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Appello agli intellettuali meridionali

Un potere osceno e nauseabondo come la spazzatura! Un potere inteso non solo come ceto politico locale e nazionale, ma anche come sistema economico-affaristico costituito da un intreccio lurido e perverso, ma nel contempo "fisiologico" e inevitabile, tra capitalismo lecito ed illecito, incentrato sulla malavita imprenditoriale organizzata.

di Lucio Garofalo - giovedì 10 gennaio 2008 - 5280 letture

Ormai non si può più restare inerti e indifferenti di fronte allo scandalo e al raccapriccio che inevitabilmente suscita in tutte le coscienze libere e normali il paesaggio orribilmente sfigurato da montagne di spazzatura che invadono ed appestano le strade della città di Napoli e dintorni. Non si può (e non si deve) restare passivi di fronte allo spettacolo indecente offerto non solo dai territori sommersi da cumuli di immondizia, ma anche dalla gente di Pianura assalita brutalmente dalle forze dell’ordine al servizio di un potere cieco e sordo che ha fallito rovinosamente e ora tenta di scaricare (come sempre) le proprie responsabilità e i propri "sensi di colpa" criminali sulla popolazione.

Un potere osceno e nauseabondo come la spazzatura! Un potere inteso non solo come ceto politico locale e nazionale, ma anche come sistema economico-affaristico costituito da un intreccio lurido e perverso, ma nel contempo "fisiologico" e inevitabile, tra capitalismo lecito ed illecito, incentrato sulla malavita imprenditoriale organizzata. Oltre al danno (ovvero i delitti e lo scempio di ordine economico-ambientale, sociale e morale), oltre alle "mancanze" e alle "inadempienze" storiche che si sono accumulate per anni, insieme ai sudici ammassi di spazzatura, la gente partenopea deve sopportare anche l’amara beffa cagionata dalla fiera dell’ipocrisia, dall’invereconda esposizione televisiva delle "lacrime di coccodrillo" del "povero ed afflitto" governatore Bassolino.

Gli spazi pubblici (invivibili da anni) di Pianura, come di altri quartieri napoletani, sono assediati e infestati da cumuli di rifiuti. C’e gente che non riesce più a varcare la soglia di casa per uscire (anche solo per fare la spesa) essendo impedita da mucchi insormontabili di immondizia. A Napoli e dintorni è in atto un’aspra e feroce vertenza di massa, esplosa come una spaventosa eruzione del Vesuvio, che forse avrebbe arrecato meno danni. Su Napoli e sull’intera Campania incombe un vero disastro ecologico e territoriale, una catastrofe sanitaria e sociale. Ma incombe anche un’ingiusta e velenosa condanna di stampo razzista, emessa da parte di un sistema mediatico-propagandistico che invece di denunciare il colonialismo storico che affligge le comunità del nostro Meridione, preferisce evocare formule precostituite, ideologicamente pregiudizievoli e compromettenti sulla presunta inferiorità e arretratezza culturale dei popoli meridionali, in particolare della gente partenopea.

Gente che invece è figlia di un ricco coacervo storico-culturale generato dalla Magna Grecia ed altre antiche e raffinate civiltà mediterranee. Ho sempre associato la nozione e l’immagine dell’intellettuale a figure scomode e destabilizzanti come Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini, mosse da una profonda e coraggiosa passione civile autenticamente rivoluzionaria, che li ha indotti ad assumere sovente posizioni fermamente critiche e controcorrente, sempre schierate dalla parte dei soggetti più deboli e indifesi, gli "umili" di Manzoni, i "vinti" di Verga, insomma i reietti e i diseredati della nostra società (ecco come si manifesta il vero anticonformismo), rispetto alle scelte e agli schemi di giudizio e di condotta predominanti.

Pertanto, lancio un accorato appello per invitare tutti gli intellettuali liberi e coscienti della nostra terra, intesa non solo come Irpinia, bensì in un senso più lato che abbracci l’intero Meridione, a fare altrettanto, a prendere iniziative e posizioni assolutamente scomode e irriducibili rispetto alla linea imposta dai mass-media ufficiali assoggettati ai poteri dominanti che vogliono tacere le proprie atroci responsabilità, scegliendo la strada della repressione e della criminalizzazione a scapito delle comunità locali che si ribellano giustamente ad uno stato di "emergenza permanente" che dura ormai da oltre un decennio e che è funzionale solo a logiche occulte, prettamente affaristiche e criminali.


