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Baaria e il caratteraccio dei siciliani

In Baaria ci sono dei momenti memorabili, commoventi, a volte Tornatore riesce ad entrare nell’anima vera della Sicilia e dei siciliani. Lo fa mettendo in scena la sua Corte dei Miracoli

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 30 settembre 2009 - 4695 letture

Dopo la pausa de La sconosciuta Tornatore ritorna in Sicilia per raccontare la sua Bagheria attraverso la storia di 3 generazioni della famiglia Torrenuova.

Il film inizia durante il periodo fascista, Peppino (Francesco Scianna) è un bambino che sorride vedendo le azioni dei “sovversivi” nei confronti dei potenti, delle autorità, sia che esse avvengano nel teatro o nelle vie del paese. Quando non va a scuola Peppino aiuta Minicu (Enrico Lo Verso), pastore che per non andare in guerra si spezzerà una gamba. La guerra la vedranno comunque Peppino e i suoi concittadini, Bagheria infatti subirà dei bombardamenti.

Con la cacciata dei fascisti e lo sbarco degli americani, la città verrà stravolta e con essa anche Peppino, che si avvicinerà all’ideologia comunista, iscrivendosi al partito. Da li a poco 2 fatti segneranno per sempre la vita del ragazzo, la strage di Portella della Ginestra e l’incontro con Mannina (Margareth Madè), una giovane e bella compaesana. I genitori di Mannina desideravano un “miglior partito” per la figlia, per coronare il loro amore i ragazzi saranno costretti alla classica “fuitina”, anche se le difficoltà economiche li costringeranno a non fuggire da nessuna parte, ma di rinchiudersi in casa della ragazza. Nel frattempo Peppino decide di dedicarsi a tempo pieno al partito comunista, prendendo parte ai primi scioperi, alle lotte sociali. Presto arriveranno le delusioni politiche.

Dato che non riesce a trovare un lavoro sarà costretto a trasferirsi in Francia, lontano da Bagheria e dalla famiglia. Il figlio di Peppino dovrà affrontare lo stesso percorso del padre e di tanti altri siciliani, emigrerà per cercare la sua strada. Peppino per il ragazzo è un punto di riferimento, a lui che si rivolge ogni volta che non comprende un termine o il comportamento delle persone che gli stanno vicino. Ma ad una domanda il padre non riuscirà a rispondere “Perché la gente dice che i Siciliani hanno un brutto carattere?” Peppino darà 2 risposte, ma entrambe non sembrano soddisfare ne il figlio ne tantomeno lo spettatore.

Un’altra cosa Tornatore non riesce a spiegare. Perché bisogna pcredere che “La politica è bella”? Questa è la frase che il padre di Peppino gli sussurra sul punto di morte. In Sicilia la Mafia hanno provato a combatterla prima i comunisti e poi i giudici. Entrambi hanno pagato con la vita il desiderio di lottare e sconfiggere questo terribile male. La politica sembra aver dimenticato il sacrificio di queste persone, anzi la decisione del sindaco del comune di Ponteranica (Bergamo) sembrano dimostrare il contrario.*

Fra i tanti camei e interpreti del film, oltre ai due giovani personaggi principali, spiccano su tutte l’interpretazione di un irriconoscibile Luigi Lo Cascio e di Salvatore Ficarra, che quando non sta dietro la macchina da presa riesce a recitare bene e a divertire.

In Baaria ci sono dei momenti memorabili, commoventi, a volte Tornatore riesce ad entrare nell’anima vera della Sicilia e dei siciliani. Il regista utilizza un linguaggio ed i personaggi a lui familiari per realizzare una pellicola “personale”, intima, in cui comunque ogni siciliano potrà, almeno in parte, rispecchiarsi. Lo fa mettendo in scena la sua Corte dei Miracoli, caratterizzata dalla piazza principale con l’immancabile pazzo del paese, il cinema, la chiesa e soprattutto i bambini e le loro corse. C’è la vecchia che nonostante non veda sa individuare il simbolo della DC dove mettere la croce per il proprio voto, e c’è anche l’assessore all’urbanistica cieco che però “vede” e prende le “bustarelle” per le concessioni edilizie.

Nonostante la lunghezza della pellicola, 150 minuti, il ritmo di Baaria è incalzante, l’unico limite della sceneggiatura è quello di offrire troppi spunti senza però soffermarsi abbastanza sulle vicende, una sovrabbondanza di fatti e di storie che spesso non vengono approfondite come meriterebbero. La strage di Portella della Ginestra viene solo accennata durante la pellicola, lo stesso discorso per un immagine che richiama l’ormai troppe volte citato sfogo di Pasolini a difesa dei poliziotti. Anche il pensiero del più grande intellettuale italiano all’ennesimo richiamo diventa un clichè. Quando si trattano certi argomenti non si può dare niente per scontato, ancor di più in un momento in cui spesso viene fatto del revisionismo storico. Bisogna prendere atto che molti spettatori non conoscono la storia della Sicilia o dei fatti raccontati nella pellicola

La regia è eccellente, come al solito, ma nel complesso Tornatore, nonostante lo sforzo produttivo della Medusa, dimostra di avere un caratteraccio, citando le parole che Peppino dice al figlio, “Abbiamo un cattivo carattere forse perché vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte”.

*Nel comune di Ponteranica (Bergamo)il sindaco leghista ha fatto rimuovere una targa che dedicava la Biblioteca comunale alla memoria di Peppino Impastato


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