Aleksandra Kollontaj: L’amore tra compagni

di Redazione Antenati - martedì 24 ottobre 2017 - 6946 letture

La nuova società dei lavoratori, la società comunista, è fondata sul principio della solidarietà. Ma cos’è la solidarietà? Ma la “coscienza” non solo della comunanza degli interessi, ma anche dei vincoli spirituali e morali intessuti tra gli appartenenti al collettivo. Una struttura sociale edificata sulla solidarietà e la cooperazione esige dalla società un «potenziale d’amore» notevolmente sviluppato: in altre parole, che le persone siano capaci di provare dei sentimenti di autentica simpatia. Senza di che, la solidarietà non può essere durevole. Per questo l’ideologia proletaria tenta di far nascere e rafforzare in ciascun membro della classe operaia sentimenti di partecipazione alle sofferenze ed ai bisogni dei suoi compagni di classe, di comprensione delle altrui aspirazioni, di profonda coscienza dei suoi legami con gli altri appartenenti al collettivo. Ma tutti questi sentimenti di simpatia, di compassione, di rispetto, sgorgano da un’unica, comune sorgente: la facoltà di amare, non nel senso strettamente sessuale, ma nella larga accezione di questo termine.

In quanto emozione (sentimento), l’amore costituisce un elemento di coesione, e quindi un elemento organizzatore. Che l’amore sia una grande forza di coesione, la borghesia ne è perfettamente cosciente, e ne tiene conto. Ecco perché l’ideologia borghese, allo scopo di consolidare la famiglia rese «l’amore coniugale» una virtù morale: agli occhi della borghesia, essere «un buon padre di famiglia» costituiva per l’uomo una grande e preziosa qualità.

Il proletariato, da parte sua, non può non tener conto del ruolo psico-sociale che l’amore, in senso lato o nel campo dei rapporti sessuali, può e deve svolgere per il rafforzamento dei vincoli, non coniugali e familiari, ma riguardanti lo sviluppo della solidarietà collettiva.

Qual è dunque l’ideale amoroso della classe operaia? Quali sono i sentimenti e le emozioni che l’ideologia proletaria pone alla base dei rapporti tra i sessi? […] Per millenni, una cultura fondata sull’istinto di proprietà ha inculcato negli uomini la convinzione che il sentimento d’amore aveva anch’esso come base il principio della proprietà. La ideologia borghese ha messo in testa alla gente l’idea che l’amore, compreso l’amore reciproco, dava il diritto di possedere interamente e senza spartizioni il cuore dell’essere amato. Quest’ideale, questo esclusivismo nell’amore, derivava naturalmente dalla forma di unione coniugale stabilita e dall’ideale borghese di «amore totale ed esclusivo» tra gli sposi. Ma può forse un simile ideale corrispondere agli interessi della classe operaia? Non è, al contrario, importante ed auspicabile, dal punto di vista dell’ideologia proletaria, che i sentimenti delle persone divengano più ricchi, più diversificati? Che l’animo abbia molte corde, lo spirito molti aspetti è una realtà. Ma non è forse questo il fattore che può favorire la crescita ed il consolidamento di una complessa ed intrecciata rete di vincoli spirituali e morali, grazie alla quale si consoliderà la collettività sociale dei lavoratori? Quanto più numerosi saranno i fili tesi da animo ad animo, da cuore a cuore, da spirito a spirito, tanto più agevole sarà la realizzazione dell’ideale della classe operaia: la solidarietà fra compagni e l’unità.

L’essere esclusivi in amore, l’esigere «totalmente assorbiti» dall’amore, non può costituire l’ideale dei rapporti tra i sessi dal punto di vista dell’ideologia proletaria. Al contrario, lo scoprire che Eros alato è multiforme e multicorde non produce nel proletariato né orrore né indignazione, come avviene per l’ipocrita morale borghese. Al contrario il proletariato tenterà con tutte le sue forze di indirizzare questo fenomeno (risultato di complesse cause sociali) nella direzione corrispondente ai suoi compiti di classe in un dato momento della lotta, in un dato momento della costruzione della società comunista.

[…] La morale ipocrita della cultura borghese ha strappato senza pietà le piume dalle ali multicolori e sgargianti di Eros, obbligandolo a frequentare unicamente le «coppie legittime». Al di fuori del matrimonio, l’ideologia borghese lascia posto unicamente ad un Eros senza piume e senza ali: l’unione sessuale momentanea, sotto forma di carezze comperate (prostituzione) o rubate (adulterio).

La morale della classe operaia invece, nella misura in cui ha già iniziato a cristallizzarsi, trascura completamente la forma esteriore che possono assumere i rapporti d’amore tra i sessi. Per ciò che concerne gli obiettivi di classe del proletariato, è del tutto indifferente che l’amore assuma la forma di un’unione duratura e legalizzata o che si esprima semplicemente in una relazione passeggera. La ideologia della classe operaia non impone alcun limite formale all’amore.


Alexandra Kollontaj. Largo all’Eros alato.



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