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C’è chi dice no, e c’è chi dice sì...

“La bambina che diceva sempre di sì” di Maud Lethielleux (Frassinelli, 2012)

di Sergej - mercoledì 22 agosto 2012 - 4475 letture

lethielleux Trovato in un supermercato, attirato dalla copertina del libro - una bimba con le scarpette da ginnastica e con un retino da cui fuoriescono delle farfalle. Un acquisto “al buio”, di un autore e di un libro di cui non sapevo assolutamente nulla, una cosa che non si dovrebbe fare visto anche il prezzo ormai dei libri che non permette più di giocare al buio. Nella sua piccolezza è una lettura gradevole. L’autore è nata nel 1973, il titolo francese originario è: “Dis oui, Ninon”.

Ninon è il nome della protagonista del romanzo, una bambina che decide di aiutare il giovane padre nella scelta (folle) di mettere sù una fattoria autarchica. Il padre si è appena separato dalla giovane moglie che si è messa con un altro, affronta con incoscienza e un po’ di velleitarismo la sfida campagnola. Alla fine è grazie alla bimba che se ne esce fuori (grazie al maestro di scuola e a una provvidenziale addetta dell’Assistenza Sociale). La scrittura è tutta “dalla parte della bambina”, forse anche eccessivamente bambinesca - ma ciò permette di avere ogni tanto un paio di buone trovate umoristiche e qualche sprizzo non dico “poetico” ma un barlume di sapienza. Indiretta è una certa critica, feroce, contro l’ecologismo, le idee della sinistra pauveristiche e autarchiste. E’ mentre il padre e la sorellina sono a fare la manifestazione antinuclearista estiva che la bimba vive il periodo di maggior abbandono a se stessa. Una specie di ritorno alla natura, al roussoniano “stato di natura” mentre nella fattoria imperversa il coglionesco Nicotine (un amico del padre che aveva l’incarico di badare in sua assenza alla fattoria). Il mondo dell’infanzia vive completamente distaccato dal mondo degli adulti - ha un altro linguaggio, vede le cose in maniera completamente diversa. Inventandosi questo linguaggio e questa visuale alternativa, Lethielleux prova a delineare una favola tenue, senza scosse né colpi di tosse. Ninon è una specie di Forrest Gump bambinizzata: accetta la realtà “letteralmente” - di qui il comico e il grottesco -. Il finale positivo ricompone quel minimo di increspatura che poteva delinearsi all’orizzonte. Un libro buono per lasciare tutti nelle convinzioni e nei luoghi comuni di cui ci si nutre: che i bambini hanno un mondo loro, che gli ecologisti sono in fondo egoisti e folli, che gli adulti l’unica cosa che importa loro è il sesso. Insomma, tra tutti questi strani adulti che dicono, chissà per quale motivo, "no" - la bambina che dice "sì" (dice sì soprattutto a suo padre, al mondo che questi le offre) rivendica il desiderio alla felicità, alla intima dignità, al rispetto del proprio essere, della propria individualità. E tutto questo, non solo di questi tempi, non è poi così male...


Risvolto di copertina:

Le bambine adorano il papà, è cosa nota. Non fa eccezione Ninon, che a nove anni è in uno stato di perenne "fascinazione ammirativa" per il suo, un tipo piuttosto originale e fuori dagli schemi. Forse troppo: infatti la mamma non ha retto e lo ha lasciato. E Ninon non ha avuto esitazioni: la sua casa è suo padre, vuole vivere con lui e aiutarlo a realizzare il sogno un po’ folle di creare una piccola fattoria tutta sua. Comincia così una vita da bohémien, come piace a lei, in mezzo alla natura e in compagnia degli animali: l’inseparabile bastardino Raymond, il gatto Cucù, le caprette Pepite e Chocolat, che ha battezzato personalmente. Insieme, padre e figlia iniziano a costruire il loro mondo - a partire da una casa alquanto approssimativa -, vendono latte al mercato, dimenticano la scuola e le buone maniere, senza preoccuparsi dei benpensanti e dell’assistente sociale che storcono il naso davanti alla loro capanna senza acqua né riscaldamento. È così bello vivere allo stato brado con il papà. È una favola che Ninon si racconta, forse per distogliere lo sguardo da un mondo in cui gli adulti hanno smesso di amarsi, dove le parole hanno perso senso, dove le bugie sono cariche di rabbia. Una favola nella quale tutto ciò che conta è l’amore: quello di una bambina per suo padre e quello di un uomo per la libertà. "La bambina che diceva sempre di sì" è un romanzo che racconta l’universo degli adulti visto con gli occhi di una protagonista ingenua e saggia.

MAUD LETHIELLEUX, nata nel 1973, è musicista, cantante e autrice di pièces teatrali. Ha lavorato e vissuto in Rajasthan, Israele, Transilvania, Australia, Nuova Zelanda e Bosnia. Con Frassinelli ha pubblicato "Da qui vedo la luna", ispirato alla sua vita di strada.

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“La bambina che diceva sempre di sì” di Maud Lethielleux (Frassinelli, 2012), 323 pagine al costo (esorbitante) di 17,9 euro Isbn: 9788820051693


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