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Avere o essere?

E’questo l’interrogativo che bisogna porsi:"cos’è l’uomo?".Ed è altrettanto importante che l’uomo da essere che possiede divenga un essere produttivo e creativo per cercare di rendere migliore la società in cui vive.

di Valerio Contarino - giovedì 26 gennaio 2006 - 23115 letture

Era questa la domanda che si pose il grande filosofo francofortese Erich Fromm.Una domanda che , nonostante siano trascorsi trent’anni dalla pubblicazione di questo saggio, risulta attualissima nel nostro panorama economico-sociale:avere o essere? Fromm concepisce l’essere e l’avere non come "certe qualità a sè stanti di un soggetto", bensì come "due fondamentali modalità di esistenza, come due diverse maniere di atteggiarsi nei propri confronti e in quelli del mondo".Il filosofo nel suo saggio analizza queste due modalità esistenziali:

L’avere è tipico della società capitalistica dei consumi, costruita sulla proprietà privata, che porta l’uomo ad identificarsi con il suo profitto, con ciò che possiede; in poche parole, se non possiedo niente, la mia esistenza viene negata.Ma è proprio questa condizione in cui l’uomo da un lato possiede le cose, ma dall’altro è lui stesso ad essere posseduto da esse;

l’essere è invece la condizione della realizzazione dei bisogni più profondi dell’uomo, ed ha come presupposto la libertà e l’autonomia che finalizza gli sforzi alla crescita e all’arricchimento della propria interiorità.Pertanto l’uomo che si riconosce nel modello esistenziale dell’essere non è più alienato, ma è protagonista della propria vita e stabilisce rapporti di pace e di solidarietà con gli altri.

Il modello che Frommpropone è quest’ultimo, quello dell’essere, riconosciuta come l’unica attività creatrice, capace di mutare la condizione dell’uomo incentrata sulla manipolazione dei suoi gusti, delle sue opinioni, e dei suoi sentimenti.

Oggi più che mai l’interrogativo posto da Fromm va attenzionato ed analizzato nella società in cui viviamo:qual’è il carattere dell’uomo contemporaneo? E’ mutata la situazione rispetto ai termini con cui ne parla va Fromm? Questo è sicuramente un quesito molto complesso; tuttavia oggi l’uomo è per lo più influenzato nei suoi giudizi e nei suoi gusti dai mass media, i suoi sentimenti sono condizionati, e il possedere si identifica con la sua stessa esistenza: la possibilità di comunicare tramite le nuove tecnologie con qualunque persona di tutto il mondo, la velocità con cui si "muove" il globo oggi, rendono apparentemente l’essere umano superpotente.Ma chi è veramente l’uomo? In un’epoca in cui è dominante il relativismo, quali sono i caratteri interiori di ciascuno di noi, del notro giardino segreto, della nostra essenza.Sarà forse che la nostra esistenza si è identificata con l’avere?

E’ questo l’interrogativo che bisogna porsi:"che cos’è l’uomo?". Ed è altrettanto importante che l’uomo da essere che possiede divenga un essere produttivo e creativo per cercare di rendere migliore la società in cui vive.

Ed è proprio per questo motivo che saggi come "Avere o essere" andrebbero letti con attenzione , in quanto costituiscono la materia di riflessione sulla nostra società.


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Avere o essere?
21 maggio 2006, di : VB

Avere o essere? ecco il dubbio dell’uomo moderno; non più "essere o non essere", non più, dunque, cercare una dimensione interiore bensì identificarsi completamente con la materialità. Povero Amleto....forse tutto sarebbe stato più semplice se avesse vissuto oggi. Non avrebbe avuto dubbi, forse...forse sarebbe stato sicuramnete preso per folle come oggi sono folli tutti coloro che tentano di accrescere sé con la letteratura piuttosto che con la ricchezza. E, mentre prima trovavamo Cicerone che condannava coloro che guardavano soltanto alle divitiae, oggi troviamo professori che completamente inseriti nel Sistema marcusiano invitano i loro alunnia assorti dalla Filosofia a studiare altre discipline che possano portare ricchezza. Non importa se poi (perchè nonostante tutto prima o poi l’uomo verrà a trovarsi di fronte allo specchio, non potrà sempre evitarlo) si sarà insoddisfatti della propria esistenza perché priva di quello che più, a noi fragili uomini, ci fa sentire se non felici (perché finché si è non si è felici) almeno vivi. Quando stai bene economicamente poco importano i disturbi psichici, poco importa degli altri che muoiono per i nostri guadagni, poco importa di tutto e,infine, poco importa anche di noi stessi. Il perché, allora, di voler avere sempre di più, tipico della società odierna pare ovvio: se essere=avere, più si ha più si é e, se più si é lo si é più degli altri e da quando il mondo è satto invaso dagli uomini c’è sempre stata quesat voglia di prevaricare. Weber e la scuola di Francoforte avevano completamente ragione. Se ancora negli anni trenta tutto ciò non era così evidente lo è oggi; e,poiché così evidente è divenuto normale, ossia norma. Si deve avere, chi non si adegua è anormale e se è anormale è folle. Ci sarebbe molto altro da scrivere, ma questo non è certo lo spazio per un libro. Perciò mi accontento di ciò. Grazie per avere avuto la pazienza di leggere. VB
Avere o essere?
29 agosto 2006

E’ un libro di fondamentale importanza etica e sociale, ti fa aprire gli occhi. E’ cmq difficile trasformare le parole di fromm in azioni. Qualche consiglio?