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Barabba! Barabba!

Si dice che il popolo ha il governo che si merita e che certi programmi televisivi sono giustificabili visto i sorprendenti dati di ascolto, ci si dimentica però che 2000 anni fa un solo urlo si alzava in cielo nella vecchia Palestina “ Barabba! Barabba!”

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 10 giugno 2009 - 2718 letture

Nel 1998 un film del regista australiano Peter Weir irrompe sul grande schermo con una profezia tanto azzardata quanto azzeccata. Sì tratta di “The Truman Show”. La previsione di una televisione dal potere sempre più incontrollato e dell’impatto che i reality Show avrebbero avuto sui telespettatori si attuerà da li a poco.

Truman Burbank (Jim Carrey) è un ragazzo di 30 anni, è felicemente sposato con una ex compagna di scuola e fa un lavoro che gli piace. Tutto si svolge in un cittadina meravigliosa, gli abitanti sono sempre tutti gentili e sorridenti. Tutto perfetto.Troppo perfetto. Truman nasconde una foto nel suo cassetto della scrivania, è un collage da lui realizzato con ritagli di vari giornali che ritrae il viso di Silvia (Natascha McElhone), una ragazza conosciuta al college ma che è misteriosamente partita per le Fiji.

Lui sogna di raggiungerla, ma non riesce a superare i confini della piccola città, perché lui non può uscire dal piccolo schermo. La sua vita infatti è stata ripresa 24 ore al giorno 7 giorni su 7 sin dalla nascita. Il suo show (the Truman Show appunto) tiene incollati davanti a la TV milioni di telespettatori da 30 anni ormai e per il regista e autore dello Show, Christof (Ed Harris), quello è il migliore dei mondi possibili in cui lui possa vivere.

Truman è la pietra angolare di questo reality show, tutte le persone che fanno parte della sua vita sono degli attori, compreso la moglie (Laura Linney). Il film è stato scritto da Andrei Niccol, scrittore e regista di Gattaca e del sottovalutato “Lord of the War”. Molti mettono in relazione la pellicola al romanzo 1984 di Gorge Orwell, ma molti elementi del film appaiono ricollegarsi al romanzo “Tempo fuor di sesto” di Philip Dick. che racconta la storia di un uomo che si trova a vivere in un finto mondo tranquillo, realizzato per lui perché la società possa sfruttarne i suoi poteri segreti di chiaroveggenza.

C’è anche chi ha dato un’interpretazioni del tipo teologico e filosofico di The Truman Show, il quale per di più apre anche un filone di film del genere. Matrix, Dark City, Existenz sono solo alcuni dei film realizzati dopo la pellicola di Peter Weir. Tutte queste opere hanno in comune una visione distorta della realtà e inoltre sono zeppe di citazioni filosofiche.

Sono passati più di 10 anni dall’uscita di The Truman Show, da quando questo film è comparso nei cinema la televisione è cambiata. Sono iniziate le produzioni in serie dei Reality, il cui successo, decretato dagli ascolti del pubblico, è andato oltre ogni aspettativa e il fenomeno sembra non subire crisi.

I palinsesti di quasi tutte le emittenti televisive sono stati stravolti da questo uragano, i film trasmessi in prima serata sono diventati sempre più delle eccezioni e anche i talk show hanno dovuto cambiare pelle. A fare spettacolo (e audience) sono sempre più le vicende private della gente comune, a tratti risulta invisibile il confine che separa la finzione televisiva dalla realtà umana.

Il grande fratello ormai non evoca più il romanzo di Gorge Orwell, ma Tarricone, piuttosto che i tronisti o Vladimir Luxuria. I protagonisti di questi format televisivi sono personaggi sempre meno “comuni” e più estroversi. Si è passati dalla ragazza vincitrice della prima edizione con misura piccola di seno alla sesta o settima di una partecipante dell’ultima edizione.

In the Truman Show ad essere accusata non è solamente la televisione e il senso di onnipotenza di certi produttori televisivi, il dito è puntato soprattutto sui telespettatori, al pubblico che segue ininterrottamente le vicende di Truman dalla sua nascita, non riuscendo a staccarsi mai dalla TV.

Hanno le case piene di gadget dello show, che seguono a qualsiasi orario e da qualsiasi luogo in cui si trovano. Truman fa parte della loro vita. Si dice che il popolo ha il governo che si merita e che certi programmi televisivi sono giustificabili visto i sorprendenti dati di ascolto, ci si dimentica però che 2000 anni fa un solo urlo si alzava in cielo nella vecchia Palestina “ Barabba! Barabba!”

“Ascoltami Truman: là fuori non troverai più verità di quanta non ne esista nel mondo che ho creato per te. Le stesse ipocrisie, gli stessi inganni. Ma nel mio mondo, tu non hai niente da temere. Io ti conosco meglio di te stesso”.


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