.387 dosi somministrate, Ghana (599.128 dosi somministrate) e Kenya (340.121 dosi somministrate)
L’OMS auspica di vaccinare il 20% degli africani entro la fine del 2021. Tra i 47 Paesi che afferiscono alla regione africana dell’OMS, solo un quarto ha piani adeguati a risorse e finanziamenti. L’OMS auspica quindi che i vaccini siano distribuiti utilizzando il meccanismo Covax.
Cos’è il meccanismo Covax?
Il meccanismo Covax è stato istituito insieme all’organizzazione internazionale per i vaccini Gavi, per assegnare i lotti ai paesi poveri. Covax ha accordi per sostenere 92 Paesi a basso e medio reddito, più della metà dei quali si trovano appunto in Africa. Secondo il modello Covax, tutti i Paesi coinvolti riceverebbero inizialmente scorte sufficienti per il 20% delle loro popolazioni, dopodiché la distribuzione aderirebbe al quadro dell’OMS per l’assegnazione dei vaccini COVID-19 a livello internazionale sulla base delle necessità. La logica generale di Covax è che nessun Paese dovrebbe vaccinare più del 20% della sua popolazione fino a quando tutti i paesi non avranno vaccinato il 20% della propria popolazione, in conformità con i principi di uguaglianza globale.
Quali sono le opinioni sui vaccini?
Otto africani su 10 sono disposti a farsi iniettare il vaccino contro il COVID-19 qualora diventasse pubblicamente disponibile e ritenuto sicuro ed efficace. È quanto risulta da un’indagine condotta in diversi Paesi africani dall’Africa Centers for Disease Control and Prevention (Africa CDC), in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e Orb international. Lo studio ha riguardato 15.000 adulti di età superiore ai 18 anni, sia nelle aree rurali sia in quelle urbane di 15 Paesi: Burkina Faso, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Gabon, Kenya, Malawi, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sud Africa, Sudan, Tunisia e Uganda.
Perché il “nazionalismo dei vaccini” è pericoloso?
Il nazionalismo dei vaccini è in aumento, ed è un fenomeno pericoloso. I Paesi coinvolti nello sviluppo e nella produzione di nuove terapie e vaccini anti-COVID-19 stanno dando priorità alle loro popolazioni e l’idea che le popolazioni più a rischio, nei Paesi a basso e medio reddito, possano essere private di questo prodotto salvavita, preoccupa moltissimo la comunità scientifica.
Perché è importante che i vaccini siano un diritto e un bene di tutti?
Nel mondo attuale le interconnessioni tra i vari Paesi sono molto intense. È quindi probabile che una malattia fortemente infettiva come è la COVID-19 possa continuare a diffondersi da un Paese all’altro. Inoltre, se in alcuni Paesi ci sono molti casi di COVID-19 è probabile che possano insorgere nuove varianti che si possono diffondere anche nei paesi che sono riusciti a bloccare la pandemia.
I vaccini contro COVID-19 daranno protezione anche contro 501.V2, la nuova variante rilevata in Sud Africa?
L’8 febbraio 2021 il Sud Africa ha temporaneamente sospeso il programma di vaccinazione nazionale contro il COVID-19, che sarebbe dovuto partire il giorno successivo, con oltre un milione di vaccini sviluppati da Oxford e AstraZeneca, importato dal Serum Institute of India, perché risultati inefficaci contro la nuova variante 501Y v2. Tuttavia, il Paese ha prontamente lanciato la nuova campagna di vaccinazione anti COVID-19, utilizzando i vaccini Johnson & Johnson.
Cosa sta succedendo ora, in Sud Africa?
Il Sud Africa ha iniziato la vaccinazione il 17 febbraio, dopo aver ricevuto 80.000 dosi del vaccino Johnson & Johnson, che viene somministrato in dose singola e ha dimostrato di essere efficace contro la variante. Il Paese ha finora ha immunizzato più di 100.000 operatori sanitari.
Quali altri Paesi africani hanno ricevuto i vaccini?
Più della metà dei Paesi del continente ha ora ricevuto i vaccini, e un numero crescente ha iniziato a somministrarli. Ma i Paesi africani sono ancora significativamente indietro rispetto ad altre parti del mondo.
Ad oggi, hanno ricevuto i vaccini 30 Paesi africani: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Sudan, Etiopia, Somalia, Kenya, Uganda, Ruanda, Repubblica Democratica del Congo, Congo, Guinea equatoriale, Angola, Zimbabwe, Mozambico, Malawi, Sud Africa, Nigeria, Benin, Togo, Ghana, Costa d’Avorio, Liberia, Mali, Sierra Leone, Guinea e Senegal.
Tra questi, 20 Paesi hanno iniziato a somministrare i vaccini: Algeria, Marocco, Senegal, Guinea, Sierra Leone, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Nigeria, Angola, Sud Africa, Mozambico, Zimbabwe, Malawi, Kenya, Uganda, Ruanda, Sudan ed Egitto.
La campagna e l’impegno di Amref
La campagna “Per il bene di tutti” rappresenta l’appello per una salute globale ed un accesso equo ai vaccini, ed è volta a promuovere e finanziare interventi indispensabili allo sviluppo di un programma di vaccinazione di massa trasversale in otto Paesi dell’Africa sub-sahariana: Etiopia, Kenya, Malawi, Senegal, Sud Sudan, Tanzania, Uganda, Zambia.
L’obiettivo della campagna è quello di formare migliaia di operatori sanitari sulla corretta somministrazione del vaccino, allestire centri di vaccinazione, arrivare nelle aree più remote con cliniche mobili e presidiare la catena del freddo, raggiungendo oltre 9 milioni di beneficiari.
Nella prima fase della lotta al COVID-19, Amref Health Africa ha raggiunto oltre 1,3 milioni di persone, formato circa 110.000 medici, infermieri e operatori sanitari in Africa e attrezzato cinque laboratori in Kenya per effettuare i test.
Cosa diventerà la mia donazione?
La tua donazione si trasformerà in un aiuto concreto alla campagna vaccinale che Amref sta portando avanti in Africa. Formeremo operatori sanitari sulla corretta somministrazione del vaccino e sensibilizzeremo le comunità sull’importanza dello stesso.
Perché proprio Amref?
Perché siamo esperti di Africa e di campagne vaccinali. L’azione di risposta alla pandemia portata avanti fino ad oggi è stata veloce ed efficace grazie alla profonda conoscenza del territorio, alla sinergia con le comunità e le istituzioni locali, alla consolidata esperienza sanitaria. Aspetti che permetteranno di realizzare anche campagne vaccinali altrettanto efficaci. Da sempre promuoviamo la vaccinazione come una delle misure di salute pubblica più efficienti ed efficaci, strategica per il controllo e l’eliminazione di pericolose malattie trasmissibili. Ancora prima della pandemia COVID-19 si calcolava che ogni anno dai 2 ai 3 milioni di vite venissero salvate dai vaccini. Le campagne vaccinali, in particolare quelle pediatriche e quelle per le donne in gravidanza, sono una delle azioni fondamentali dei nostri programmi sanitari, da sempre. Abbiamo una solida esperienza, sappiamo come muoverci per conservare il vaccino e trasportarlo anche fino alle comunità delle zone più remote, sappiamo come affrontare le difficoltà logistiche ma anche come abbattere le barriere psicologiche. Il nostro supporto, fatto di formazione, informazione e attrezzature, garantirà di vincere la sfida contro il tempo, le distanze e la paure.
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