Sei all'interno di >> Flash |

Addio a Raffaella Carrà

di Redazione - lunedì 5 luglio 2021 - 2264 letture

È morta Raffaella Carrà. La cantante e conduttrice tv aveva 78 anni. “Raffaella ci ha lasciati. E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. Con queste parole Sergio Iapino dà l’annuncio della scomparsa , unendosi al dolore dei nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti.

Si è spenta alle ore 16.20 di oggi 5 luglio dopo una malattia che da tempo aveva attaccato il suo corpo ma che si era preoccupata di tenere nascosta al suo pubblico. L’ultimo gesto di riguardo per chi l’ha seguita ed amata, scegliendo di tenere per sé il duro calvario che ha caratterizzato l’ultimo periodo della sua intensa vita.

Ore 16:48, aggiornamento ore 16:50.


Addio alla regina della TV

Provare a definire Raffaella Carrà è davvero difficile. Perché questa artista poliedrica ha fatto davvero tutto. Cantante, ballerina, attrice, signora della tv, ha fatto del sorriso il suo biglietto da visita.

Il suo caschetto biondo è diventato un vero e proprio simbolo, sensualità naturale, caparbietà, massima professionalità. Sono questi gli ingredienti che hanno fatto della Carrà un personaggio unico e inimitabile. Capace di reinventarsi, con coraggio e curiosità, ma anche di commuoversi ed empatizzare con il pubblico, Raffaella è riuscita a tenere testa a mostri sacri della tv come Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado, Paolo Panelli e Alighiero Noschese.

E a giocare alla pari con una star del calibro di Mina (nell’indimenticabile "Milleluci") non solo grazie al Tuca Tuca o ai costumi attillati e candidamente sexy indossati mentre si scatenava nella hit "Rumore" o intonava "Come è bello far l’amore da Trieste in giù". Carrà è quella che ancheggia e volteggia sorridente ma sensuale in "Canzonissima", ma è anche quella che veste i panni di Maga Maghella e duetta teneramente con Topo Gigio, o che si immedesima con la gente comune in "Carramba".

Raffaella Maria Roberta Pelloni, questo il suo nome all’anagrafe, era nata a Bologna il 18 giugno 1943 ed è cresciuta in Romagna. Ancora bambina si è trasferita a Roma per studiare all’Accademia nazionale di danza e al Centro sperimentale di cinematografia. Solo negli anni 60 ha poi cambiato nome usando lo pseudonimo d’arte con cui è conosciuta.

Aggiornamento ore 16:55. - Fonte: TGCom


La fine di un’epoca

Con Raffaella Carrà termina la fase di transizione che dalla società tradizionale uscita dalla Seconda guerra mondiale ha portato alla civiltà dei consumi. Con lei la televisione passa dai costumi castigati dei ballerini alle gambe lunghe e ai balli quasi acrobatici. È l’era della modernizzazione della RAI (dopo la sua nascita come tv pedagogica), poco prima della tempesta perfetta data dalle tv commerciali. Raffaella Carrà fu uno dei nostri talenti in fuga all’estero (in Spagna) e anche quando è tornata - ormai nel nuovo contesto del duopolio italiano -, ha sempre preferito mantenere un piede sicuro fuori. Negli anni Sessanta molti adolescenti dovettero a lei i primi brividi della sessualità analogica e catodica, prima dell’euforia di Colpo grosso e delle ballerine e dei nani della nuova civiltà catodica e cocainica, e anni luce lontana dalla sessualità digitale e virtuale delle ere successive. Lei era "la" Carrà, e si usava l’articolo determinativo alla milanese; e si diceva: l’ombelico "della" Carrà. Perché quell’ombelico scoperto era lo scandalo e l’occhio fisso di un paio di generazioni precedenti alla mia che mai avevano visto così esibita quella parte del corpo di una donna, i mariti a volte neppure nell’amplesso coniugale. Mentre la mia era una generazione troppo piccola d’età ("non ho l’età" cantava Gigliola Cinguetti) anche solo per accorgersi di quella pancia scoperta. Da semplice ballerina seppe diventare show-woman e presentatrice, soubrette forse l’ultima delle soubrette italiane, conduttrice di programmi televisivi e producer. Ha mancato di uno sguincio i filmarelli, i film nati dalla civiltà della canzone; non ricordo molte sue presente nel settore cinematografico a parte qualche peplum (lei giovanissima), e come testimonial nel film di Arbore ("FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?", 1983); qualcosina negli sceneggiati televisivi della RAI pedagogica dell’epoca. Qualcosa vorrà dire se The Guardian nel 2020 l’aveva definita «la popstar italiana che aveva insegnato le gioie del sesso all’Europa». Icona gay, Carrà era un volto conosciutissimo nel mondo e nell’immaginario collettivo (nel decimo episodio della quarta stagione della serie Doctor Who, in un monitor che trasmette programmi di intrattenimento per i viaggiatori di un’astronave, si vede un frammento di un videoclip in cui Raffaella Carrà canta Do it do it Again, la versione in inglese di A far l’amore comincia tu). Un volto gioioso che sapeva trasmettere la felicità dell’amore libero. Niente a che fare con il sesso carnale e triste delle notti solitarie e incattivite delle metropoli postapocalittiche.

Sergej - aggiornamento ore 17:30


JPEG - 77.2 Kb
comunista-carrà


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -