Bene comune
Se non ora quando? Oggi, 13 giugno 2011, la risposta sta in una percentuale, il 57% (più o meno).
Il 13 febbraio 2011 la grande manifestazione promossa dal movimento delle donne al grido di "Se non ora quando?"
Oggi, 13 giugno 2011, la risposta sta in una percentuale, il 57% (più o meno) di persone che sono andate a votare per i referendum sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento.
Un risultato, e una qualità dell’impegno e della militanza, che prefigurano un futuro in cui il discrimine sono i diritti, e il diritto di tutti ad essere riconosciuti come cittadini e non come strumenti degli interessi del potente di turno.
E non ultimo il diritto di avere l’acqua senza sottostare alla legge del profitto. E non ultimo il diritto di scegliere, di contare nelle scelte importanti per il futuro.
Non era scontato questo risultato dopo anni in cui molti andavano a votare o di malavoglia o spinti da promesse e ricatti dei vari candidati.
Però...
Stamattina a Catania, al mercato (a fera o luni) non si parlava d’altro ed era una corsa a spingersi reciprocamente ad andare a votare.
E il tema non era il nucleare e neanche il legittimo impedimento: il fatto è che tutti hanno capito una cosa semplice semplice: l’acqua è un bene comune.
Insomma attorno a delle battaglie concrete ( e la difesa dei beni comuni, come per esempio la scuola, è una battaglia concreta) ci si può capire e sostenere.
Ricominciamo da qui.
E ricordiamoci: se non ora quando?
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