Agire nello spirito della Costituzione per fermare le destre

di Franco Novembrini - martedì 12 giugno 2018 - 4928 letture

Divampa la polemica sull’accoglienza dei ’’migranti’’ e sulla loro classificazione in sottocategorie umane da accettare o meno e fanno la voce grossa paesi europei che giudicano l’Italia ora con severità se non accoglie le navi con i disperati e poi se non riesce a ad impedire che cerchino di espatriare nei paesi vicini. Ma se non vogliono che vadano nei loro paesi perché si agitano tanto se non li accettiamo? Ho detto che bisogna agire nello spirito della nostra Costituzione intendendo dire che non si può paragonare il valore morale della nostra carta che gli interessi delle banche di mezzo mondo, tramite un governo e politici imbelli, pochi anni fa volevano manomettere. In Italia abbiamo le nostre colpe e siamo colpevoli di non far osservare tramite leggi chiare e severe il rispetto e le speranze di chi riuscì, benché al confino, ad immaginare un’Italia e un’Europa fondate su equità e giustizia. Come potremmo spiegare ai padri costituenti che in molti territori europei sono cresciuti partiti xenofobi e razzisti e dopo l’abbattimento dell’odioso mura di Berlino che doveva portare con se anche la libertà e la libera circolazione dei popoli e delle culture sono rinati nazionalismi e suprematismi in cui crescono destre di ispirazione fascista e che della ’’cultura’’ della paura fanno incetta di consensi. Ma parliamo del nostro Paese. Alcune regioni sono in mano alla criminalità organizzata che si serve anche di una manovalanza di disperati e di cui per esempio il mercato delle droghe che è cresciuto in maniera esponenziale ma di cui si parla sempre meno se non per lo ’’spaccio’’ che spesso viene effettuato da africani che però nulla hanno a che fare con la produzione e lo smercio all’ingrosso di droghe sintetiche che vengono prodotte spesso in anonimi laboratori europei e poi, dopo vari passaggi, offerte ai giovani delle discoteche e dello ’’sballo’’. Altro capitolo doloroso è quello delle baraccopoli, anch’esse zone franche per ogni tipo di abuso, fra i quali la riduzione in schiavitù di migranti che speravano in una vita migliore nel nostro continente. Come si fa a tollerare, sempre nello spirito della Costituzione, che i ’’caporali’’ al soldo evidentemente dei proprietari terrieri ingaggino lavoratori in condizioni subumane e come si fa a tollerare che esseri umani vivano in baracche fatte di lamiere e in condizioni igieniche peggio di quelle che hanno lasciato nei loro paesi di origine? Certe condizioni fanno il buon gioco dei vari partiti parafascisti che possono indicare questo modo di vivere come il loro modo naturale e da cui non potranno mai affrancarsi. Perché i prefetti, così solerti, giustamente, nel far chiudere un esercizio che non corrisponde agli standard di igiene ed abitabilità, non agiscono contro questi campi? Quali interessi si nascondono in queste realtà?


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