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Amor ti vieta...

Woody Allen, appassionato oltre che di jazz anche di opera lirica, rispolvera la “Fedora” di Umberto Giordano.

di Orazio Leotta - martedì 10 luglio 2012 - 5179 letture

“To Rome with love”, di certo non sarà ricordato come uno dei capolavori del maestro newyorkese, ma la trovata dell’uomo comune con la passione del bel canto, che riesce però ad esprimersi al meglio solo se canta sotto la doccia è degna del suo rinomato genio. gli applausi dopo la performance del tenore sotto la doccia.jpg

L’aria intonata dal protagonista (Giancarlo, l’attore Fabio Armiliato) è fra le più belle di tutto il panorama operistico, ed è tratta dalla “Fedora” di Umberto Giordano, l’opera più nota del compositore foggiano assieme all’“Andrea Chenier” del 1896. Essa, è intonata nel secondo atto, quando Loris Ipanov si rivolge a Fedora e tenendole la mano le canta: “Amor ti vieta di non amar/La man tua lieve, che mi respinge, cerca la stretta della mia man/La tua pupilla esprime "t’amo"/se il labbro dice: Non t’amerò".

Una serie di controsensi che denotano il contrasto tra i desideri del cuore e l’impossibilità di cedervi dettata dalla cruda realtà. La donna era in realtà già promessa (al Conte Vladimiro, ucciso dallo stesso Loris, ma non per motivi politici, come si sospettava in un primo tempo, bensì per questioni d’onore) e pertanto non può abbandonarsi alle nuove palpitazioni del suo cuore. La mano, a fatica si distacca dalla stretta di Loris e ciò che può leggersi negli occhi e negli sguardi di Fedora contrasta evidentemente con il diniego già proferito (gli dice che partirà il giorno dopo per la Russia).

In Andante cantabile, è una melodia larga e slanciata, appena sostenuta dagli arpeggi dell’orchestra. Nel testo ricorda vagamente il celebre “Amor che a nullo amato amar perdona” (Francesca, Inferno della Divina Commedia). Fedora, vide la sua prima al Teatro Lirico di Milano il 17 Novembre 1898 e “Amor ti vieta” negli anni è entrata a far parte del repertorio di grandi interpreti quali Enrico Caruso, Beniamino Gigli, Mario Del Monaco, Placido Domingo, Bocelli e Pavarotti. UmbertoGiordano[1]

Woody Allen non è nuovo nel permeare i suoi film di melodie classiche e operistiche; ricordiamo a tal proposito l’aria “Una Furtiva Lagrima” da “L’Elisir d’Amore” di Donizetti come preludio del suo fortunato “Match Point”, il suo primo lavoro fuori dagli USA (a Londra, per l’esattezza), o le musiche di Prokofiev in “Amore e Guerra” del 1975, nonché quelle di Mendelssohn e Schumann in “Una commedia sexy in una notte di mezza estate” del 1982, per non tacere sulla celebre “Tu che a Dio spiegasti l’ali”, sempre di Donizetti tratta dalla “Lucia di Lammermoor” in “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” del 2010.

Nello stesso “To Rome with love” si possono fra le altre, ascoltare “E lucevan le stelle” dalla “Tosca” di Puccini, arie tratte da “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo e “Nessun dorma” dalla Turandot.


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