Brunetta ministro, uno schiaffo ai lavoratori pubblici

Una provocazione! È l’unica definizione possibile per la nomina di Renato Brunetta a Ministro per la Pubblica Amministrazione.
Un vero e proprio atto di guerra nei confronti dei lavoratori pubblici che hanno sostenuto il Paese in questo difficilissimo anno. Lo hanno fatto nella Sanità, nella Scuola, nella Ricerca, in tutto il Pubblico Impiego. Per garantire le cure, per contrastare l’epidemia, per assicurare il diritto all’istruzione, per erogare la cassa integrazione. Il tutto nelle macerie della pubblica amministrazione conseguenza del violento attacco lanciato proprio da Brunetta.
Draghi ha scelto dunque, con la benedizione di Cgil Cisl e Uil, di lanciare un guanto di sfida ai dipendenti pubblici. Una provocazione alla quale i lavoratori sapranno rispondere con l’adeguata determinazione.
USB Pubblico Impiego
- Brunetta
Queste sono le parole diffuse dall’Usb con un breve comunicato a commento della nomina di Renato Brunetta a ministro della P.A. Di seguito riproponiamo un sunto sulla riforma che fu attuata oltre dieci anni fa, quando il nuovo ministro si era già posto l’obiettivo di trasformare e gestire la pubblica amministrazione con metodi molto vicini al privato, ma soprattutto attaccando apertamente l’operato dei lavoratori pubblici che, con un certo sarcasmo, amava chiamare "fannulloni".
Dalla trattenuta sullo stipendio per i giorni di malattia, provvedimento che non interessò tutte le categorie, ma appunto solo la P.A. a quella di legare lo stipendio ad una sorta di ripartizione per gruppi omogenei condizionata da una valutazione sull’efficienza e la partecipazione del singolo lavoratore al risultato d’azienda. In poche parole, quella forma di meritocrazia che, messa nelle mani della dirigenza, si presta sicuramente a una forma non del tutto chiara di valutazione e di giusta attribuzione del merito. La recente questione sulle "pagelline" della quale ci siamo occupati sulla nostra testata https://www.girodivite.it/USB-IL-28-GENNAIO-2-ORE-DI.html, è sembrata preannunciare la conseguente nomina, anzi rinomina, di Renato Brunetta, quasi a lasciare intendere più di una supposizione che il ministro abbia ottenuto l’incarico per portare a termine quanto lasciato in sospeso nel suo precedente mandato.
Tutto fa presupporre quindi una ripresa di quell’antico progetto, i cui risvolti diventano imprevedibili, o forse fin troppo evidenti, che non lasciano presagire dei ritorni di qualità sia nei confronti dei lavoratori, ma anche nei confronti della cittadinanza. Non crediamo si terrà molto in conto l’operato che in quest’ultimo anno è stato condotto con professionalità e senso del dovere nei confronti delle esigenze della cittadinanza aggravata in questo periodo di emergenza sanitaria. Nè saranno considerati i costi sostenuti dai lavoratori, costretti per ragioni di sicurezza a svolgere il proprio lavoro da casa, assorbendo la spesa sia della connessione internet privata, sia con l’assurdo provvedimento di negare il buono pasto in caso di lavoro agile.
Attendiamo gli sviluppi e le prospettive che non tarderanno ad arrivare dal nuovo esecutivo, auspicando che una crisi economica, diagnosticata oltre dieci anni fa, non debba ricadere sulle spalle dei lavoratori pubblici e sul rapporto cittadino-pubblica amministrazione che rischia ulteriormente di inasprirsi, con conseguenze che non saranno utili a restituire alla cittadinanza un servizio di migliore qualità.
La riforma Brunetta sulla pubblica amministrazione
decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 che attua la legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttivita’ del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Il decreto prevede l’attivazione di un ciclo generale di gestione della performance, per consentire alle amministrazioni pubbliche di organizzare il proprio lavoro in un’ottica di miglioramento della prestazione e dei servizi resi e realizza il passaggio dalla cultura di mezzi a quella di risultati con l’obiettivo di produrre un tangibile miglioramento della performance delle amministrazioni pubbliche.
Sono inoltre previsti:
- premi aggiuntivi per le performances di eccellenza e per i progetti innovativi;
criteri meritocratici per le progressioni economiche;
l’accesso dei dipendenti migliori a percorsi di alta formazione.
In ordine al controllo delle assenze sono confermate le misure introdotte dal decreto-legge 112/08. Per i casi di false attestazioni di presenze o di falsi certificati medici sono introdotte sanzioni, anche di carattere penale, nei confronti sia del dipendente che del medico eventualmente corresponsabile.
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