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Appello agli intellettuali meridionali
12 gennaio 2008, di : ele

"perchè ci sono 0 risposte al forum? Non sono intellettuale, non sono meridionale, ma sto seguendo con preoccupazione e impotenza le vicende del vostro territorio. questo sabato mattina, navigando in internet ho torvato conferma ai miei pensieri. Abito in Emilia Romagna (dove a Cona di Ferrara c’è in mega ospedale che è in costruzione da 12 anni e che mai verrà finito...) e percepisco, in questi giorni, nei meridionali,un forte senso di vergogna per quello che sta accadendo a Napoli. Spesso sono persone che sono "fuggite" alla ricerca di una esistenza civile e conviviale, accettando il sacrificio della lontanza degli affetti natali. Sentivo ieri per radio (caterpillar -radio 2) un signore svizzero che diceva che la svizzera è simile all’italia, solo che se gli amministratori IMPONGONO una serie di regole da seguire, poi la gente comportandosi di conseguenza genera un meccanismo di sane abitudini a vantaggio della società. In Campania è palese come gli amministratori hanno svolto la PRORPIA MISSISONE e la gente risulta essere la vittima, danneggiata e alla fine beffata. Spesso sento dire che la situazione in cui il Sud è invischiato è responsabilità delle persone che vi abitano che non hanno senso di civiltà, e invece ho scoperto tanti comitati che lottano con tenacia per uscire dalle grinfie da ciò che chiamano criminalià organizzata. Credo comunque che, un pò abbiamo quello che ci meritiamo, permetteremo a queste persone di ricandidarsi? Si .troveremo alle prossime liste elettorali le solite facce? credo proprio di si, e continueranno a prendere voti? Si. E allora andiamo avanti così, a subire e a ribellarci contro il vento."
Appello agli intellettuali meridionali
12 gennaio 2008, di : Giovanni Schiava

Pur dichiarandosi non-intellettuale, ele nella sua risposta ha affrontato i punti caldi della situazione.

1) Il Meridione dall’Unità d’Italia è stato sempre trattato dal potere centrale come terra sfruttabile (a partire dai Savoia che videro il Sud come una regione da conquistare). L’analfabetismo, la povertà e l’inciviltà meridionale hanno consentito che ciò avvenisse.

2) I rappresentanti politici del meridione, privi di un minimo di orgoglio e di autentico amore per le loro radici e per i loro corregionali, hanno sempre venduto e svenduto la loro terra. Tutto è lecito. Senza alcun codice etico hanno fatto e hanno permesso che si facesse razzia della dignità dei meridionali e dei loro beni.

3) A loro volta i meridionali, forse ingenui, forse per la disperazione e per la fame (ma forse anche perché fatti della stessa pasta dei loro rappresentanti politici) si sono venduti e hanno venduto i loro voti al mafioso di turno per sostenere un candidato destinato ad essere debitore della criminalità organizzata e dell’imprenditoria del malaffare.

Potremmo dire che la colpa di un cittadino del Meridione può essere quella di non rispettare le leggi della civiltà e dello Stato e di non aver alcun senso di responsabilità quando deve scegliere il candidato a cui affidare il proprio voto. Ma è pur vero che chi governa ha la responsabilità di preoccuparsi e di far tutto il possibile affinché il cittadino rispetti le leggi della civiltà e dello Stato, è suo compito predisporre ogni iniziativa che educhi e indirizzi il cittadino al senso dello Stato e del rispetto delle leggi. Chi governa è investito di una maggiore responsabilità nei confronti dello Stato e del popolo. Ha il compito non solo di risolvere i problemi di natura “statale” ma anche di aiutare il cittadino ad acquisire quella responsabilità civile che gli può mancare, quella stessa responsabilità che rende il cittadino in grado di giudicare il governante nel suo operato ed eventualmente di rispedirlo a casa. Governare non significa conquistare il potere, ma significa assumersi la responsabilità più che gravosa di risolvere i problemi dei cittadini. Egli non deve essere un potente sopra il popolo, ma deve essere un servitore del popolo, per il popolo. Chi decide di candidarsi alla politica non parte alla conquista del potere, ma parte per una missione di servizio animato d’amore per la propria gente e la propria terra. Il candidato che non si arma di questo spirito non è degno di considerazione, né deve avere il coraggio di presentarsi ai cittadini per chiedere i voti.

