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Botta e risposta tra il ministro Nicolais e la RdB-Cub

Pare di capire che le premesse per la ripresa a settembre della conflittualità nel pubblico impiego ci siano tutte: scadenze contrattuali non rispettate, risorse irrisorie da impegnare...

di Vincenzo Raimondo Greco - martedì 29 agosto 2006 - 2936 letture

Il limite dell’Italia non è la ricerca scientifica ma il suo scarso utilizzo: bisogna chiedere ai ricercatori di migliorare l’utilizzabilità della ricerca. Da parte nostra dobbiamo inventare nuovi modelli per favorire gli investimenti delle PMI in ricerca”; è quanto afferma il ministro Nicolais, intervenendo al meeting di Cl in pieno svolgimento a Rimini. Relativamente all’ipotesi prospettata dal Ministro Damiano di accorpare Inps e Inpdap, Nicolais ha affermato che “può essere un’opportunità: pensare ad un solo ente previdenziale è possibile”, mentre sul tema del rinnovo del contratto di pubblico impiego ha detto che “ci sarà un processo di concertazione con i sindacati, che verranno convocati a settembre: il rinnovo contrattuale è previsto dalla prossima finanziaria ed il suo ammontare è di qualche miliardo di euro, uno o due”.

Non si è fatta attendere, su questo particolare argomento, la replica del sindacato. “Le dichiarazioni sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego del ministro Nicolais a Rimini fanno cadere l’ultimo velo e rendono sempre più evidenti le linee di continuità del governo Prodi con il precedente”, è la dichiarazione al fulmicotone della RdB-Cub. “Dopo aver eluso il problema nella manovrina preferiale, il governo si prepara a chiudere la Finanziaria 2007 per settembre stanziando una somma irrisoria per i rinnovi dei contratti (25 euro netti)”, afferma Giuliano Greggi della direzione nazionale della RdB che sottolinea come “molta più attenzione, e risorse” siano state “dedicate invece ad iniziative assistenziali alle imprese (vedi cuneo fiscale)”. E l’apertura delle trattative, avanzata dal ministro, non serve ad addolcire la rabbia del sindacato di base. “Hanno deciso le quantità, cosa resta da contrattare?”, taglia corto Greggi.

Pare di capire che le premesse per la ripresa a settembre della conflittualità nel pubblico impiego ci siano tutte: scadenze contrattuali non rispettate, risorse irrisorie da impegnare, paventate ristrutturazioni della P.A. finalizzate a ulteriori tagli della spesa e dei servizi sociali, a forti riduzioni di personale che si coniugano con un precariato “pubblico” dilagante, in definitiva un progetto di smantellamento del pubblico impiego. “Questa è la strada della nuova concertazione - conclude Greggi - che il governo ha intrapreso e che i sindacati concertativi, con qualche debole ritrosia, si avviano a percorrere”. E alle porte vi è già il primo sciopero nazionale dei precari della P.A che, il 6 ottobre, si ritroveranno a Roma. Per il sindacato di via dell’Aeroporto, infatti, non si intravedono “soluzioni reali nelle dichiarazioni degli esponenti di governo”.

Il “Governo tace- dichiara Carmela Bonvino, responsabile nazionale del settore precari delle RdB/CUB - sul Pacchetto Treu (fonte del precariato nella P.A.) e rimane sul vago parlando di soluzioni limitate e settoriali invece di procedere con urgenti provvedimenti normativi per convertire in contratti di lavoro stabile e a tempo indeterminato gli oltre 350.000 contratti atipici e a termine delle Pubbliche Amministrazioni, per sanare il Lavoro nero di LSU e Cantieristi e per rivedere le disastrose politiche di tagli e esternalizzazioni che hanno causato e alimentato in questi anni il fenomeno del precariato”. Di qui di sfidare il governo di centro-sinistra con la proclamazione dello sciopero.


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