Firmato: Un meridionale convinto

Appello agli intellettuali meridionali
13 gennaio 2008, di : Giovanni Libero

Intellettuali? Terminologia superata: oggi tutti sono mediamente (ossia scarsamente) intellettuali e più nessuno è seriamente intellettuale.

Questo anche perchè la massa operaia ha rotto i coglioni sostenendo di poter fare a meno degli intellettuali, criticandoli come degli inetti.

Tutte le lotte operaie sono nate da intellettuali, in caso contrario la cd. classe operaia sarebbe rimasta con le pezze al culo.

Dopo che voi di estrema sinistra avete sostenuto l’inutilità dell’intellettuale politico, ritenendo che l’intelletto servisse solo alla critica letteraria, d’arte, cinematografica o musicale adesso parlate della necessità di intellettuali?

ARRANGIATEVI!!!!!!!!!

Appello agli intellettuali meridionali
13 gennaio 2008

Ogni popolo ha in sostanza la classe politica che si merita!

I meridionali hanno sempre odiato gli intellettuali, anche quelli meridionalisti. Poi hanno mandato i loro figli all’università per elevarli. A questo punto è mancato il lavoro. Oggi si scopre che per ripensare il meridione ci vogliono nuove (e in fondo vecchie) idee. Ci vogliono gli intellettuali per reinventare il meridione e i meridionali.

Come reinventarli? Il meridione deve tornare ad essere meridione nel senso genuino del termine: i processi di imitazione verso le aree settentrionali del paese non servono a nulla. Il meridione deve difendere tutto ciò che rientra nelle proprie prerogative territoriali.

Protestare contro la mondezza va bene, ma se non si protesta contro la camorra che gestisce il traffico della stessa, e la si brucia per strada contestando poi (non del tutto a torto) l’inceneritore in assenza di una differenziazione del rifiuto, si ha un comportamento da scendiletto verso i camorristi. Dire che Bassolino è camorrista e fare i camorristi non è esattamente espressione di una chiarezza di idee da parte di queste persone. Quanti di loro dicono no alla camorra con la stessa volontà con cui dicono no allo Stato? Non lo so.. Quello che so è che la camorra se parli troppo ti ammazza, dallo Stato tutt’al più si può prendere qualche manganellata (salvo rari coglioni in divisa dal grilletto facile). Questo giustifica il silenzio? Bassolino ha denunziato in passato la presenza di infiltrazioni camorristiche nella amministrazione regionale campana, chi si è mosso? Chi sono i camorristi? Scoprire che una popolazione rispetta più la camorra che lo Stato fa cadere le braccia! Se Bassolino è camorrista, non lo sono da meno coloro che hanno incediato la mondezza e l’hanno sparpagliata per le strade su diretto ordine di camorristi. Le discariche della camorra sono piene, le carceri sono vuote. Invertiamo questo trend e non se ne parli più.

Appello agli intellettuali meridionali
13 gennaio 2008

Col caffè di montagna, il gusto ci guadagna. Col caffè di pianura, ci guadagna la questura.

Expletation: talvolta capita che un tizio in divisa volti la testa di là quando non dovrebbe.

Appello agli intellettuali meridionali
13 gennaio 2008

I cittadini sono corresponsabili. La camorra e gli amministratori sono corresponsabili. Le forze dell’ordine e la magistratura sono corresponsabili. Anche Dio ha le sue colpe, perchè ha fatto l’uomo veramente stronzo.
Appello agli intellettuali meridionali
13 gennaio 2008

Schiava sono d’accordo con te, hai perfettamente colto i punti essenziali del problema. L’unica cosa che non va è il tuo cognome!